Il Britannia

Britannia, è il nome che i Romani diedero all’isola che oggi noi chiamiamo Gran Bretagna, ma è anche il nome che venne dato ad un panfilo.

Britannia, è il nome che i Romani diedero all’isola che oggi noi chiamiamo Gran Bretagna, ma è anche il nome che venne dato ad un panfilo, non ad un panfilo qualunque, bensì a quello della famiglia reale britannica.

Per noi italiani il Britannia ha un significato particolare, è infatti a bordo di quello yacht che si tenne, il due giugno del 1992, un evento che cambiò i destini del nostro Paese.

Quel giorno a bordo del Britannia politici e top manager delle maggiori aziende pubbliche italiane si incontrarono con i maggiori banchieri e finanzieri della City, si trattava la vendita (per molti la svendita) diciamo la privatizzazione delle principali aziende pubbliche italiane.

Vediamo chi c’era a bordo del Britannia.

Mario Draghi, Direttore Generale del Tesoro,

Carlo Azeglio Ciampi, Governatore della Banca d’Italia

Lamberto Dini, Direttore Generale della Banca d’Italia

Innocenzo Cipolletta, Direttore Generale di Confindustria

Giovanni Bazoli, Presidente del Nuovo Banco Ambrosiano che dopo una serie di fusioni portò alla nascita di Intesa Sanpaolo, banca della quale oggi Bazoli è Presidente emerito

Gabriele Cagliari, Presidente dell’Eni

Lorenzo Pallesi Presidente di Ina Assitalia

Ed i politici, Beniamino Andreatta, Romano Prodi, Giuliano Amato e Giulio Tremonti

Come detto poi a bordo c’erano anche i maggiori banchieri anglosassoni, faccio un solo nome Jacob Rotshild.

Allora, il Britannia attraccò al porto di Civitavecchia per poi salpare verso l’Argentario.

Ricordo che Draghi diventò Direttore Generale del Tesoro soltanto l’anno prima, nel 1991, chiamato a quel ruolo da Guido Carli, Ministro del Tesoro e, precedentemente, per un’infinità di anni, Governatore della Banca d’Italia.

Toccò a Draghi, appunto in veste di Direttore Generale del Tesoro, ossia colui che doveva vendere, tenere il breve discorso iniziale.

L’anno successivo, sulla vicenda, ci fu un’interrogazione parlamentare alla quale Draghi rispose in questo modo, queste le sue testuali parole:

Pensando che la nave si sarebbe staccata dal molo e che per una intera giornata di navigazione mi sarei trovato in contatto con quelli che potenzialmente sarebbero stati i miei clienti per i mandati da dare per le privatizzazioni, chiesi che la partenza della nave fosse ritardata.

Così, dopo aver svolto l’introduzione me ne andai e la nave partì senza di me.

In questo modo evitai, in maniera assoluta, ogni possibile sospetto di partecipazione o di commistione con i banchieri d’investimento, con le società a partecipazione statale, con alcuni di quelli che oggi ricoprono la carica di ministro e che allora rimasero a bordo della nave.

Sotto un certo punto di vista probabilmente Draghi rappresenta un unicum, quindi una persona che, per gli psicologi, possa risultare un interessantissimo un caso di studio.

Personalmente sono giunto alla conclusione che nella sua vita Draghi deve esser sempre stato attorniato da persone prive di cervello o forse servili oltre ogni limite.

Lo si evince dal fatto che, nella maniera più naturale, egli arriva ad affermare assurdità tali che la sola spiegazione plausibile è che egli possa presumere che chi lo ascolta sia una persona priva di cervello, o perlomeno priva della capacità di fare la benché minima riflessione.

Ma torniamo a noi, il discorso introduttivo di Draghi fu, anni dopo, pubblicato anche su alcuni giornali, io vi cito solo la parte iniziale che certamente ha stupito molto. Sentite:

Signore e signori, cari amici, desidero anzitutto congratularmi con l’Ambasciata Britannica e gli Invisibili Britannici per la loro superba ospitalità. Tenere questo incontro su questa nave è di per sé un esempio di privatizzazione di un fantastico bene pubblico”.

Ma cosa fa la Regina d’Inghilterra? Presta il suo panfilo ad un gruppo, denominato gli Invisibili Britannici, per farsi una piccola crociera in Italia?

Evidentemente no! Ma poi …

Gli Invisibili Britannici chi sono?

Allora il Britannia come noto era in quel momento il panfilo della Regina, ed era certamente così, apparteneva alla Corona inglese ma contemporaneamente era di proprietà della società britannica “British Invisibles”. 

Ebbene se provate a ricercare su Wikipedia ***British Invisibles ***lo trovate solo in lingua inglese.

I British Invisibles erano allora il gruppo di interessi finanziari della City, al cui interno c’è senza dubbio la Bank of England. Oggi ha assunto una nuova denominazione: International Financial Services, London.

Insomma avete capito. Gli interessi della Corona sono gli interessi della Gran Bretagna, e viceversa, gli interessi della Gran Bretagna sono gli interessi della Corona.

Vabbé, come è andata poi a finire lo sappiamo tutti, ma voglio concludere in una maniera originale, visto che non ho visto sottolineare la cosa da altri.

Ritengo che alla conclusione degli affari i British Invisibles, con il loro proverbiale aplomb avranno salutato senza dimenticarsi di dire: tanti auguri Repubblica Italiana.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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