Previsioni di Borsa 2023

Avevo analizzato alcuni giorni fa l’anno appena trascorso per quanto riguarda la Borsa italiana, in un anno che è risultato particolarmente negativo.

Avevo analizzato alcuni giorni fa l’anno appena trascorso per quanto riguarda la Borsa italiana, in un anno che è risultato particolarmente negativo praticamente per tutte le più importanti Borse del mondo.

L’indice principale della Borsa italiana nel 2022 ha subito un calo del 13,31% in linea con le performances avute dalle altre Borse del Vecchio Continente.

Ma come è andata negli Stati Uniti?

Ebbene l’indice Dow Jones ha perso l’8,78%, lo S&P500 ha perso il 19,44% ed il Nasdaq ha perso il 33,10%.

Ricordo brevemente come sono composti questi tre indici.

Il Dow Jones, l’indice di Borsa più vecchio del mondo, originariamente era composto da soli titoli industriali, infatti per la precisione si chiama Dow Jones Industrial, ormai da anni fra i trenta titoli che ne fanno parte non ci sono soltanto titoli del comparto industriale, ma insomma poco cambia.

Di fatto è composto dai trenta titoli a maggior capitalizzazione, insomma all’interno dei Dow Jones sono quotate esclusivamente le più grandi aziende multinazionali americane.

Lo S&P500 è considerato l’indice di riferimento della Borsa statunitense perché racchiude le 500 maggiori aziende di tutti i settori economici.

Il Nasdaq è il cosiddetto indice di Borsa dei titoli tecnologici, ed al suo interno troviamo la quotazione di migliaia di titoli, ci sono piccole e piccolissime start up e veri e propri colossi del settore.

Il tracollo del Nasdaq ci indica che l’anno appena trascorso è stato un anno disastroso per quanto riguarda i titoli del settore tecnologico, la pessima performance dello S&P500 ci indica che è stato un anno pessimo (il peggiore dal 2008) per la Borsa americana, l’aver limitato le perdite da parte del Dow Jones ci indica che, diciamo a salvarsi, sono state le più grandi multinazionali in particolare del settore industriale.

Sul Dow Jones è andato molto bene il comparto petrolifero con Exxon e Chevron, quello assicurativo con il colosso The Travelers e voglio anche segnalare una cosa curiosa.

Voi probabilmente vi sareste aspettato un anno molto positivo anche per il comparto farmaceutico, sì, però … attenzione, sul Dow Jones sono quotate le due più grandi aziende americane del settore, ma contrariamente a quanto si sarebbe potuto supporre la Pfizer nello scorso anno ha perso il 10,4%, mentre la Merck ha guadagnato il 49,4%.

Le performance letteralmente disastrose di Facebook, Amazon, Microsoft, Google ed Apple hanno poi affossato il Nasdaq.

Insomma il 2022 è stato un anno pessimo, ma non è stato percepito in maniera così negativa. Perché?

Perché negli ultimi tre mesi dell’anno, quindi il trimestre più vicino a noi, le Borse sono risalite ed hanno così limitato le perdite che fino alla fine del mese di settembre risultavano molto più accentuate.

Ecco non mi addentro in una analisi più specifica, ribadisco solo che il 2022 è stato il peggior anno per i listini di Borsa americani dalla spaventosa crisi del 2008.

Ultima osservazione, c’era qualcuno che aveva previsto quel che è accaduto a Wall Street, sede del New York Stock Exchange ed a Time Square sede del Nasdaq?

No! Che sappia io, nessuno aveva previsto i cali che si sono verificati, anzi la maggior parte degli analisti aveva previsto una crescita delle Borse, anche se abbastanza limitata.

Tuttavia questa non è una sorpresa, questo accade spessissimo, la maggior parte delle volte le previsioni degli analisti non si verificano, poi, in alcuni casi, come quello dello scorso anno, le previsioni vengono totalmente stravolte.

C’è un motivo, la logica ci porta sempre a pensare che non ci saranno variazioni notevoli (in aumento o in diminuzione), riteniamo sempre che le quotazioni raggiunte siano corrette e non ci aspettiamo mai quindi boom o crolli.

Ed ora mi sbilancio in una previsione per l’anno in corso, mi riferisco alla Borsa americana.

Dato che dal 1975 in poi, ossia negli ultimi 48 anni, soltanto in una occasione lo S&P500 è sceso per due anni consecutivi, (per la precisione in quell’occasione scese per tre anni consecutivi nel 2000, 2001 e 2002) dovremmo ritenere che l’indice di riferimento della Borsa americana, dopo un anno così negativo, possa tornare a salire nel 2023.

E dato che esattamente la medesima cosa è accaduta al Nasdaq, insomma anche per l’indice dei titoli tecnologici ritengo che il 2023 possa essere un anno nel quale possa tornare a salire.

Ebbene occorre dire che la mia previsione non trova riscontra tra i vari analisti, la maggior parte di loro, infatti, prevede ancora cali.

Ribassi principalmente determinati dal perdurare di un’inflazione che ha difficoltà a scendere e dalla persistenza di una politica monetaria restrittiva della Federal Reserve.

La Banca Centrale americana, infatti, secondo la maggior parte degli analisti, manterrà tassi elevati per un periodo più lungo rispetto a quanto si prevedeva alcuni mesi fa.

Certo i tassi alti non aiutano le Borse, e sono ben conscio che la lotta all’inflazione sarà ancora lunga, non voglio sottovalutarla.

Quindi i tassi che hanno già raggiunto livelli che non si riscontravano dallo scoppio della crisi del 2008, sono forse destinati a salire ulteriormente e questo porterà senza dubbio ad un rallentamento economico ed una conseguente riduzione degli utili da parte delle aziende, tuttavia io ritengo che nella seconda parte dell’anno si dovrebbe cominciare a vedere un’inversione di tendenza.

Quindi, nonostante sia in minoranza, rimango moderatamente ottimista per quanto riguarda la Borsa americana e per l’anno in corso prevedo un rialzo modesto, orientativamente intorno al 5%.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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