Imu seconda casa, come non pagarla: i trucchi più utilizzati

Le tasse vanno pagate, si sa. Eppure c’è chi adotta dei trucchi per non pagare l’Imu sulla seconda casa. Ecco quali.

Come è noto l’Imu non si paga sulla prima casa ma è prevista su altri immobili di proprietà, come locali commerciali e seconde abitazioni.

Eppure c’è chi adotta dei trucchi per non pagare l’Imu sulla seconda casa.

Certo è che, soprattutto se si tratta di case disabitate per la maggior parte dell’anno o addirittura senza luce e gas, versare anche l’imposta municipale equivale a un vero e proprio dispendio di risorse.

Spesso c’è chi presta la seconda casa gratuitamente (ad esempio a un genitore o figlio) e pertanto viene spontaneo cercare il modo di risparmiare, da questo punto di vista.

Ecco allora alcuni suggerimenti che potrebbero tornare utili.

5 trucchi per non pagare l’Imu sulla seconda casa

Si definiscono “trucchi” in maniera impropria, perché in effetti si tratta di soluzioni che invece si possono realmente adottare per evitare il versamento dell’imposta semestrale al Fisco.

La prima ipotesi è che ad esempio la casa sia destinata a un figlio, che vi abita in comodato gratuito, senza risultare proprietario dell’immobile. Ecco allora che per non pagare l’Imu è possibile intestare a lui l’abitazione, che quindi risulterà prima casa.

Il punto è che in questo modo il figlio può disporre dell’appartamento e, per assurdo, anche venderlo. Bisogna quindi mettersi d’accordo privatamente per impedire questo passaggio o accontentarsi della riduzione IMU prevista dal contratto di comodato gratuito, come vedremo nel paragrafo conclusivo dell’articolo.

Una pratica che si sta diffondendo in Trentino e in Lombardia, per quanto riguarda le case di montagna, è quella di togliere porte e finestre, rendendo quindi l’immobile collabente. Questo termine sta a significare che la casa è inutilizzabile e non produce reddito, e si procede anche a un riaccatastamento. Chiaramente si tratta di immobili che restano abbandonati a se stessi, magari su un terreno di cui si dispone.

Rendere un immobile collabente implica quindi il ricorso al Catasto e non sempre è facile ottenere la modifica. Ecco perché in molti preferiscono allora dichiarare l’immobile inagibile, in maniera tale da non dover pagare le tasse.

Più precisamente, citando testualmente l’articolo 13, comma 3, del D.L. n- 201 del 2011, è prevista una riduzione del 50% della base imponibile IMU sui fabbricati dichiarati inagibili e inabitabili, per i quali si pagherà la metà dell’IMU.

Anche in queste circostanze, non è sufficiente staccare i sanitari o non allacciare le utenze, per dichiarare che un immobile è inagibile, bensì bisogna tener conto di una molteplicità di fattori.

Quello che invece è un vero e proprio trucco, messo in atto per pagare meno tasse (e in alcuni casi anche ottenere maggiori agevolazioni) riguarda tutte le coppie sposate che fingono di separarsi, così da trasferire la residenza di uno dei due coniugi nell’altra abitazione (che per lui diventa quindi prima casa). Ovviamente bisogna formalizzare la separazione e avviare le pratiche per il trasferimento della residenza.

Quali sono i casi in cui non si paga l’Imu

La regola generale, come abbiamo già accennato è che l’Imu si paga sempre, fatta salva la prima casa.

Certo, ci sono i casi di esenzione Imu, che riguardano ad esempio gli immobili di proprietà dello Stato o quelli appartenenti ad alcune categorie di persone, come le forze dell’ordine ad esempio.

Ci sono però casi eccezionali in cui si dispone l’esonero dal pagamento Imu, come avvenuto per molte categorie commerciali in fase di pandemia o attualmente per le popolazioni alluvionate dell’Emilia Romagna.

Infine, non sono tenuti a versare l’Imu sulle seconde case, i proprietari che risultano ricoverati in modo permanente presso le RSA ovvero le residenze sanitarie assistenziali dislocate sul territorio nazionale.

Cosa fare per pagare meno Imu

Concludiamo focalizzando l’attenzione su un aspetto in particolare, che riguarda invece la possibilità di ridurre l’Imu da pagare al Fisco, su un immobile a uso abitativo o commerciale.

Come è noto, il calcolo avviene tenendo conto della rendita catastale della proprietà. Va da sé che più è bassa la rendita e più lo sarà anche l’importo da versare all’erario. Ma abbassare la rendita di un immobile in catasto è praticamente impossibile.

Però è bene sapere che la Legge stessa prevede delle riduzioni di Imu in alcune circostanze.

Una di queste si verifica proprio quando si mette a disposizione una casa per il proprio figlio, in comodato gratuito. Se si registra il contratto regolarmente, allora si ha diritto a una riduzione del 50% sulla somma totale di Imu da versare nell’arco dell’anno.

L’altro caso in cui lo Stato prevede la riduzione del 50% dell’Imu su un immobile è che si tratti di un edificio storico o di interesse artistico. In questo caso bisogna presentare apposita domanda entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello in cui si è proceduto con il calcolo dell’imposta.

Infine, scegliendo di dare in affitto l’abitazione (con un contratto a canone concordato), il proprietario ottiene una riduzione del 75% su quanto previsto per l’imposta da pagare.

Natalia Piemontese
Natalia Piemontese
Consulente lavoro online e professioni digitali, classe 1977. Sono Natalia, Piemontese di cognome, pugliese di nascita e calabrese d'adozione. Laureata in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Bari, ho conseguito un Master in Selezione e Gestione delle risorse umane. Mamma bis, scrivo sul web dal 2008. Sono specializzata in tematiche del lavoro, business nel digitale e finanza personale. Responsabile del blog #mammachebrand, ho scritto un e-book "Mamme Online, come gestire casa, lavoro e figli".
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
797FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate