APE rosa 2022: che cos’è e come funziona. Ultimissime

Quando bastano solo 28 anni di contributi per la pensione? Quanto si prende di pensione con Ape Rosa? Come funziona l'ape sociale per le donne?Cosa cambia!

Le lavoratrici possono accelerare l’uscita a 63 anni con la pensione con l’Ape Rosa? Si, assolutamente, ma non tutte. Il problema dell’anticipo è strettamente legato al percorso che si intraprende per ottenere la pensione. In ogni modo, si tende a trovare soluzioni meno penalizzanti. Ecco, perché nelle ultime settimane sono giunte in redazione maggiori richieste di come potersi ritirare dal lavoro escludendo l’assegno contributivo previsto per Opzione donna

Si tratta della possibilità di poter ricevere un assegno pensione del valore all’incirca di 1.500 euro mensili erogati dall’INPS per un periodo temporale non superiore ai 12 mesi. Purtroppo, non una misura diretta a tutte le lavoratrici, ma con l’agevolazione si riferisce a coloro che rientrano in specifici canoni imposti dal legislatore. 

Il diritto alla pensione anticipata spesso sfuma per poco, basta un semplice cavillo e l’INPS depenna la richiesta di ammissione alla prestazione.

Ecco, perché, capire di poter scegliere una prestazione pensionistica con calma, valutando tutti gli aspetti tradotti in vantaggi o meno, legati all’uscita anticipata, porta a comprendere quelle varie sfumature che spesso sfuggono. 

La misura Ape Rosa rappresenta un canale pensionistico agevolato per le lavoratici madri. 

Una breve guida alla misura Ape Rosa. Ti spiegheremo, chi può utilizzare questo trattamento pensionistico, come funziona e quando presentare la richiesta. 

APE rosa 2022: che cos’è e come funziona. Ultimissime

La misura anticipata denominata Ape Rosa si rivolge esclusivamente alle lavoratrici madri, che possono anticipare l’uscita avvalendosi di condizioni agevolate. Si comprende che in assenza di prole non si può accedere al pensionamento con questa formula previdenziale.

Ecco, spiegato, perché non tutte le lavoratrici possono ottenere un vantaggio utilizzando requisiti molto più flessibili rispetto a quelli ordinari. 

Anche perché le lavoratrici prima di decidere di andare in pensione, devono verificare se possiedono tutti gli strumenti, intesi in termini di requisiti che possono variare in virtù del piano pensionistico a cui si decide di aderire.

Non tutte escono dal lavoro alla medesima età, né tantomeno con il medesimo valore riferito all’assegno pensione. Le variabili sono davvero molte, si intuisce la difficile comprensione di regole a volte troppo ostiche anche per gli addetti ai lavori. 

È facile dire voglio andare in pensione domani, ma in realtà la possibilità di collocarsi in quiescenza diventa sempre più difficile da raggiungere. Per questo motivo, sapere di poter aggrapparsi a una formula previdenziale che contiene sfumature diverse, tali da permettere di poter collocarsi in riposo è sempre una gioia. 

I figli rappresentano la condizione contemplata dall’ordinamento previdenziale per poter anticipare l’uscita dal lavoro. Nello stesso tempo, va detto che le lavoratrici che utilizzato la misura Ape Rosa non ricevono l’assegno di pensione, ma ottengono un contributo economico riconosciuto sino allo scoccare dell’età pensionabile o della pensione anticipata. 

Cosa funziona l’agevolazione contributiva contenuta nell’Ape Rosa?

Le lavoratrici che scelgono il pensionamento con la misura Ape Rosa (se sussistono le condizioni), ottengono una riduzione applicata sui requisiti contributivi della misura.

Questo, significa che l’INPS procede a decurtare un periodo temporale abbastanza lungo dai criteri previsti per l’Anticipo pensionistico, attivando quella modalità che avvantaggia le lavoratrici madri. 

Per questo motivo, la riduzione sui requisiti contributivi varia in base al numero dei figli, quale: 

  • la lavoratrice madre con un unico figlio può ottenere un anno di sconto contributivo;
  • la lavoratrice madre con due o un numero diverso di figli può ottenere uno sconto contributivo di due anni.

L’altro aspetto da considerare è che l’Ape Rosa può essere utilizzata esclusivamente in funzione della posizione contributiva accreditata, nonché di quella anagrafica. Ciò significa che la lavoratrice deve rientrare nei canoni disposti dalla normativa per la misura a cui si approccia. 

Utilizzando i parametri della misura Ape sociale, si comprende benissimo che non si tratta di un vantaggio applicato all’età, ma bensì sui versamenti contributi, oltre che alla presenza delle condizioni. In buona sostanza, la stessa Ape Rosa non è altro che l’applicazione di quel vantaggio riservato alle donne per anticipare l’uscita previsto nell’anticipo pensionistico.

La possibilità di attivare lo sconto sui requisiti contributivi è strettamente legata alla presenza delle condizioni che determinato il diritto al rilascio dell’Ape rosa.

È facile comprendere che le donne possono utilizzare la misura Ape sociale a 63 anni di età, vincolate dalla presenza dell’anzianità dei versamenti contributivi. In questo caso, infatti, si parla di 30, 32 e 36 anni.

Applicando le regole per le lavoratrici madri si ottiene uno sconto di uno o due anni a seconda dei casi applicato sui criteri contributivi ordinari. 

Ecco, perché le lavoratrici madri possono uscire con 28, 30 e 34 anni di versamenti. 

A titolo di esempio: la misura permette alle disoccupate di ricevere un assegno con 30 anni di versamenti. Applicando l’agevolazione per le madri, le lavoratrici utilizzano la medesima misura, ma con il massimo della  riduzione sul contributivo, che le porta a dover maturare solo 28 anni di versamenti

In ogni caso, parliamo di un assegno erogato dall’INPS in forma transitoria sino al momento del diritto alla pensione. 

Oltre tutto va detto che, il Governo Draghi ha disposto delle novità importanti per la misura Ape sociale contenute nella Legge di Bilancio 2022. Non solo la proroga per il 2022, ma è stato permesso di ampliare la platea dei beneficiari, oltre a modificare alcuni parametri che ostruivano il passaggio alla misura. 

Le lavoratrici che per eventi involontari si sono ritrovate senza lavoro (licenziamento varie cause), con i requisiti normali possono utilizzare la misura con 30 anni di versamenti, applicando lo sconto contributivo escono con le medesime caratteristiche, ma con 28 anni (sconto di 2 anni per 2 figli).

Condizioni che trovano il loro fondamento anche in presenza di lavoratrici disoccupate, per cui l’uscita resta a 63, ma possono avvalersi dell’agevolazione che permette la riduzione contributiva.

Stesso discorso per i caregiver che si occupano dell’assistenza del familiare disabile fino al 2° grado di parentela o, ancora, in presenza di un’invalidità. Infatti, anche in questo caso, per le lavoratrici madri viene applicato una riduzione contributiva, per cui bastano 28 anni di versamenti e non 30 anni così come previsti normalmente, oltre alle varie condizioni.

Nuove regole per i lavoratori gravosi, per cui si amplia la platea dei beneficiari. In ogni caso, oltre ai vari elementi indispensabili per il rilascio del diritto all’anticipo pensionistico, occorre aver maturato da 32 a 46 anni di versamenti. Una variazione che correlata alla tipologia di lavoro. In ogni caso, le lavoratrici madri possono richiedere lo sconto da 1 fino a 2 anni sui versamenti. 

In questo quadro, si comprende che la parte invariabile resta il requisito anagrafico, che in ogni caso permette di uscire a 63 anni di età. 

Quando fare la domanda per Ape rosa?

 È importante segnare le date per inoltrare l’istanza. Nello specifico, il riferimento cade sul 31 marzo e 15 luglio, esiste anche la possibilità di trasmettere la domanda tardivamente, ovvero nella data del 30 novembre 2022. Il problema legato a quest’ultima data sono le risorse. 

L’importo riconosciuto dall’INPS come Ape Rosa corrisponde al valore di circa 1.500 euro per 12 mesi, se la lavoratrice proviene una sola gestione di appartenenza. L’anticipo non è soggetto a rivalutazione o integrazioni. 

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