Social media, il nuovo trend aziendale è la digital detox!

Digital detox: ora le aziende abbandonano i social media! Di cosa si tratta e perché potrà diventare uno dei principali trend dell'universo digitale del 2022?

Digital detox. O, per essere ancora più precisi, social media detox. Una definizione che sta acquisendo sempre più importanza, fino a diventare uno dei trend più significativi all’interno dell’universo digitale del 2022.

Ma cosa si intende di preciso quando si parla di digital detox? E perché, oltre che da un punto di vista individuale, questo nuovo tipo approccio sta coinvolgendo sempre più aziende, le quali puntano su una strategia di social media marketing che prevede, in modo decisamente paradossale, la chiusura dei propri canali social?

Andiamo con ordine, e partiamo dalle idee espresse nel video sottostante (tratto dal canale YouTube JustAnam Valentina) in cui si possono trovare i concetti basilari della digital detox intesa come minimalismo digitale, vale a dire gestione dei tempi e dei modi in cui le persone accedono ai social media.

Vedremo infatti che non solo a livello personale, ma anche all’interno di una strategia di digital detox aziendale, è fondamentale trovare un punto di equilibrio.

I social media rappresentano uno strumento utile sia per gli individui che per le imprese. Ma questo strumento va utilizzato nella maniera corretta e con il giusto approccio di responsabilità sociale. In caso contrario, un uso sbagliato dei social può essere controproducente, tanto per le persone quanto per il business.

Cosa si intende per digital detox?

Per comprendere appieno l’importanza dell’equilibrio nell’uso dei social media, e quanto il concetto della digital detox sia significativo per raggiungerlo, partiamo da un paio di definizioni riguardo internet e la tecnologia in generale. La prima è un’affermazione dell’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama:

The internet is not a luxury, it is a necessity.

Effettivamente, nel mondo odierno, è impensabile poter fare a meno dell’apporto di ciò che la rivoluzione digitale ha portato durante gli ultimi vent’anni nella quotidianità delle persone e delle aziende.

Questo vale naturalmente anche per i social media, che in teoria rendono più semplice la socializzazione e l’incontro tra individui, così come permettono una più facile interazione tra imprese e consumatori, consentendo una vendita di beni o servizi molto più precisa e targettizzata sulle esigenze degli specifici clienti di ogni singolo business.

Passiamo ora alla seconda definizione, tratta da una figura meno celebre ma non per questo meno autorevole nel settore del digital. È quella di Nina Hersher, CEO del Digital Wellness Institute, il quale promuove lo sviluppo di una cultura digitale positiva nel mondo:

Mentre sempre più persone scelgono di lavorare da casa, stiamo osservando un grande cambio di mentalità, dalle condizioni alle capacità. Il bisogno di comprendere e raggiungere l’equilibrio tra tecnologia e vita privata per supportare la propria salute mentale è più critico di quanto sia mai stato prima.

Dunque, se è vero da un lato che oggi come oggi non è possibile fare a meno di strumenti come i social media, sia dal punto di vista personale che da quello professionale, dall’altro bisogna comprendere che tali strumenti vanno utilizzati con grande attenzione e con i giusti modi e tempi.

Cosa può comportare un uso spasmodico e poco equilibrato dei social media? Ad esempio, essi possono impattare sulla stima personale degli individui.

Se una persona non ha un rapporto sentimentale, ma tutti i suoi contatti social sono fidanzati o addirittura sposati e con una famiglia, può scattare un rapporto di comparazione sociale da cui derivano sentimenti di solitudine, isolamento, perfino di depressione.

Allo stesso modo, i social media elevano all’ennesima potenza la competitività, e questo vale anche per chi li usa per lavoro. Quale luogo infatti è più competitivo di una piattaforma in cui tutti creano dei post con lo specifico scopo di attirare l’attenzione degli utenti?

Anche in questo caso, è facile che un eccesso nell’uso di questi strumenti generi ansia e stress elevati, che possono avere un forte impatto sulla salute mentale dell’individuo in questione.

Digital detox, allora, significa lasciarsi alle spalle tutto questo, letteralmente “disintossicarsi”, non utilizzare i canali social mentre si è a casa, oppure durante una vacanza, e apprezzare di nuovo ciò che ha da offrire il mondo reale, dimenticandosi per qualche tempo di quello digitale.

Per qualche tempo, appunto. Non deve essere per forza un abbandono totale, ma una sorta di uso minimalista degli strumenti digitali, come ben descritto nel video introduttivo e come ribadiremo ancora tra poco.

Social media detox, uno dei trend del 2022?

A dirla tutta, l’idea di una disintossicazione, di un uso ridotto dei social media è apparsa già da qualche anno. Si tratta solo di una coincidenza se questo trend sta prendendo piede proprio ora, a cavallo tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022?

Probabilmente no. Ci sono svariati fattori che in questo particolare periodo stanno contribuendo ad aumentare l’attenzione sulle modalità d’uso dei social e sulle conseguenze negative di un utilizzo eccessivo di questi ultimi.

Questi fattori possono venire riassunti in una attenzione che è oggi molto più alta rispetto al passato per ciò che riguarda il tema della salute mentale delle persone.

Svariate ricerche hanno infatti mostrato come una mala gestione ed un impiego smodato dei social media possano essere pericolosi soprattutto per i più giovani, per i motivi a cui abbiamo già accennato: crescita di ansia e stress, pericolo di fenomeni depressivi, per non citare poi episodi di insulti, minacce o stalkeraggio online.

In più gli ultimi due anni vissuti con il timore costante della pandemia di Covid, le restrizioni dei governi o le quarantene obbligate hanno senz’altro contribuito ad un aumento dei fenomeni di disturbo mentale, soprattutto per quanto riguarda le fasce più deboli della popolazione.

Social media detox, la fuga delle aziende

Il tema della salute e del benessere mentale è dunque uscito allo scoperto negli ultimi mesi, ed alcune aziende ne hanno approfittato per mettere in atto una vera e propria campagna CSR, di responsabilità sociale (Corporate Social Responsibility).

Come funziona questa campagna? Semplicemente, cancellandosi dai social, eliminando i propri canali e mantenendo solamente un sito aziendale per informare gli utenti dell’intento sociale che sta alla base della propria fuga dai social media.

Questo approccio mira a fare colpo sul pubblico da un lato, mentre dall’altro tiene alta l’attenzione sulle varie tematiche di cui abbiamo parlato in precedenza.

Di certo si tratta di una strategia molto estrema. Come abbiamo visto, non sono i social di per sé stessi il vero problema, ma l’uso buono o cattivo che ne viene fatto. E gli strumenti digitali sono comunque importanti, anche per soddisfare le esigenze dei consumatori.

In questo senso, un contributo maggiore alla causa della salute mentale degli utenti può venire da una digital detox intesa non come semplice “fuga”, ma come utilizzo dei social media in maniera minimalista e consapevole.

Ciò si traduce, ad esempio, in una riduzione del numero dei contenuti in favore di una maggiore qualità degli stessi. Meno like e più attenzione a suscitare commenti costruttivi da parte dei fruitori di un determinato post, così da poter interagire con le persone in maniera più sana, senza forzare la conversione dell’utente in cliente ma lasciando che questa sia una conseguenza del buon lavoro svolto.

E per quanto riguarda sia il customer service, che la comunicazione interna ad un’azienda, è vero che social media e strumenti digitali rappresentano un elemento utile a semplifare queste componenti. Ma non vanno dimenticati anche strumenti tradizionali, come la buona vecchia chiamata telefonica.

Parlare al telefono con i consumatori può aumentare la percezione che ci sia maggiore interesse ed attenzione alle loro esigenze. Contattare in modo diretto i propri dipendenti, allo stesso modo, può risultare a volte più rapido ed efficiente rispetto ad un messaggio privato su Facebook, a volte anche rispetto all’invio di una e-mail.

Le aziende che hanno messo in atto la digital detox

Detto della teoria, vediamo a livello pratico almeno un paio di esempi di aziende che hanno optato per lo sviluppo di una strategia di digital detox.

Partiamo dall’approccio della Lush, un’azienda cosmetica in ambito retail con sede nel Regno Unito. La Lush presenta un sito internet, ma ha totalmente cancellato i propri account su Facebook, Instagram, TikTok e Snapchat. Leggiamo infatti sulla loro homepage:

Lush volta le spalle a Facebook, Instagram, TikTok e Snapchat fino a che non prenderanno provvedimenti per fornire agli utenti un ambiente più sicuro.

Lush ne ha avuto abbastanza, alla luce dell’episodio di whistleblowing di Facebook tutti gli account del brand, dei retail e delle persone verranno chiusi. Promette di investire in nuovi modi per connettersi e costruire altrove migliori canali di comunicazione.

Uno statement chiaro e molto duro, dunque. La scelta netta e presa con modalità così decise permette all’azienda in primo luogo di far parlare di sé, e tendenzialmente questo è positivo, e soprattutto di mostrare sensibilità verso il pubblico ponendosi in prima fila all’interno di un trend sociale in costante ascesa.

Il secondo esempio è invece a livello personale, per mostrare come anche i leader di imprese che basano tutto sulla tecnologia abbiano bisogno di una disintossicazione saltuaria dal digitale.

Lo spiega molto bene Tommie Edwards, fondatrice dell’azienda di pianificazione di eventi Eventbree. Il lavoro quotidiano prevede naturalmente un uso spasmodico degli strumenti digitali. Eppure per arrivare a massimizzare il rendimento, racconta, opta settimanalmente per una digital detox.

Come? Disconnettendo il proprio telefono per alcune ore, togliendo le notifiche di social media ed e-mail, impostando suonerie specifiche per i membri della sua famiglia cosicché, in uno specifico lasso di tempo, risponderà soltanto a loro. Con l’obiettivo di raggiungere il perfetto tech-life balance.

Social media marketing: quali prospettive per il futuro?

È proprio l’equilibrio tra le varie componenti il trend del futuro: tecnologia, lavoro e vita privata dovranno arrivare a bilanciarsi sempre di più.

Non accadrà da un giorno all’altro, naturalmente. Il concetto di digital detox è senza dubbio in forte ascesa, ma non tutti ne condividono gli ideali e non tutte le persone e le aziende sono disposte a rinunciare a determinati vantaggi che, indubbiamente, i social media garantiscono a livello di vendita o di visibilità.

Eppure è probabile che la capacità di adattarsi ad un nuovo modo di approccio ai social sia destinata a diventare via via sempre più importante.

Un metodo d’uso più responsabile ed al tempo stesso più empatico, che metta davvero al centro della scena l’utente ed i suoi bisogni e non lo consideri più solamente una risorsa o un potenziale cliente da convertire.

Solo così le aziende contribuiranno davvero, ponendosi come modello per una maggiore presa di coscienza anche da parte dei più giovani sull’importanza di un uso consapevole e attento degli strumenti digitali.

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