Lo scandalo Von der Leyen

Che Ursula Von Der Leyen sia stata una pessima Presidente della Commissione europea è fuor di dubbio.

Che Ursula Von Der Leyen sia stata una pessima Presidente della Commissione europea è fuor di dubbio.

Oddio, non che i suoi predecessori siano stati molto meglio, adesso vado a memoria: Prodi, Van Rompuy, no, questo è stato Presidente del Consiglio europeo, forse Barroso … dunque … ah certo, il predecessore di Ursula superciuck Jean Claude Juncker.

Ecco insomma i predecessori di Ursula non si sono distinti per “qualità”, tuttavia è difficile non mettere Ursula Von Der Leyen fanalino di coda in una ipotetica classifica dei Presidenti della Commissione europea.

Certo gli sono capitati anche cinque anni un po’ complicati, ma lei si è comportata nel peggiore dei modi.

Nonostante questo il suo partito, la CDU tedesca, la formazione politica più importante del PPE ha dovuto fare la mossa di ripresentarla come candidata anche per i prossimi cinque anni.

Ho detto “ha dovuto” perché sarebbe stato troppo non ripresentarla dopo che lei stessa aveva dato la sua piena disponibilità per la candidatura.

Se la CDU non l’avesse ricandidata sarebbe stata la più clamorosa bocciatura della storia.

Insomma sarebbe stato come dire, abbiamo avuto per cinque anni una pessima Presidente della Commissione europea, quindi come darsi la zappa sui piedi.

Ed allora, visto che la Von Der Leyen non ne voleva sapere di levare le tende da Bruxelles, la CDU ha dovuto ricandidarla per poi “bruciarla” con un clamoroso scandalo.

Vabbé sì, avete ragione, forse il termine clamoroso non era quello appropriato, lo sapevamo tutti che la Von Der Leyen aveva qualche problemuccio, un piccolo, insignificante conflitto di interesse causato dal fatto che il marito Heiko Von Der Leyen è Direttore medico della società Orgenesis specializzata in terapie cellulari e geniche e nell’ottobre 2022 si è dimesso dalla sua posizione nel consiglio di sorveglianza di Orgenesis, dopo che i giornalisti avevano riferito che la filiale italiana di Orgenesis aveva ricevuto in passato fondi per la ricerca dell’UE.

Sì ma dai se la società Orgenesis meritava di essere finanziata dall’Unione europea, non è mica che aveva ricevuto quei fondi perché il Sig. Von Der Leyen è marito … ma dai non penserete mica che …

Poi fatemi fare una digressione, avete notato come tutte le donne ai vertici delle istituzioni europee non usino il loro cognome, ma quello del marito.

Certo per la Von Der Leyen bisogna capirla, il suo cognome Albrecht è un cognome comune in Germania un cognome che definiremmo popolano. Volete mettere con Von Der Leyen che è una celebre famiglia nobile componente luterana della Chiesa evangelica tedesca.

Ma la stessa cosa si potrebbe dire della Lagarde e della Metsola. Ma chiudiamo la parentesi e torniamo all’indagine che riguarda la Von Der Leyen.

Un’indagine portata avanti dalla Procura europea dopo che era stata resa pubblica una denuncia presentata dal lobbista locale Frederic Baldan, a cui si erano aggiunti altri due esposti del governo ungherese e di quello polacco.

Un’indagine che riguarda il pasticciaccio dei vaccini con la Pfizer.

Guardate a volte il caso, la società del marito, la Orgenesis che come detto aveva avuto finanziamenti dall’Unione europea collabora con la Pfizer ed è direttamente coinvolta nello sviluppo di terapie geniche, in particolare vaccini contro l’acido ribonucleico messaggero (mRNA).

Voi capite a volte il caso, queste incredibili coincidenze, perché sia ben chiaro, non c’è alcun conflitto di interesse, è semplicemente un caso, una coincidenza.

Come è una coincidenza che dopo l’elezione di Donald Tusk lo scorso dicembre, pare che la Polonia stia preparando il ritiro della denuncia.

Guarda te che combinazione! Comunque l’Ungheria ma anche la Polonia sono stati citati in giudizio da Pfizer per mancati pagamenti per le dosi di vaccini dopo aver interrotto le consegne.

Ma ricordate anche che era stato il New York Times nell’aprile del 2021 a far scoppiare per primo il caso.

Il giornale americano era arrivato a far causa alla Von der Leyen per non aver reso pubblico il contenuto di messaggi che la Presidente della Commissione europea aveva scambiato con l’Amministratore delegato di Pfizer Bourla.

Ciò che si voleva sapere era la contrattazione avuta e che aveva portato all’acquisto di un numero insignificante di vaccini, solo un miliardo e ottocento milioni di vaccini, quindi un ordine per circa 20 miliardi di euro.

Ma l’aspetto più straordinario di questa storia è arrivato nel 2022, state bene a sentire: il difensore civico dell’Unione europea Emily O’ Reilly, ha chiesto che venisse reso pubblico il contenuto degli sms che la Von der Leyen si era scambiata con Bourla.

La Von Der Leyen non ne ha voluto sapere di rendere pubblici quegli sms, nei quali appunto si è giunti a stabilire il prezzo di quella fornitura di un miliardo e ottocento milioni di dosi di vaccino.

Tuttavia incalzata in ogni modo nel giugno del 2022 la Von der Leyen dovette cedere ed annunciare che avrebbe reso pubblico il contenuto di quegli sms.

Ma volete sapere cosa è successo, voi non ci crederete, la Von Der Leyen va sul suo telefonico per recuperare gli sms scambiati con l’Amministratore Delegato della Pfizer, dicevo voi non ci crederete ma … attenzione che ora cito i virgolettati «Quei messaggi non si trovano più». Per l’esecutivo comunitario «non c’è mai stata alcuna registrazione di tali messaggi». Non è chiaro se la presidente li abbia cancellati. Fatto sta che non sarebbe più possibile recuperarli. La spiegazione della Von Der Leyen non ha soddisfatto il difensore civico, il quale ha bollato questa scarsa trasparenza come «cattiva amministrazione».

E, questo lo aggiungo io, è arrivato persino a dirle “birichina”.

Comunque sapete com’è capita a tutti di non ritrovare degli sms, sti maledetti telefonini funzionano male, a volte cancellano direttamente gli sms senza che ce ne accorgiamo, che volete farci, torneremo a scrivere su carta.

Povera Von Der Leyen, anzi povera Unione europea, anzi poveri italiani che si sono sobbarcati spese inutili e dannose, oltretutto a prezzo maggiorato.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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