La guerra in Israele ha già lasciato i propri confini e sta manifestando i propri effetti in tutto il mondo, soprattutto sul piano finanziario.
Il conflitto, come spesso accade, sta avendo forti ripercussioni sui mercati globali, causando forti turbolenze nei vari mercati con titoli travolti dall’incertezza e fortemente in calo ed altri, alimentati dai venti di guerra, fortemente in rialzo.
Effetti della guerra sui mercati globali
Come spesso accade con i grandi conflitti di quest’epoca, anche la recente guerra in Israele, sta avendo un forte impatto sui mercati globali.
Gli effetti del conflitto sul panorama economico mondiale, in particolare europeo e statunitense, si sono manifestati già nelle prime ore dell’inizio del conflitto, attraverso il crollo di numerosi titoli e l’aumento di valore di molti altri.
In altri termini, mentre alcune aziende in specifici settori, stanno subendo forti perdite dovute alla guerra, altre stanno registrando forti guadagni.
Il settore bancario è uno dei settori maggiormente colpiti in negativo, mentre il settore energetico ed il settore bellico, sono quelli colpiti più positivamente.
Nella giornata di lunedì 9 ottobre, alla prima apertura dei mercati dall’inizio del conflitto, ad esempio, aziende come l’italiana Leonardo, specializzata nel settore della difesa, ha registrato un forte incremento del proprio valore.
La guerra sta inoltre spostando ingenti quantità di denaro verso alcuni asset strategici e beni di rifugio, l’oro in particolare, sta registrando un forte incremento del proprio valore, così come anche gas e petrolio stanno registrando un forte aumento dei prezzi.
Titoli in perdita a causa della guerra
Come anticipato, alcune azioni stanno performando positivamente per effetto della guerra mentre altre sono fortemente in perdita.
Il clima di tensione nel vicino oriente, che minaccia di espandersi ben oltre i confini dello stato di Israele e la striscia di Gaza, sta provocando il crollo di numerose azioni sia in Europa che a Wall Street.
Tra i titoli più colpiti in negativo, quelli delle compagnie aeree, che, a causa del conflitto, hanno cancellato e stanno cancellando numerosi voli da e verso Israele.
Per essere più precisi i titoli delle tre più grandi compagnie aeree d’Europa, ovvero British-Airways, Air-France KLM e Lufthansa hanno registrato perdite tra il 2,5% ed il 3,4%, registrate perdite anche per Delta Air Lines, United Air Lines e American Air Lines, con perdite nell’ordine del 2%
Perdite anche nel settore Tech, dove i titoli principali Apple, Alphabet, Meta Platforms e Amazon hanno subito perdite tra lo 0,9% e l’1,2%, mentre le società produttrici di chip, Intel, NVIDIA , Qualcom e AMD hanno perso registrato perdite tra l’1% e l’1,2%.
Chi guadagna dalla guerra
Come anticipato, mentre alcuni titoli stanno registrando forti perdite, altri stanno registrando forti guadagni derivanti più o meno direttamente del conflitto.
Uno dei settori che sta maggiormente giovando della crisi in medio oriente è il settore energetico, e le aziende specializzate nella produzione di energia e nella gestione di materie prime per la produzione energetica.
Aziende come le italiane Tenaris, Saipem, SNAM ed ENI hanno registrato guadagni tra l’1% ed il 2,3%.
Anche il settore minerario sta ricevendo forti guadagni, alimentati dal ripiego di numerosi investitori in beni rifugio come l’oro e titoli legati all’estrazione d’oro. La società mineraria statunitense Newmont e la Barrick Gold hanno registrato guadagni tra l’1,7% e il 2,4%.
I guadagni maggiori però, spettano all’industria bellica e aziende specializzate nella difesa. Titoli come l’italiana Leonardo, la svedese Saab o la tedesca Rheinmetall, hanno registrato guadagni tra il 6,1% ed il 9,5%.