BCE pronta ad alzare i tassi di interesse, quello di luglio sarà l’ultimo rialzo?

La BCE è pronta ad una nuova modifica dei tassi di interesse con le riunioni calendarizzare per fine luglio. Potrebbe essere l'ultimo ritocco.

C’è attesa per le riunioni della BCE e della FED calendarizzate per il 25 e 27 luglio, le ultime prima della pausa estiva.

Il motivo dell’attesa è che in quelle riunioni la BCE dovrebbe ufficializzare il nuovo rialzo dei tassi di interesse di circa 25 punti base. Secondo gli esperti potrebbero essere gli ultimi aumenti.

Cosa si deciderà nelle riunioni del 25 e 27 luglio

Il 25 ed il 27 Luglio, prima la BCE e poi la FED si riuniranno per decidere la strategia in materia di politica monetaria e lotta all’inflazione e, secondo le prime informazioni comunicate, almeno dalla BCE, dovrebbe essere attuato un rialzo dei tassi di interesse.

Per essere più precisi la BCE ha annunciato che, durante le sedute di fine luglio, il consiglio dovrebbe attuare un rincaro di 25 punti base al tasso di interesse. Se confermata si tratterebbe dell’ultimo rincaro prima della pausa estiva. Per il mese di agosto infatti, sia la BCE che la FED non hanno in programma riunioni per la rivalutazione dei tassi.

Se da un lato la BCE ha già annunciato la direzione che prenderà, dall’altro la FED continua ad essere un incognita, non lasciando dichiarazioni su eventuali rincari.

Tassi BCE, confermato il rialzo

I rappresentanti della BCE hanno annunciato un aumento dei tassi di interesse di 25 punti base, che porterebbe il tasso di depositi al 3,75%, a cui farà seguito una pausa per il mese di agosto e poi un terreno incognito per settembre.

Le valutazioni della BCE, come ha spesso sottolineato la governatrice Christine Lagarde procedono a vista, di conseguenza la banca centrale europea non è in grado di prevedere, da qui a due mesi, quale sarà lo scenario economico e monetario, ne di definire i livelli di inflazione.

Ciò che è noto alla BCE è che, almeno a giugno, il livello di inflazione in Europa ha raggiunto il 5,5%, un livello che, per quanto alto, risulta dimezzato rispetto ad ottobre 2022 quando ha toccato il picco del 10,6%.

Sulla base dei dati elaborati all’eurotower, l’inflazione a settembre potrebbe calare fino ad entrare in area 4% e nel più positivo degli scenari, raggiungere il 3% entro ottobre 2023.

Inflazione in calo

La rapida discesa dell’inflazione, precisa la BCE, non è dovuta solo all’iniziativa bancaria che ha visto aumentare il costo del denaro in questi mesi, ma anche e soprattutto ad effetti esterni.

Uno degli elementi chiave che hanno permesso di contenere l’inflazione sono stati gli aggiustamenti al costo dell’energia, resi possibili dalle diverse strategie comunitarie ed individuali dei singoli paesi UE che hanno permesso di abbattere il costo dell’energia, e di conseguenza, abbassare costi di produzione e trasporto della maggior parte dei prodotti lavorati in UE.

L’energia infatti, sottolinea la BCE ha un incidenza significativa sui costi, poiché suoi rincari intaccano tutta la filiera, dal produttore al consumatore, aggiungendo rincari ad ogni livello che si sommano nel prodotto finale aumentandone esponenzialmente i costi.

L’inflazione resta alta in Europa

Anche se in rapida discesa, i livelli di inflazione in Europa rimangono alti, la soglia del 5,4% , per quanto possa essere un valore positivo, dimezzato rispetto ad ottobre 2023, è comunque al di sopra del target e solo leggermente in calo rispetto al 5,7% registrato a maggio.

Sulla base di queste osservazione e dei dati raccolti dalla BCE, le probabilità che l’inflazione possa scendere sotto il 5% entro la prossima riunione di settembre, sono molto basse.

Il quadro generale europeo

La linea della BCE per il momento rimane invariata, la banca centrale sembra motivata a mantenere la propria posizione di falco, anche a seguito di errori di “leggerezza” commessi in passato. Nel 2021 , sia la BCE che la FED hanno sottovalutato la crescita dell’inflazione, ritenendola un fenomeno temporaneo, senza immaginare che potesse prolungarsi per almeno 2 anni raggiungendo livelli senza precedenti nella storia europea.

Nel complesso, livelli di disoccupazione bassi, uniti ad alti livelli di liquidità per le imprese, e risparmi elevati per le famiglie, nonostante la stretta sul credito, lasciano alla banca centrale, uno spiraglio di positività. La BCE è consapevole che il momento sia delicato e, anche se non è di fronte ad una fase di crescita dell’economia, le prospettive di una recessione a breve termine, sono abbastanza remote.

Il quadro, per quanto delicato e controverso, lascia alla BCE spiragli positivi che, nelle riunioni di settembre potrebbero portare alla possibilità, di valutare uno stop ai rialzi del tasso di interesse. In altri termini, i rincari di luglio potrebbero essere gli ultimi effettuati dalla BCE da qui a qualche mese.

Incognita energia

La BCE continua a lavorare per mantenere bassa l’inflazione e tra i suoi impegni per il terzo trimestre 2023 e l’inizio del 2024 vi è l’arrivare preparati all’aumento generale dei costi dell’energia dovuti alla decisione dell’OPEC di tagliare la produzione di greggio, che inevitabilmente produrrà un aumento dei costi di petrolio e prodotti derivati. Parallelamente si tengono d’occhio anche le mosse della GECF, l’organizzazione dei paesi produttori di gas naturale, che potrebbe, sulla scia dell’OPEC, ridurre la produzione di gas naturale.

La posizione della Federal Reserve

A fine luglio è in programma, oltre alla riunione della BCE anche una riunione della FED con l’obbiettivo di valutare le condizioni economiche e l’inflazione negli USA ed eventualmente attivare una nuova tranche di rincari del tasso di interesse.

A differenza della BCE, la FED ha già sospeso i propri rincari e l’eventuale revisione dei tassi a fine luglio segnerebbe una ripresa dei rincari.

La FED non ha per il momento rilasciato dichiarazioni, pertanto, non è possibile sapere se verranno o meno ritoccati i tassi di interesse, ma, secondo gli esperti, i dati economici degli USA negli ultimi mesi, non lasciano molto spazio di manovra alla FED. In altri termini, l’interruzione dei rialzi è considerata da molti prematura e a Luglio potrebbe esserci un novo rincaro di circa 25 punti base.

Secondo Powell, presidente della Fereral Reserve, ritengono che la FED debba procedere con almeno altri due rialzi dei tassi di interesse entro la fine del 2023, non è però noto quando questi avverranno, ne se il primo di questi rialzi necessari verrà attuato già nella seduta di luglio.

Per la FED l’inflazione ha ormai raggiunto e superato il proprio picco, ed ora, anche se i livelli correnti di inflazione appaiono molto alti, si trova in una fase discendente raggiungendo a giugno livelli nell’ordine del 3%, un risultato positivo, anche se, ancora al di sopra del target del 2%. Dall’altro lato, il tasso generale al 5%.

Il mese di giugno per gli USA è stato un mese particolare che ha visto da un lato i livelli di inflazione più bassi del 2023 e dall’alto i prezzi massimi per il settore energetico.

Anche per la FED l’evoluzione dell’inflazione e del quadro economico tra luglio e agosto sarà determinante per le decisioni di Settembre.

Antonio Coppola
Antonio Coppola
Copywriter, classe 1989. Sono nato a Napoli. Laureato in Storia Contemporanea e specializzato in geopolitica e relazioni internazionali presso l'Università di Pisa, nella vita mi occupo di divulgazione, marketing e comunicazione. Scrivo sul web da oltre 10 anni. Appassionato di scrittura e tecnologia, ho collaborato con diversi portali e riviste di settore nel mio campo e nel 2012 ho avviato un mio progetto di divulgazione storico culturale ed un podcast, grazie ai quali ho avuto modo di stringere collaborazioni con aziende, enti e riviste di settore ed ho avuto modo di esplorare e approfondire il mondo della SEO e del Web Marketing.
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