Genesi dell’Euro

Leggendo alcuni commenti a margine del video che ho pubblicato ieri sono rimasto veramente stupito.

Leggendo alcuni commenti a margine del video che ho pubblicato ieri sono rimasto veramente stupito. Ho potuto appurare che molti ascoltatori non conoscono infatti la storia europea del dopoguerra, perlomeno quella economica, quindi mi sembra doveroso fare un video sull’argomento, seppur è evidente che devo necessariamente essere molto sintetico.

I primi accordi economici fra i Paesi europei risalgono al 1951 quando a Parigi viene firmato da sei Paesi, Belgio, Francia, Germania Ovest, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi il trattato costitutivo della CECA, ossia Comunità Europea Carbone e Acciaio.

Ma certamente il trattato più importante fu firmato a Roma sei anni più tardi, nel 1957, quando venne istituita la CEE Comunità economica Europea. L’istituzione della CEE è davvero un evento estremamente importante.

Si è creato così di fatto un mercato comune all’interno del quale vengono aboliti i dazi doganali.

Sembra che ormai si sia intrapresa la strada che porti ad una maggior integrazione fra gli Stati europei, insomma verso quella che oggi conosciamo come Unione europea, ma non è così.

A frenare, anzi a fermare quel progetto è un vero patriota francese, il Generale Charle De Gaulle, il quale, dirigente del Comitato francese di Liberazione nazionale, non fu solo anti-nazista, ma è nota la sua insofferenza verso gli americani.

Quindi la Francia arrestò il processo di integrazione europeo poiché De Gaulle non avrebbe mai accettato di diventare subalterno nei confronti dei tedeschi e degli americani.

Passarono alla storia alcune sue frasi: “Non ci può essere altra Europa che quella degli Stati, tutto il resto è mito, discorsi, sovrastrutture” ed ancora: “Sì al mercato comune, ma con una attenzione particolare agli interessi francesi”.

Quindi dobbiamo attendere la scomparsa di De Gaulle per vedere nuovi importanti trattati, nel 1975 nasce la Corte dei Conti europea, ma di importanza fondamentale è la creazione del Sistema Monetario europeo nel 1979.

Che venne sottoscritto dai Paesi che formavano la Comunità economica europea in quell’anno. Che cos’era questo Sistema monetario Europeo? Era di fatto la prova generale dell’euro.

La differenza consisteva nel fatto che anziché imporre dei cambi fissi fra le varie monete dei Paesi aderenti, si tollerava una banda di oscillazione del 2,25% nei confronti di un paniere composto da queste monete.

Questo paniere di fatto è risultato così la prima moneta europea, che venne denominata European Currency Unit, ECU, ossia Unità di conto europea.

Una moneta che tuttavia non venne mai coniata, ossia non furono stampate le banconote, ma una moneta a tutti gli effetti, infatti si potevano effettuare operazioni finanziarie, come ad esempio richiedere un mutuo in Ecu.

All’Italia, che aveva un tasso di inflazione superiore rispetto agli altri Paesi venne concessa una banda di oscillazione del 6%.

Cosa accadeva se il valore della moneta di uno Stato, rispetto all’Ecu, aveva una variazione (in più o in meno) superiore al 2,25% e per l’Italia al 6%?

In caso di variazione negativa, ossia qualora la propria moneta si stesse svalutando oltre la percentuale consentita, sarebbe dovuta intervenire la Banca Centrale del Paese ed utilizzare le proprie riserve in oro o in dollari Usa, per riequilibrare il cambio.

Ebbene nel corso degli anni, poiché la nostra lira continuava a svalutarsi la Banca d’Italia continuò ad intervenire depauperando così le proprio riserve, finché …

Il 16 di settembre del 1992 l’Italia, che aveva azzerato tutte le proprie riserve nel tentativo di rimanere all’interno dello Sme dovette alzare bandiera bianca ed abbandonare lo SME.

Stessa sorte per la sterlina inglese.

Per ricostituire un po’ di riserve il Presidente del Consiglio Giuliano Amato fece una manovra da 92.000 miliardi di lire, una cifra pazzesca per il tempo.

All’interno di quella manovra ricordiamo tutti il prelievo fatto sui conti correnti degli italiani del sei per mille. Va comunque specificato che quel prelievo riguardava solo una minima parte di quella manovra, e fu applicato una tantum, ossia una volta soltanto.

Tanto per chiarire noi da diversi anni stiamo pagando un’imposta analoga, ma molto più onerosa e non “una tantum” ma ogni anno. Mi riferisco al cosiddetto bollo sul deposito dei prodotti finanziari pari al due per mille, un bollo quindi applicato non al saldo del conto corrente, sul quale normalmente lasciamo in deposito una parte minima dei nostri risparmi, come avvenne nel 1992.

Il due per mille che paghiamo ogni anno dal 2014 viene invece calcolato sull’ammontare dei prodotti finanziari detenuti dai risparmiatori quindi sull’ammontare complessivo degli investimenti, il cui importo è normalmente estremamente superiore a quello detenuto sul conto corrente.

Ma torniamo a noi, dal 16 settembre del 1992 quindi l’Italia e il Regno Unito escono dallo SME e per loro è il ritorno alla vita.

Sia l’Italia che il Regno Unito, infatti, godranno da quel momento del vantaggio di competitività indotto dalla svalutazione della loro moneta.

Quando io dico che dal 1992 inizia un periodo d’oro per la nostra economia, ovviamente mi riferisco a dopo il 16 di settembre, insomma è chiaro che godiamo degli enormi benefici indotti dalla svalutazione dal 1993.

Inizia così un periodo davvero d’oro per l’Italia. Tutti i nostri parametri macroeconomici migliorano, nelle zone adiacenti le nostre città nascono le cosiddette Z.A.I. ossia zone artigianali ed industriali. I capannoni industriali ed artigianali crescono come funghi.

Gli imprenditori faticano a trovare maestranze perché abbiamo raggiunto la piena occupazione, importiamo quindi mano d’opera dall’estero. Gli italiani si arricchiscono come non mai.

Nel frattempo lo SME continuava ad esistere e noi continuavamo a beneficiare di una situazione che risultava particolarmente favorevole alla nostra economia.

Il 1994, 1995, 1996 furono anni straordinari per l’Italia, incredibilmente, però, a quel punto, novembre 1996, il nostro Paese chiese di rientrare nello Sme, naturalmente la Gran Bretagna si guardò bene dal fare una cosa simile, vista l’esperienza negativa.

Per l’Italia una decisione totalmente insensata, voluta a tutti i costi dal quello che nel frattempo era diventato Ministro del Tesoro, Carlo Azeglio Ciampi, ossia la stessa persona che da Governatore della Banca d’Italia qualche anno prima aveva dilapidato tutte le nostre riserve.

Quella di rientrare all’interno dello Sme fu una decisione totalmente folle per il nostro Paese, una decisione che ha comportato, e continua tutt’ora a comportare sacrifici inenarrabili per la popolazione, Ciampi per questo verrà ricompensato diventando prima Presidente del Consiglio e poi Presidente della Repubblica.

E così il primo gennaio del 1999, lo Sme diventò la Banca Centrale europea, e l’ecu diventò l’euro, e per l’Italia iniziò l’incubo.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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