Assegno unico: ecco il genitore a cui conviene fare domanda!

Assegno unico: ecco il genitore a cui conviene fare domanda! Conviene che a presentare la domanda sia il papà, la mamma oppure è completamente indifferente?

Lo scorso 21 dicembre il decreto n.230 ha istituito l’Assegno Unico universale per le famiglie con i figli fino al compimento del ventunesimo anno di età.

Una misura di sostegno che verrà erogata a partire dal mese di marzo e per la quale le famiglie hanno potuto iniziare a presentare le domande già a partire dal mese di gennaio del 2022.

È una misura che si sostanzia nel pagamento di una prestazione economica mensile, da corrispondere a tutte le famiglie che hanno figli minori a carico, a partire dal settimo mese di gravidanza e fino a quando non compiano ventuno anni.

Questi limiti di età saltano completamente se nel nucleo familiare ci sono figli disabili, mentre ci saranno delle particolari condizioni per quanto riguarda la corresponsione dell’assegno, quando i figli sono maggiorenni e fino a quando questi arrivino a ventuno anni.

I primi pagamenti abbiamo detto, inizieranno già dal mese di marzo e per aver diritto al primo pagamento proprio in questo mese, l’ultimo termine utile per presentare la domanda è il prossimo 28 febbraio.

Adesso molte famiglie si stanno chiedendo quale sia il genitore che deve effettivamente presentare la domanda, se è più conveniente che la presenti uno, piuttosto che l’altro o se al contrario, risulta essere completamente indifferente.

A queste domande risponderemo all’interno dell’articolo, ma prima richiamiamo alla mente che cosa è l’assegno unico.

Assegno unico: di cosa si tratta

L’assegno unico universale è una misura di sostegno rivolta a tutte quelle famiglie che hanno figli a carico. È un assegno mensile da corrispondere fintanto che i figli non raggiungano i ventuno anni, a partire dal settimo mese di gravidanza.

L’importo dell’assegno subirà delle variazioni se nel nucleo i figli sono maggiorenni e fino a quando non raggiungono il ventunesimo anno di età, l’importo cambia e unitamente salta qualunque tipo di limitazione temporale, se nel nucleo ci sono figli disabili.

Quindi all’ammontare dell’assegno concorrono diversi fattori primo fra tutti la composizione del nucleo familiare, il numero e l’età dei figli, il fatto che figli presentino o meno condizioni di disabilità, ma a definire l’ammontare complessivo dell’assegno, concorrerà anche la condizione reddituale del nucleo richiedente.

Tale condizione reddituale verrà certificata dall’Indicatore Isee del nucleo nel momento in cui si presenta domanda per richiedere l’assegno. Questo assegno è stato definito unico e universale per due ordini di motivi.

È unico, perché con questo sostegno il governo ha voluto accorpare in un unico beneficio tutti gli aiuti rivolti a sostenere le famiglie e la natalità, è universale, perché è un sostegno che viene rivolto indistintamente a tutte le famiglie.

Questo vuol dire che sarà un assegno erogato anche nelle due ipotesi estreme di famiglie completamente senza Isee o al contrario, di famiglie che hanno un Isee superiore a 40 mila euro, anche se in queste due eventualità bisogna dire, questo assegno verrà erogato nell’importo minimo.

Se volete approfondire, riportiamo di seguito il video tratto dal canale Servizi G.Horus – YouTube che offre spunti interessanti.

Assegno unico: beneficiari

Il decreto che ha istituito l’assegno stabilisce poi che possono ricevere tale beneficio tutti i lavoratori, sia autonomi che dipendenti, sia pubblici che privati, ma anche pensionati, disoccupati, inoccupati, etc, questo a rimarcare l’universalità del sussidio.

Tutti questi soggetti devono poi essere cittadini italiani o comunque vivere in uno stato della Comunità Europea, oppure devono aver un permesso di soggiorno per stare nel territorio comunitario per motivi di lavoro, di ricerca, o in alternativa, devono avere un permesso di soggiorno di lungo periodo.

Si deve poi trattare di soggetti che comunque paghino le tasse in Italia e quindi, che abbiano residenza o domicilio all’interno del nostro paese.

Come alternativa a questa condizione devono essere persone che comunque siano residenti nel nostro paese da almeno due anni o comunque devono essere persone che siano state residenti anche in modo non continuo nel nostro paese per un identico periodo, avendo però un contratto di lavoro di tipo indeterminato oppure a tempo determinato, ma con scadenza almeno semestrale.

Bisogna dire che questi requisiti si devono possedere nel momento in cui si presenta la domanda e fintanto che si percepisce il sussidio; la perdita di uno di questi, fa venire meno il diritto all’assegno.

Normalmente poi l’assegno unico è erogato a seguito della domanda fatta dal nucleo familiare che abbia figli a carico, l’obbligo alla domanda decade invece, se il nucleo familiare percepisce il RDC. In questa eventualità l’assegno è erogato direttamente dall’Inps.

Assegno unico: importo

L’importo dell’assegno viene calcolato considerando diversi parametri, quali la composizione del nucleo familiare, l’età dei figli, l’eventuale condizione di disabilità degli stessi, e cosa non meno importante, la situazione reddituale della famiglia stessa, certificata dall’Indicatore Isee.

Di base l’assegno è di 175 euro mensili per tutte quelle famiglie il cui Isee è inferiore a 15 mila euro e con figli a carico minorenni.

Si ridurrà progressivamente all’aumentare del reddito e raggiungerà il suo valore minimo, in due particolari condizioni, ossia, quando il nucleo sia senza Isee oppure, quando a fare domanda sia un nucleo con Isee superiore a 40 mila euro.

In tal caso, considerando sempre l’ipotesi che nel nucleo ci siano solo figli minorenni, l’importo dell’assegno sarà di 50€.

Se la soglia Isee del nucleo è sempre al di sotto dei 15 mila euro ma i figli sono maggiorenni, l’importo dell’assegno passa da 175€ a 85€ e viene corrisposto fintanto che questi figli non compiano ventuno anni.

Anche in presenza di soli nuclei con figli maggiorenni a seguito di domanda presentata senza Isee o con Isee superiore a 40 mila euro, l’importo dell’assegno viene erogato nel suo ammontare minimo che in questo caso non sarà più di 50€ ma di 25€.

Assegno unico: maggiorazioni

L’assegno unico viene poi maggiorato in presenza di particolari situazioni, le più semplici da considerare: presenza di più di due figli e figli disabili.

Nel primo caso e con Isee sempre al di sotto dei 15 mila euro, l’assegno sarà di 85€ per ogni figlio successivo al secondo e toccherà poi il suo valore minimo di 15€, in assenza di Isee o con Isee superiore a 40 mila euro.

Se siamo in presenza di figli disabili e minorenni, l’importo dell’assegno sale fino a 105€ mensili per figli in condizioni di non autosufficienza, si abbassa ad un valore di 95€ oppure di 85€ a seguito di disabilità grave oppure media.

Se il figlio disabile è maggiorenne, l’assegno mensile si riduce a 50€, ma se il figlio maggiorenne ha poi superato il ventunesimo anno di età, allora in questo caso, si prende in considerazione l’Isee.

In questo caso infatti l’assegno sarà di 85€ con Isee più basso di 15 mila euro, scende fino a 25€ in assenza di Isee o con un Isee superiore a 40 mila euro.

Particolari maggiorazioni sono previste nell’ipotesi in cui poi entrambi i genitori percepiscano redditi da lavoro oppure il nucleo abbia 4 o più figli.

Assegno unico: quando vengono fatti i pagamenti

La domanda deve essere presentata esclusivamente per via telematica all’Inps oppure usufruendo del contatto telefonico dell’ente facendosi in tal caso, aiutare da caf o patronati.

Tutte le domande per poter ottenere l’assegno sono state inoltrate a partire dal 1° gennaio del 2022. Considerando che i primi assegni verranno erogati a partire dal mese di marzo, per poter avere il pagamento già nel corso di questo mese, il termine ultimo per poter presentare la domanda, è il prossimo 28 febbraio 2022.

Per le domande che saranno presentate tra gennaio e giugno, i pagamenti avverranno anche a partire da marzo e in tal caso si avrà diritto anche alla corresponsione degli arretrati.

In tale eventualità non bisogna nemmeno allegare il valore dell’Isee corrente, perché sarà definito direttamente dall’Inps che potrà desumerlo dalle informazioni a disposizione presso le proprie banche dati.

Per le domande che saranno presentate a partire dal 1° luglio 2022 invece, il pagamento avverrà a partire dal mese successivo a quello in cui la domanda è stata presentata e in tal caso, rileva solo l’Isee dichiarato al momento della domanda e non si ha nemmeno diritto alla corresponsione degli arretrati.

Assegno unico: chi può fare la domanda

Avvicinandosi ora la scadenza del 28 febbraio come primo termine utile per presentare la domanda per l’assegno, molte famiglie si chiedono quale sia il genitore, che debba presentare tale domanda, se sia più conveniente che lo faccia uno piuttosto che l’altro, o se sia completamente indifferente.

La legge dice che a fare domanda deve essere uno dei genitori che “eserciti la potestà genitoriale” anche se il figlio non conviva con questo genitore.

Il dubbio quindi riguarda proprio in questi giorni soprattutto i genitori non sposati che stanno cercando di capire se convenga che a fare domanda sia la mamma o il papà o sia invece, del tutto ininfluente la scelta in proposito.

Può essere fatta esclusivamente da uno dei due genitori che abbia la responsabilità genitoriale anche se di fatto, il figlio può non convivere con il genitore. La risposta è presto detta.

Purché chi fa la domanda sia in possesso dei requisiti che danno il diritto alla prestazione, risulta essere completamente indifferente che presentare la domanda sia un genitore piuttosto che l’altro, quindi completamente indifferente il fatto che a presentarlo sia la madre o il padre, perché l’importo dell’assegno sarà esattamente identico in entrambe le ipotesi.

Assegno unico e assegni nucleo familiare: la differenza

In effetti questo tipo di dubbio, lecito tra l’altro, è sorto in virtù della precedente modalità di calcolo dell’assegno per il nucleo familiare che risulta invece, completamente diverso rispetto a quelle dell’assegno unico universale.

L’importo dell’assegno per il nucleo familiare nell’ipotesi in cui i genitori non fossero sposati, veniva infatti calcolato avendo come base di riferimento esclusivamente i redditi del genitore che materialmente presentava la domanda.

In questa situazione la scelta di quale genitore doveva presentare la domanda era rilevante, perché nell’ipotesi di genitori non sposati o in presenza di unioni di fatto, al fine di ottenere importi degli assegni più alti, conveniva che a presentare la domanda, fosse il genitore con il reddito più basso.

Assegno unico: modalità di calcolo si basa su Isee

Ad oggi invece, il calcolo dell’assegno unico avviene invece, con modalità completamente differenti. Alla base del calcolo dell’assegno c’è l’Indicatore Isee e di base in questo, sono sempre compresi tutti e due i genitori.

Pertanto in presenza di genitori che non sono sposati ma che convivono, questi in quanto inseriti nello stato di famiglia, sono di fatto, componenti dello stesso nucleo.

Per quei genitori non sposati e non conviventi, normalmente il genitore anche se non convivente, viene sempre considerato nell’Isee, tranne che in alcune situazioni.

Non rientra nell’Isee se risulta essere sposato o ha un figlio con una persona diversa dal genitore, se non ha più la potestà sui figli o sia stato allontanato dall’abitazione familiare.

Non rientra altresì nell’Isee, se sia stato obbligato con provvedimento giudiziale a versare assegni periodici di mantenimento a i figli o se, sempre con provvedimento, sia stato dichiarato del tutto estraneo a qualunque rapporto affettivo ed economico.

Salvo i casi menzionati quindi, il valore dell’Isee preso come riferimento per il calcolo dell’assegno unico non cambia indipendente dal fatto che a presentare la domanda sia stata la madre o il padre.

Assegno unico: genitori separati

Quanto detto per i genitori non conviventi, si estende anche ai genitori separati o divorziati, pertanto ai fini dell’importo dell’assegno unico, è indifferente chi dei due presenti la domanda. In questa fattispecie l’unica cosa su cui possono decidere questi genitori e la modalità di erogazione dell’assegno.

In effetti, i genitori separati o divorziati all’atto della presentazione della domanda, devono sempre specificare se vogliono che il 100% dell’assegno vada ad uno solo dei due, oppure al contrario, che l’importo venga ripartito in maniera equa al 50% tra i due genitori.

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