Boris Johnson, nuove dimissioni. Governo in crisi per scandalo Pincher: game over?

Il governo di Boris Johnson è in crisi e a lasciare la squadra di governo stavolta ci sono altri ministri. A quando la rottura definitiva?

Il governo di Boris Johnson è in crisi e a lasciare la squadra di governo stavolta ci sono Stuart Andrew, ministro per l’edilizia abitativa, il viceministro alla Famiglia e all’Infanzia, Will Quince, la ministrial aide ai Trasporti, Laura Trott, il sottosegretario al Tesoro, John Glen, il viceministro per gli Standard della Scuola in seno al dicastero dell’Istruzione, Robin Walker, e John Glen, sottosegretario al Tesoro, oltre al ministro della Sanità Javid e il cancelliere scacchiere Sunak che avevano presentato le proprie dimissioni proprio ieri.

Ma il premier britannico, Boris Johnson, non tollera l’affronto: “Detesto l’abuso di potere ovunque avvenga, nel mio partito o in altri”. A scatenare quest’onda di indignazione seguita dalle dimissioni dei ministri vicini a Jonhson è stato lo scandalo Pincher, nel quale lo stesso premier sembra essere coinvolto, e che ha minato ovviamente la reputazione del governo.

Il pubblico si aspetta giustamente che il governo sia condotto in maniera propria, competente e seria. Penso che valga la pena battersi per questi standard ed è per questo che mi dimetto” – ha detto il ministro delle Finanze Rishi Sunak durante la presentazione delle sue dimissioni.

Un po’ più duro è stato, invece, il collega ministro alla Salute Sajid Javid, il quale ha accusato il governo di perdita di integrità. Insomma, lo scandalo Pincher rischia di mandare in frantumi il governo inglese. Ma di cosa si tratta? Facciamo un passo indietro.

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Lo scandalo Pincher

Chris Pincher, membro del governo Johnson e ultimo dei Tory, qualche giorno fa è stato accusato di molestie a sfondo sessuale, a seguito di alcune segnalazioni compromettenti. 

Queste lo ritraevano mentre, seduto al bar dei Comuni, appoggiava la mano sull’interno coscia di un suo collega. Altre, invece, sono arrivate direttamente da un altro suo collega Conservatore, molestato per ben due volte nel dicembre del 2021.

Successivamente arrivarono anche altre segnalazioni con accusa di aggressione nei confronti di altri suoi colleghi, risalenti ad una decina di anni fa. In tutto ciò, il premier Boris Johnson sembrerebbe essere coinvolto.

Queste segnalazioni hanno costretto il deputato alle dimissioni, ma hanno scatenato un’onda di indignazione tra i membri del governo, e non solo.

Lord Simon McDonald, ex segretario generale del Foreign Office, ha contestato il governo di aver chiuso un occhio nei confronti della vicenda e di non “raccontarla giusta” sullo scandalo Pincher.

Questo perché circa due anni fa lo stesso McDonald aveva avviato un’investigazione interna nei confronti di Pincher a causa dei suoi comportamenti inappropriati, ma che il governo aveva completamente ignorato. Nessun provvedimento disciplinare per Chris Pincher, quindi, ma solamente delle scuse.

Non è chiaro se il leader inglese sia a conoscenza dei comportamenti inadeguati del deputy chief whip. Da lui sono arrivate solamente delle smentite. Nel frattempo, però, molti ministri non vedono chiara la vicenda e si stanno dimettendo in massa.

Boris Johnson contro le dimissioni: “Andiamo avanti!”

Il leader inglese, durante il Question Time di oggi, ha ribadito di voler resistere e di voler portare avanti questo governo affinché i lavori non vengano bloccati. “Bisogna attuare il programma” – dice Johnson – malgrado lo scandalo. Poi, continua: “Detesto l’abuso di potere ovunque avvenga, nel mio partito o in altri”.

Tuttavia, la valanga di dimissioni continua, e questa volta a dimettersi ci sono altri ministri della squadra di governo. In tutto, per il momento, sono 18 i Tory che hanno lasciato Boris Johnson:

Il compito di un Primo ministro in circostanze difficili, quando gli è stato assegnato un mandato colossale, è quello di andare avanti ed è quello che farò.

Successivamente, il premier ammette: “Con il senno di poi avrei dovuto realizzare che Chris Pincher non sarebbe cambiato

I ministri che hanno presentato le dimissioni

All’appello al momento mancano il ministro per l’Edilizia, il ministro della Famiglia e dell’Infanzia, la ministra dei Trasporti, il viceministro per gli Standard della Scuola in seno al dicastero dell’Istruzione e, infine, il sottosegretario al Tesoro.

Adesso c’è da capire se e quando la rottura definitiva avverrà. Gli appelli a lasciare il governo si moltiplicano e molti ministri parlano già di Game Over: 

Il gioco è finito, così non si può sopravvivere. Non riesco a vederlo durare la giornata e quelli che suggeriscono che rimanga non gli stanno facendo alcun favore. Sono in trincea con lui ma siamo senza armi, senza margine di manovra e senza munizioni

Altre critiche arrivano dai membri del partito laburista, come Keir Starmer, che durante il Question Time alla Camera dei Comuni ha espresso la sua incredulità per tutta la vicenda e, rivolgendosi al premier dice: “Chiunque si sarebbe dovuto dimettere da tempo nella sua posizione. […] un comportamento patetico.

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