Pignoramento TFR: come funziona, come evitarlo, limiti e regole per il 2023

Il trattamento di fine rapporto (TFR), può essere soggetto a pignoramento per i dipendenti. Ecco come funziona e come fare per evitarlo.

Il trattamento di fine rapporto, meglio conosciuto come TFR è soggetto a pignoramento, in caso di insolvenza del debitore, al fine di soddisfare un’obbligazione inadempiuta.

Ma come funziona nel dettaglio e come si può evitare al fine di proteggere il proprio patrimonio? In questo articolo andremo ad approfondire questo argomento, riuscendo a spiegare in modo preciso e dettagliato quali azioni porre in essere.

Che cos’è il trattamento di fine rapporto (TFR)

Il trattamento di fine rapporto (TFR) è la somma di denaro che spetta ai lavoratori dipendenti che concludono le proprie prestazioni all’interno di un’impresa. Il TFR viene definito in base a dei parametri prestabiliti, e riconosciuto ai dipendenti per la prima volta con una legge emanata il 30 aprile 1927.

Da quel momento ha subito numerose modifiche, mantenendo comunque il proprio carattere di assistenza economica nei confronti dei dipendenti che finiscono un rapporto di lavoro.

In particolare il trattamento di fine rapporto (TFR) è garantito ai:

  • lavoratori pubblici, assunti a tempo determinato e indeterminato;

  • lavoratori privati, assunti a tempo determinato e indeterminato.

Il pignoramento del TFR: ecco come funziona

L’articolo 492 del Codice Civile, al primo comma, definisce il pignoramento affermando «Salve le forme particolari previste nei capi seguenti , il pignoramento consiste in una ingiunzione che l’ufficiale giudiziario fa al debitore di astenersi da qualunque atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito esattamente indicato i beni che si assoggettano alla espropriazione e i frutti di essi».

Il pignoramento è la consacrazione della fase esecutiva, al fine di poter espropriare i beni o la somma di denaro al debitore, così da soddisfare un credito.

Ciò che bisogna precisare, è che anche il TFR può essere soggetto a pignoramento, così come tutti gli altri beni del debitore. In particolare la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 19708/2018 ha affermato che il trattamento di fine rapporto è «un credito certo e liquido che il lavoratore matura durante il rapporto di lavoro. Tale somma, quindi, può essere utile per soddisfare le pretese del creditore».

Di conseguenza, anche il TFR può essere pignorato, ma entro determinati limiti ben definiti dalla normativa vigente.

Il pignoramento del TFR: quali sono i limiti e come evitarlo

L’importo del trattamento di fine rapporto che può essere aggredito dai creditori è solo il 20%, infatti la legge stabilisce il limite di 1/5, e la parte residuale spetta al lavoratore al fine di garantirgli il minimo indispensabile per una vita dignitosa per sé e per la sua famiglia.

Il pignoramento del TFR può avvenire solo in seguito all’emissione di un titolo esecutivo, come ad esempio un decreto ingiuntivo oppure una sentenza. Dopodiché l’azienda potrà trattenere 1/5 al fine di versarlo al creditore.

Una soluzione per evitare questa procedura, è quella di passare a un fondo pensione, e dunque accantonare le proprie somme della liquidazione in con questa seconda modalità.

Virginia Manca
Virginia Manca
Copywriter, classe 1994. Laureata in Economia e Gestione Aziendale e laureanda in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Cagliari. Oggi mi occupo di scrittura per il web, collaborando in diversi progetti dagli argomenti più disparati. Ma la mia passione per l'economia e il diritto mi hanno portata a specializzarmi in questi ambiti, perfezionando dunque un linguaggio più tecnico e giuridico. Dal 2013 porto avanti anche il mio secondo lavoro, seguendo l'amministrazione e la contabilità dell'impresa di famiglia nel settore degli impianti e delle ristrutturazioni. Motto: Facendo s'impara!
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
797FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate