Pensione anticipata a 64 anni! Ma occhio ai nuovi requisiti

Ora si può andare in pensione anticipata a 64 anni! Ma serviranno alcuni requisiti per ottenere l'uscita prima di quanto previsto dalla Fornero!

Pensione anticipata a 64 anni!

Ora è possibile con la riforma imminente, che sta garantendo a futuri pensionanti la possibilità di uscire prima dal lavoro rispetto a quanto previsto dalla legge Fornero del 2012. Ma bisognerà comunque avere fruttato alcuni requisiti per poter avere l’ok dal Governo Draghi!

Per saperne di più ti suggerisco il video di Mondo Pensioni, disponibile su Youtube e sul suo canale.

L’opportunità di andare via dal lavoro è garantita da diverse prestazioni pensionistiche, tra Opzione Donna e Ape Sociale. Ma al di fuori di queste ce ne sono altre che permettono uscite più agevoli.

In questo articolo faremo il punto della situazione, e vedremo in cosa consiste questa opzione d’uscita, e quali sono i requisiti d’accesso.

Pensione anticipata a 64 anni: ecco cosa serve e quali requisiti!

La pensione anticipata è un’opzione per l’uscita lavorativa ben prima di quanto previsto dalla Legge Fornero del 2012, attualmente la norma che regolamenta l’anticipata e quella di vecchiaia secondo il metodo contributo.

La Legge Fornero prevede l’uscita a 67 anni con almeno 20 anni di contributi. In caso di quota inferiore a 20 anni, si passerà in automatico a 71 anni, e con tanto di assegno inferiore.

E questo per quanto riguarda la pensione di vecchiaia, mentre nel caso dell’anticipata, sempre secondo la legge di Fornero, sono richiesti:

  • 41 anni e 10 mesi di contributi versati se lavoratrice;
  • 42 anni e 10 mesi di contributi versati se lavoratore.

In realtà, il Governo Draghi vorrebbe provvedere all’uscita a 64 anni e al tempo stesso colpire quello che rimane del metodo retributivo, cioè quello previsto prima della riforma Dini del 1995, che ha portato all’introduzione della quota contributiva.

Come segnala Today, per ogni anno di anticipo sulla parte retributiva, potrai andare prima via dal lavoro, ma ti ritroverai con una una piccola riduzione dell’assegno.

Pensione anticipata a 64 anni: in arrivo quota 84! Ecco i requisiti

La pensione anticipata tanto caldeggiata dai sindacati dovrebbe avere questi requisiti:

  • 64 anni d’età come uscita pensionistica,
  • 20 anni di contributi.

Si parlerebbe di quota 84, che ricorderebbe in parte quella che alcune aziende possono richiedere per i propri dipendenti che, avendo maturato ben 20 anni di contributi effettivi, possono accedere allo scivolone aziendale e uscire dai tre ai cinque anni prima di quanto previsto dalla Fornero. Ovvero Quota 82.

Questa uscita è valida solo nel caso in cui l’azienda, avente almeno 50 dipendenti nel proprio organico, garantisca lo scivolone fino a quando il dipendente non raggiunga l’età pensionistica della Fornero.

I sindacati vorrebbero estendere questa opportunità non solo ai dipendenti aziendali, ma a tutti i lavoratori in Italia.

Il problema è che il Governo Draghi lo accetterebbe, ma non con gli importi come richiesti dalle parti.

Pensione anticipata a 64 anni ma con 20 anni di contributi: ecco quanto si perde!

L’anticipo della pensione a 64 anni, nella proposta delle parti sindacali, cioè con una quota contributiva di 20 anni, prevedrebbe il mantenimento di un assegno abbastanza alto per la norma.

L’obiettivo sarebbe quello di mantenere per questo caso la formula già prevista per i contributivi puri, cioè 1.311 euro. Fissi. Perché nella norma del 1996 per tutti i contributivi è previsto un assegno mensile fisso equivalente a 2,8 volte il valore dell’assegno minimo. Facendo due conti, si percepirebbe appunto 1.311 euro al mese.

Questo sarebbe il massimo per le parti sociali, ma non per il Governo Draghi. La soluzione per i tecnici dell’INPS sarebbe l’introduzione di un taglio almeno del 30% sull’assegno finale, visto che l’importo non sarebbe giustificato a causa della bassa quota contributiva, decisamente inferiore rispetto alle altre opzioni.

In effetti è lo stesso taglio che è stato adottato per Opzione Donna, che, con i suoi 35 anni di contributi, permette alle lavoratrici dai 58 ai 59 anni, di uscire prima dal lavoro. A patto di avere un assegno ridotto del 30%.

Qualora dovesse passare invece la proposta “di mezzo”, avresti il benefit dell’uscita a 64 anni con 20 contributi, e solo una penalizzazione del 3% al massimo per ogni anno di anticipo. Quindi, uscendo idealmente a 64 anni e con una distanza di 3 anni rispetto all’attuale Fornero, si parlerebbe di una penalizzazione di 9 anni.

Ovviamente, con l’eventuale scatto previsto dal ricalcolo ISTAT, potrebbe estendersi la Fornero a 70 anni, e quindi diventerebbero 6 anni di distanza, e quindi 18% di taglio.

Allora l’unica soluzione è quella di guardare al sistema misto.

Pensione anticipata a 64 anni: ecco chi ne ha diritto

Come accennato da Today, la proposta del Governo Draghi sarebbe quella di una pensione anticipata a 64 anni togliendo tre anni di differenza da una delle parti della quota pensionistica.

Dal 1995 ad oggi sono passati solo 27 anni dall’introduzione della quota contributiva, pertanto chiunque voglia uscire con la sola quota contributiva, fino ad ora, dovrà avere almeno 67 anni d’età, e avere 20 anni di contributi effettivi, sennò avrebbe solo un assegno prossimo alla minima. 

Il modello retributivo per le casse previdenziali è altamente costoso, e il Governo ha valutato di decurtarlo in cambio di un anticipo di tre anni, anche se questo significherebbe perdere il 9% della quota retributiva dal proprio assegno.

E’ una sorta di attualizzazione, proposta dall’economista Michele Raitano, che potrebbe riuscire a mettere un attimo di ordine alla delicata situazione pensionistica che c’è in Italia.

Anche perché, in alternativa, per il 2022 c’è Quota 102 come uscita pensionistica generale.

Pensione anticipata con Quota 102: ecco quanto si perde!

La pensione anticipata con Quota 102 prevedrebbe un’uscita a 64 anni d’età, come nella proposta dei sindacati, ma richiederebbe almeno 38 anni di contributi versati nelle casse INPS.

Pertanto, se si andasse in pensione oggi, si sarebbe comunque all’interno del sistema misto, con 27 anni di modello contributivo e 11 di modello retributivo.

Teoricamente non si perde nulla se si garantiscono 38 anni di contributi. Praticamente invece ci sarebbe la questione dell’anticipo stesso, dato che esci tre anni di prima di quanto previsto dalla Fornero, sia in termini lavorativi sia in termini contributivi.

Il risultato è avere un coefficiente di trasformazione, nella contributiva, non molto favorevole. Potresti avere un assegno più leggero di quanto disposto, ma quello dipende anche da diversi fattori.

In caso di attività lavorativa in costante aumento, se si sceglie il contributivo, subirai una lieve perdita a seconda dei requisiti. In caso di picchi retributivi, la perdita non sarà più lieve, ma anche fino al 50% sul tuo assegno.

Se invece hai subìto perdite o licenziamenti, come segnala Orizzonte Scuola, i contributi versati precedentemente ti faranno avere una pensione decisamente migliore.

La soluzione dettata da Quota 102 ha i suoi limiti, visto che fino al 2021 si poteva richiedere Quota 100.

Pensione anticipata nel 2023: ecco con quanti anni di contributi!

La pensione anticipata nel 2023 sarà possibile solo con la formula prevista dalla Legge Fornero, ovvero 41 anni e 10 mesi se lavoratrice, o 42 anni e 10 mesi se lavoratore.

Anche perché l’attuale Quota 102 sarà abolita, forse in favore di Quota 104, che prevederà sempre 38 anni di contributi, ma almeno 66 anni d’età per l’accesso. Praticamente non conviene, visto che con un anno d’attesa benefici della Fornero.

O forse no? Ogni due anni, come previsto già dalla riforma Maroni del 2004 e dalla Sacconi del 2010, è previsto ogni due anni il ricalcolo dell’aspettativa di vita. Se aumenta, l’uscita viene ritardata di qualche anno, per tutti.

Causa Covid, il ricalcolo al 31 dicembre 2021 ha dato esito negativo, pertanto non c’è stato il ricalcolo. Ma per il 2023? Intanto vediamo se, con i tuoi requisiti, si potrà uscire prima e con meno contributi.

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