ENI rifiata, ma è un buy imperdibile. Ecco fin dove salirà

ENI si è fermato sotto la parità, perdendo meno del Ftse Mib, malgrado il tonfo del petrolio. Focus sulle ultime novità: due conferme bullish dagli analisti.

La seduta odierna ha imposto una battuta d’arresto anche per ENI che ha rivisto il segno meno dopo tre giornate consecutive in rialzo.

ENI in calo dopo tre rialzi di fila

Lasciatasi alle spalle la sessione di giovedì scorso con un frazionale rialzo dello 0,18%, oggi il titolo ha provato a spingersi ancora in avanti, salvo poi tornare sui suoi passi e chiudere gli scambi in rosso.

A fine giornata ENI si è fermato a 14,15 euro, con un calo dello 0,35% e oltre 11 milioni di azioni passate di mano, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a oltre 18 milioni.

ENI si difende malgrado il crollo del petrolio

Il titolo è riuscito a contenere le perdite, difendendosi meglio del Ftse Mib, malgrado il sell-off in atto sul petrolio. Dopo il rialzo di circa un punto e mezzo percentuale messo a segno ieri, l’oro nero è travolto dalle vendite e si presenta ora a 102,2 dollari, con un affondo del 5,53%.

ENI: Banca Akros conferma il buy dopo le ultime novità

ENI intanto oggi è finito sotto la lente di Banca Akros, dopo che il gruppo giovedì scorso ha annunciato nuove scoperte di olio e gas nella concessione di Meleiha, nel deserto occidentale egiziano, che consentiranno di aggiungere alla produzione 8.500 barili al giorno di olio equivalente.

Secondo gli analisti di Banca Akros, la scoperta in questione migliora ulteriormente la visibilità sui target di crescita della produzione di ENI.

Confermata la view bullish sul titolo che per gli esperti merita una raccomandazione “buy”, con un prezzo obiettivo a 16,5 euro.

ENI tra i preferiti di Equita SIM nel settore oil. Focus su report IEA

A puntare su ENI è anche Equita SIM che al pari di Banca Akros ha un rating “buy”, con un taget price a 18 euro, valore che implica un potenziale di upside di oltre il 27% rispetto alle valutazioni correnti a Piazza Affari. 

La SIM milanese ha confermato ENI tra i suoi titoli preferiti nel settore oil dopo che nel rapporto mensile di aprile la IEA, ossia l’Agenzia Internazionale dell’energia, ha peggiorato le proprie previsioni sul 2022 sulla domanda per 0,26 milioni di barili al giorno, a seguito degli effetti dell’incremento dei prezzi, le restrizioni legate alla pandemia in Asia e le implicazioni negative sull’economia per l’invasione in Ucraina.

Nel precedente report di marzo, l’Agenzia aveva peggiorato le stime sulla domanda di 1 milione di barili al giorno. Per il 2022 la IEA si attende una crescita della domanda pari a +1,9 milioni di barili giornalieri anno su anno, per complessivi 99,5 milioni di barili.

Dal lato dell’offerta il minor livello di export dalla Russia dovrebbe essere compensato dalla maggior produzione da OPEC+, Stati Uniti e dall’immissione sul mercato di scorte strategiche.

Le prospettive restano incerte e le scorte dell’OCSE a febbraio hanno continuato a scendere, registrando il 14° calo mensile consecutivo, per attestarsi a 320 milioni di barili, al di sotto della media quinquennale.

Equita SIM fa sapere che la sua ipotesi corrente sul prezzo del Brent per le stime degli utili 2022 è pari a 85 dollari al barile, che riflette un’ipotesi di normalizzazione del mercato ed un effetto di “demand disruption”.

Davide Pantaleo
Davide Pantaleo
Davide Pantaleo da quasi un ventennio si occupa di Borsa e Finanza. Dopo aver svolto per diversi anni l'attività di promotore finanziario in Italia e all'estero, nel 2005 entra nel team di Trend-online con l'incarico di redattore.
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