Si torna a parlare di una possibile fusione bancaria tra il gruppo Unicredit e Banco BPM, che, secondo le nuove ipotesi, potrebbe essere più plausibile e vicina ora che le condizioni di mercato sono in mutamento.
Nuovi rumors su fusione Unicredit e Banco BPM
I nuovi rumors su una possibile fusione tra Unicredit e Banco BPM sono apparsi a seguito del rally di Unicredit a Piazza Affari che, negli ultimi mesi, ha visto raddoppiare il proprio valore, rispetto ad una media di settore di crescita del 42%.
L’imponente fusione bancaria è resa più plausibile anche alla luce dei recenti sviluppi macroeconomici che hanno interessato il settore bancario nell’ultimo periodo e che hanno portato, per circostanze particolari, alla fusione di due colossi bancari europei come UBS e Credit Suisse risultata la più massiccia fusione bancaria della recente storia europea.
Il rally di Unicredit
Come anticipato, una delle basi che sostengono la teoria della fusione, deriva dalla straordinaria crescita del valore delle azioni Unicredit, azioni che sono cresciute rapidamente negli ultimi mesi raddoppiando il loro valore grazie alle oculate scelte strategiche volute dal CEO Andrea Orcel.
Un punto chiave, premiato dagli investitori, della strategia di Orcel, è stata la remunerazione degli azionisti che hanno visto crescere i dividendi fino ad oltre 5,25 miliardi. Altro elemento chiave nella strategia di Orcel è stata la parziale messa in ombra di M&A, con fusioni e acquisizioni quasi completamente assenti.
In altri termini, negli ultimi mesi Unicredit ha accumulato capitale, limitando al minimo le acquisizioni, questo potrebbe essere indicativo, secondo alcune voci, di un preparativo per una grossa operazione quale potrebbe essere l’acquisizione di una quota di maggioranza o dell’intero capitale di Banco BPM.
Mancata fusione nel 2022
Le teorie di una possibile fusione tra Unicredit e Banco BPM si trascinano da oltre un anno, quando, a febbraio 2022, la fusione tra i due istituti bancari è sfumata per un soffio. All’epoca la notizia della mancata fusione è trapelata da alcuni insider.
Secondo alcuni rumors dell’epoca, l’operazione è sfumata per ragioni trasversali tra cui le pressioni del MEF affinché Orcel e Unicredit rilevassero la quota del 64% di MPS controllata dal tesoro.
Migliori condizioni di mercato
Il rally di Unicredit a Piazza Affari ha mutato radicalmente gli equilibri ed i rapporti di forza tra i due istituti bancari, soprattutto in termini di valutazione. Se un anno fa il rapporto tra Azioni Unicredit e Banco BPM era di 4,2 azioni BPM per un azione Unicredit, ora il divario è salito a 5.1, rendendo quindi l’eventuale acquisizione più favorevole per entrambi gli istituti e gli investitori.
Ostacoli alla fusione
I rumors sulla possibile fusione tengono conto anche di eventuali ostacoli a tale operazione finanziaria, nello specifico uno degli ostacoli più imponenti da superare è l’opposizione di Giuseppe Castagna, CEO di Piazza Meda, che tuttavia, per i teorici della fusione, è in lizza per diventare direttore generale e plenipotenziario per l’Italia della nuova entità che verrebbe creata dalla fusione tra Unicredit e Banco BPM.
Altro grande ostacolo da superare affinché la fusione vada a buon fine è la presenza di Crédit Agricole tra i partecipanti, al 9%, del capitale di Piazza Meda.
Fonti ufficiali
Per quanto riguarda le fonti ufficiali, la notizia di una possibile fusione tra Banco BPM e Unicredit è stata ampiamente smentita da entrambi gli istituti bancari