Musica e anni 2000, gli ingredienti di una miniserie Netflix da vedere tutta d’un fiato

The Playlist è la serie Netflix che racconta la nascita e l'ascesa di Spotify, e che gli appassionati di musica non possono lasciarsi sfuggire.

Il 2006 è stato uno degli anni più brutti per il mercato musicale globale visto che, con il diffondersi della pirateria online, le vendite discografiche stavano calando a picco inesorabilmente. Nonostante la reticenza dell’industria musicale, uno startupper e programmatore svedese, ha deciso di puntare tutto sulla creazione di una piattaforma che permettesse lo streaming della musica, contrastando in modo legale l’utilizzo dei programmi peer-to-peer.

È questa la premessa di The Playlist, miniserie Netflix di sei puntate, che basandosi sul libro Spotify Untold, racconta l’origine della più famosa piattaforma di streaming musicale al mondo

The Playlist, la trama della miniserie Netflix su Spotify

La storia raccontata nella miniserie Netflix The Playlist parte nei primi anni Duemila, quando il mercato musicale globale è in forte crisi. Il motivo? Piattaforme come Pirate Bay e Napster permettevano agli utenti di scaricare gratuitamente musica, dando il via all’inizio della fine per le case discografiche. Ecco quindi che a Daniel Ek, programmatore svedese, viene in mente un’idea: perché non creare una piattaforma digitale di distribuzione musicale che possa permettere agli utenti di ascoltare ciò che vogliono e ad artisti e discografici di non perdere i propri guadagni a causa della pirateria online? 

Nelle sei puntate che compongono la miniserie viene raccontato proprio lo sviluppo di questa idea, che ha portato alla fine alla creazione di Spotify, e ogni puntata permette al pubblico di sentire la voce di alcuni protagonisti delle vicende da cui è tratta la serie. Attraverso diversi punti di vista, dal CEO e cofondatore di Spotify Daniel Ek, fino alla cantante Bobbi T, The Playlist accompagna lo spettatore attraverso le mille sfumature del mondo sfaccettato e complesso dell’industria musicale, focalizzandosi sui retroscena e i conflitti che hanno accompagnato la creazione di Spotify

Il ritratto del panorama musicale d’inizio 2000 nella serie The Playlist di Netflix 

Per gli appassionati di musica la visione di The Playlist può essere un modo interessante per affacciarsi sulla scena del panorama musicale d’inizio anni Duemila. Ancora oggi ci sono notevoli controversie sulle piattaforme di streaming come Spotify e la serie Netflix ci permette non solo di vedere la storia delle sue origini, ma di comprendere anche il punto di vista delle maggiori case discografiche che osservarono (e lo fanno ancora oggi) questo fenomeno con diffidenza, così come quello degli artisti che, a causa delle dinamiche che stanno alla base della diffusione della musica tramite piattaforme come Spotify, rischiano di vedere ridursi drasticamente i compensi per il proprio lavoro.

Grazie alla struttura corale del racconto, visto sempre da punti di vista differenti, The Playlist permette al pubblico di avere una visione più ampia sulla vicenda, raccontando a 360 gradi la storia di un punto focale per l’industria musicale.

I più attenti non potranno farsi sfuggire dei particolari interessanti inseriti nelle varie puntate, come la presenza di un DJ chiamato Tim (vi dice niente il nome AVICII?), oppure le canzoni di Bruno Mars durante il matrimonio di Daniel Ek, che ha visto davvero il cantante esibirsi durante i festeggiamenti. Un altro riferimento a una polemica che in molti potrebbero ricordare è quello fatto partire da Taylor Swift, che ha denunciato l’insostenibilità del modello streaming.

Per gli appassionati di musica che vogliono scoprire conflitti, retroscena e intrighi legati alla nascita dello streaming legale, The Playlist è quindi una serie da non lasciarsi sfuggire. 

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