Macron, tutto, fin troppo, come nelle previsioni

La rielezione di Macron era assolutamente scontata.

La rielezione di Macron era assolutamente scontata, nessuno Stato europeo può avere, almeno per il momento un Governo che non risponda a quella che potremmo definire … la “cupola occidentale”, un potere che appunto opera sotto l’egida della Nato.

In Europa è permesso solo ad Orban di rimanere al potere, pur essendo, diciamo, piuttosto critico nei confronti della “cupola”, ma ritengo che quella sia una concessione che il mainstream permette. E’, diciamo, la classica foglia di fico con la quale la “cupola” cerca di nascondersi, di non mostrarsi per ciò che è, ossia un regime dittatoriale.

In effetti l’Ungheria è uno staterello, ha un’economia insignificante a livello europeo e mondiale, insomma è perfetto per essere la foglia di fico, perché … vabbé poi qualora domani non servisse nemmeno quella … vabbé … Orban verrebbe spazzato via in un batter d’occhio.

Certo, non è stato un trionfo per Macron, ma anche questo era scontato, se fosse stato un trionfo, beh, l’avrebbero … direi che l’avrebbero fatta sporca! Così come … come non poteva nemmeno vincere con il 51%, che invece avrebbe creato discussioni a non finire appunto sulla legittimità del voto e su eventuali brogli. 

Non potevano permettersi un Trump-bis, ecco, mettiamola così! Quindi andava benissimo il 58,6%, una percentuale proprio perfetta. Vittoria netta, ma non schiacciante, in maniera tale che fosse evidenziato il malumore del paese, perché la Francia è … veramente … ad un passo dal baratro. Basti vedere quel che sta accadendo in Corsica.

Macron sapeva quello che poi si sarebbe rivelato così il risultato finale, quindi sapeva come doveva reagire, cioè il suo discorso era pronto da tempo. Di fatto cosa ha detto? Ha detto “francesi, siete arrabbiati? Vi capisco, ma vedrete che risolverò tutto io, sono dalla vostra parte”.

Figuriamoci! Proprio lui! Personaggio creato dal mainstream, plasmato nel Bilderberg e quindi assolutamente al servizio della “cupola”.

Figuriamoci! Lui è la causa dei problemi che vive giornalmente, appunto, il popolo francese. Macron non è la soluzione!

Oddio! Forse la soluzione non sarebbe stata neppure la Le Pen, ma perlomeno la sua “impossibile” elezione si poteva interpretare come un segnale di cambiamento, invece … no! Naturalmente, ma ripeto, questo era assolutamente scontato.

L’Europa continua ad essere in piena crisi, ed i segnali sono … sono più che evidenti, l’esempio forse più eclatante è l’euro. Basta guardare il grafico del cambio euro/dollaro per vedere in maniera, assolutamente chiara che la situazione di crisi ormai si sta manifestando da tempo.

Ormai è dall’inizio dello scorso anno che l’euro sta perdendo terreno, ma in particolare dal giugno scorso. Quindi in undici mesi il cambio nei confronti del dollaro è passato da 1,22 all’attuale 1,07. Ed oggi, appunto, nonostante la rielezione di Macron, è stata ancora una giornata nera per la cosiddetta … moneta unica.

Allora, visto che siamo in argomento, nei giorni scorsi avevo anche intenzione di parlarvi del cambio dollaro/yen,   che è un cambio fondamentale per capire le prospettive economiche.

Ricordiamo gli “incredibili” anni ’90, nella prima metà degli anni ’90 lo yen si apprezzò enormemente nei confronti del dollaro, l’economia giapponese era veramente estremamente florida, ma ci furono anche fenomeni speculativi.

E così, nella seconda metà degli anni ’90, invece, lo yen crollò! Ricordate certamente la crisi finanziaria che passò alla storia come … “la crisi delle tigri asiatiche”. 

Poi il cambio dollaro/yen continuò anche negli anni 2000  a variare, ma sostanzialmente la moneta giapponese si è apprezzata per un decennio, dal 2002 al 2012, mentre nel decennio successivo, ossia dal 2012 ad oggi abbiamo assistito ad un fenomeno esattamente opposto, cioè lo yen si è indebolito ed oggi è tornato sui livelli del 2002, ossia di 20 anni fa.

Magari ne parleremo successivamente, e comunque per il momento torniamo a parlare delle elezioni, perché non si è votato solo in Francia, anche se naturalmente le elezioni transalpine erano di gran lunga quelle più importanti ed hanno naturalmente catalizzato l’attenzione dei media. 

Si è votato anche nella piccola Slovenia, ed anche qui il risultato è stato assolutamente deludente.

Si è imposto infatti un partito nato solo alcuni mesi fa, il “Movimento Libertà”, una specie di Movimento 5 Stelle, che ha già dichiarato però di essere totalmente filo occidentale, perlomeno hanno evitato di annunciare che “apriranno il Parlamento come una scatoletta di tonno”.

Ufficialmente il partito è nato a maggio dello scorso anno, e la denominazione era … Partito d’Azione Verde, ma il fondatore, dopo alcuni mesi, in maniera alquanto inspiegabile, lasciò la politica. Ed allora nello scorso mese di gennaio, quindi meno di quattro mesi fa, a capo del partito fu nominato un certo Golob, il quale, immediatamente, fece una cosa: cambiò il nome del partito in Movimento Libertà.

Qualcosa … già visto anche da altre parti.

Ed anche il successo elettorale, del tutto inaspettato, è risultato molto sospetto, con il 34,5% proprio come i nostri Cinquestelle, ora il Movimento Libertà si appresta appunto a guidare un Governo con i Socialdemocratici ed altri partiti di quell’area.

Il partito del premier uscente Jansa non è andato oltre il 23,7% e la giustificazione di questa sconfitta elettorale viene attribuita ai cattivi rapporti che Jansa aveva con la stampa ed invece ai suoi buoni rapporti che aveva con Orban.

Insomma, abbiamo già capito tutto, dai!

Comunque per concludere il video odierno voglio parlare anche della nostra Italia e della situazione economica sempre più allarmante.

Come vi avevo già detto dal mondo della piccola e piccolissima imprenditoria sono arrivati allarmi già dai mesi scorsi, allarmi che non hanno fatto altro che intensificarsi, ed ora la situazione … beh, sembra farsi davvero seria anche per la grande imprenditoria.

Confindustria non ha più potuto nascondere che la situazione economica in Italia si sta velocemente deteriorando, naturalmente ha dato tutta la colpa al conflitto russo/ucraino.

Ha sottolineato come numerose nostre aziende avevano stretti rapporti con la Russia, anzi la loro stessa esistenza dipendeva dalle esportazioni in Russia ed oggi, ed oggi naturalmente si trovano in una situazione disastrosa.

Ciò che Confindustria, ecco, non sottolinea, è che è l’Italia ad aver imposto delle sanzioni alla Russia, non il viceversa. E quindi … e quindi chi è causa del suo mal pianga se stesso.

Solo adesso Confindustria si rende conto che oltre ad importare grandi quantità di prodotti energetici dalla Russia noi esportiamo anche i nostri prodotti, se ne accorge adesso?

Eppure, Confindustria, plaude al Governo per le sanzioni, anzi arriva adesso anche la sesta ondata di sanzioni, e le sanzioni sono come il Covid: arrivano ad ondate, e fanno male soprattutto a chi le fa.

E guardate che non è un modo di dire! Affermare che le sanzioni sono un boomerang è la verità! E c’è una situazione che veramente se non fosse vera … sarebbe una barzelletta, purtroppo invece è vera.

C’è un’azienda italiana che ha sede a Tessera, insomma a Venezia, un’azienda che si chiama SuperJet International il cui capitale per il 10% è della nostra Leonardo, e per il 90% della russa Sukhoi, avete presente il colosso dell’industria aerospaziale.

Ebbene, essendo stati bloccati i conti della Sukhoi l’azienda russa non può materialmente versare gli stipendi ai 140 lavoratori, tutti italiani ovviamente!

Cosa dire? Pazzesco! 

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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