Dove va il risparmio: oggi parliamo di ETP

Divenuta impraticabile l'alternativa del reddito fisso, oggi investire nei mercati azionari, e più in generale nell'economia reale, è una necessità.

Divenuta impraticabile l’alternativa del reddito fisso, oggi investire nei mercati azionari, e più in generale nell’economia reale, è una necessità prima che una scelta anche per i risparmiatori più prudenti che prima collocavano il grosso del loro patrimonio in titoli di stato od obbligazioni emesse da enti sovranazionali con rating tripla A e il resto in pochi titoli azionari tra i più solidi e meno volatili, giusto per diversificare un po’ e ricevere anche qualche buon dividendo.

Non esistono ricette magiche da proporre al risparmiatore preoccupato e la sicurezza dell’investimento nel reddito fisso, con la garanzia di un pur modesto rendimento sufficiente almeno a coprire l’inflazione, nessuno può restituirgliela. Si può però aiutarlo a risolvere una parte delle sue nuove difficoltà parlandogli degli ETP, vasta categoria di strumenti adatti a ogni tipo di investitore.

La sigla ETP (exchanged traded product) definisce genericamente forme di risparmio collettivo gestito di tipo passivo, vale a dire “contenitori” replicanti in tutto e per tutto l’andamento degli strumenti finanziari che ne compongono il portafoglio. Comprende quindi le più note sigle ETF (exchanged traded funds), ETC (exchanged traded commodities) ed ETN (exchanged traded notes), che indicano più precisamente il tipo di investimento, rispettivamente in fondi, materie prime o indici.

Se la regola aurea del risparmio è la diversificazione, anche geografica, il primo vantaggio offerto dagli ETP è  l’enorme varietà di fondi disponibili sul mercato, che permette di scegliere ogni genere di investimento e di soddisfare le preferenze dei più diversi tipi di investitori, dai più prudenti a quelli che non rinunciano all’opportunità di conseguire maggiori guadagni a fronte di rischi più elevati di perdite: oltre ai più classici fondi azionari e obbligazionari sui mercati di tutto il mondo, esistono infatti anche ETP a leva, short o long, ETP che investono direttamente nei titoli o materie prime e altri che utilizzano i derivati, e persino ETP considerabili come bene rifugio, quali gli ETC sull’oro fisicamente posseduto o, secondo una tesi dibattuta, anche gli ETP che investono in criptovalute.

La diversificazione è il primo, ma non certo l’unico aspetto da considerare; l’operatività con strumenti trasparenti ed estremamente maneggevoli, quali sono ETF, ETC ed ETN, presenta infatti molteplici vantaggi:

  • si comprano e vendono come semplici azioni, con la stessa velocità e le stesse modeste commissioni di negoziazione, evitando quindi gli alti costi dei fondi gestiti (nessuna commissione d’ingresso o d’uscita; commissioni di gestione, implicite nel valore della quota, di gran lunga più basse, di solito inferiori, almeno per gli ETF, al mezzo punto percentuale);
  • si possono acquistare o vendere nella loro interezza con un’unica operazione;
  • sono quotati su un mercato regolamentato, con un lotto minimo di una quota;
  • consentono di attuare con facilità strategie di breve, medio e lungo periodo;
  • garantiscono liquidità, assicurata dalla presenza di almeno uno specialist con obblighi di quotazione continua;
  • offrono la massima trasparenza informativa: grazie alla negoziazione in tempo reale, si è costantemente a conoscenza della valorizzazione del proprio investimento.

Inoltre, gli ETF (ma non gli ETC e gli ETN) sono strumenti a patrimonio separato rispetto a quello societario dell’emittente: l’investimento è protetto anche in caso di fallimento del gestore del fondo.

Per quanto riguarda il trattamento fiscale, ricordiamo che per ETF ed ETN è analogo a quello dei fondi tradizionali e non delle azioni: le plusvalenze realizzate sono considerate redditi di capitale, anziché redditi diversi, quindi sempre soggette a imposta sul capital gain, senza possibilità di compensazione con minusvalenze precedenti. Solo gli ETC sono trattati come le azioni.

Possibilità operative con Directa

I clienti di Directa possono negoziare una numerosa serie di ETF a commissioni zero grazie agli accordi stipulati con diversi emittenti: Lyxor, Rize iShares, WisdomTree… e per gli estimatori delle criptovalute, anche 10 ETP su criptovalute 21shares: Bitcoin, Short Bitcoin, Ethereum, Bitcoin Cash, Tezos, Cardano, Solana, Stellar Lumens, Polkadot, Crypto Basket.

Con Directa è possibile acquistare o vendere anche con leva finanziaria 2 più di 1100 ETF, ETC e ETN quotati sul segmento ETFplus di Borsa Italiana, selezionati tra i più liquidi del mercato e tutti senza leva implicita, impiegando quindi solo una parte della liquidità necessaria.

Per facilitare chi ama pianificare e non ha troppo tempo a disposizione per valutare continuamente nuove scelte, Directa ha introdotto i PAC in ETF, piani di accumulo che costituiscono una forma di investimento assistito basato su acquisti periodici programmati, con importi costanti a scadenze regolari, e anche con rate molto basse. In periodi di equilibrio molto precario dei mercati, come quello attuale, la diluizione così ottenuta dell’investimento serve anche ad attenuare l’impatto potenzialmente sfavorevole dell’eccessiva variabilità dei prezzi.

Il Cliente può impostare autonomamente importi e frequenza degli investimenti scegliendo tra una vasta selezione di ETF quotati su Borsa Italiana messi a disposizione da Lyxor, su cui non sono previste commissioni di negoziazione per gli ordini d’acquisto. Gli ordini sono inviati in maniera completamente automatica nelle giornate predefinite.

In sintesi si può ben affermare che gli ETP rappresentano un’alternativa di sicuro interesse sia per chi ha sempre puntato sui mercati azionari, ma è stanco di inseguire gli alti e bassi dei singoli titoli o di pagare gli alti costi di gestione dei fondi tradizionali, sia per gli orfani del reddito fisso, che non possono rassegnarsi a dover pagare loro per prestare i propri soldi a emittenti affidabili, né tanto meno a rischiare di non rivederli più per ottenere un modesto rendimento da emittenti in odore di default.

di Giuliana Fittante

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