Tragedia della Marmolada, un disastro prevedibile: quando si ignora il Climate Change

Quando il cambiamento climatico viene ignorato accadono tragedie come quella che ha coinvolto il ghiacciaio della Marmolada!

La tragedia del crollo del ghiacciaio della Marmolada ha sconvolto tutti, persino i soccorritori rimasti attoniti di fronte la carneficina a cui sono stati costretti ad assistere durante il recupero dei sei corpi, mentre altre venti persone sono ancora disperse. 

“Per oltre mille metri abbiamo trovato resti straziati in mezzo a una marea informe di ghiaccio e detriti” – racconta Gino Comelli del Soccorso Alpino.

Secondo il capo del Soccorso Alpino Nazionale, Maurizio Dellantonio, si tratta di una tragedia non prevedibile, malgrado il grande caldo. Ne siamo proprio sicuri? Il caldo e la siccità che hanno travolto l’Italia in questi mesi non sono un caso. 

Purtroppo, i frutti della nostra negligenza stanno cominciando a farsi vedere – tanto che alcune regioni d’Italia sono state costrette a chiedere lo Stato d’Emergenza -, ma per i ghiacciai il processo di scioglimento è iniziato molto tempo prima.

Lo scioglimento dei ghiacciai non è una novità

Sono, infatti, decenni che i ghiacciai si stanno sciogliendo, e non solo in Italia. È da decenni che gli scienziati avvertono di questo fenomeno, che nel frattempo sta già modificando le correnti marine ed il clima (e gli effetti li stiamo vedendo).

Una tragedia, quindi, prevedibile e calcolabile, e non malgrado il caldo, soprattutto il caldo, che in questi giorni in diverse regioni d’Italia ha superato i 40 °C.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, le salme, totalmente smembrate, sono state ricomposte nel Palazzo di Ghiaccio di Canazei, e nella sera sono arrivati i primi familiari che hanno dovuto identificare i loro cari, assistiti da un gruppo di psicologi. 

Nel frattempo, i soccorsi stanno cercando di trovare i dispersi che sono molto probabilmente i proprietari delle 16 auto lasciate nel parcheggio attorno al lago Fedaia. 

Comunque, è molto difficile che ci siano dei sopravvissuti – dice scoraggiato Comelli del Centro di coordinamento -, dal sopralluogo fatto in elicottero abbiamo visto che è venuta giù una massa larga 200 metri ed alta 80. 

Un mare di ghiaccio e detriti che da quota 3.200 è arrivato a circa 1.800 metri. Sono rimaste ferite le persone che erano ai margini di questa marea e sono state investite dai detriti o dallo spostamento d’aria

Un ghiacciaio che aveva cominciato a ridursi nel tempo – tant’è che molte escursioni in quella zona erano state interdette – ma che non aveva perso il suo fascino. 

Il ghiacciaio si era già ridotto 

Stiamo parlando di un ghiacciaio grandissimo, ma che nel giro di un secolo si è ridotto. Le sue dimensioni si sono dimezzate: se nel 1910 misurava 450 ettari, nel 2013 è arrivato a misurarne 190.

Una riduzione mostruosa, monitorata dalle autorità, ma non abbastanza. Il ghiacciaio della Marmolada, secondo gli esperti, “appare ormai spaccato in tre diversi ghiacciai. Che si vanno frammentando – spiega il glaciologo Cristian Casarottocol risultato che via via che emergono le rocce queste si scaldano al sole e scaldandosi sciolgono ancora di più il ghiaccio intorno”.

A descrivere il lento cambiamento subito dal ghiacciaio è Andrea Pasqualetto in un suo reportage:

Grigio, spellato e inaridito, il ghiacciaio della Marmolada è solo un lontano parente del gigante di un tempo. Spuntano rocce, crescono muschi e il colore non è quello della neve. Visto dall’alto sembra una desolata distesa a macchie con un solo fascino indiscutibile.

Una tragedia frutto della negligenza e dell’indifferenza 

La lenta morte dei ghiacciai non coinvolge solo il nostro paese, – sconvolto dalla tragedia che è appena accaduta – ma il mondo intero. Anni e anni di Bla Bla Bla, come direbbe Greta Thunberg, hanno portato a tutto ciò.

Come si può negare ancora il cambiamento climatico? Di fronte a catastrofi naturali quali siccità, caldo record, scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari, alluvioni e tempeste?   

Il cambiamento climatico è proprio dietro la porta, anzi, lo è sempre stato. I governi mondiali non hanno mai fatto nulla per effettuare una vera transizione ecologica, e nonostante i piani previsti dagli accordi, le scadenze non sono mai state rispettate. 

Persino gli Stati Uniti, durante la presidenza Trump, sono usciti dall’Accordo di Parigi sul clima. Ma d’altronde, quest’ultimi, insieme ad altri stati del mondo, non avevano nemmeno ratificato il Protocollo di Kyoto per la riduzione della CO2. 

Il petrolio e l’uso delle fonti inquinanti dominano sulle scelte economiche e padroneggiano sulle scelte politiche di miliardi di cittadini. Gli interessi dei pochi, in sostanza, influenzano le scelte dei governi. Questo è quanto.

Ogni anno ghiacciai come quello del Perito Moreno, fra Argentina e Cile, vengono sbranati dal caldo, così come quello della Marmolada – come racconta Carlo Callegari, guardia del Servizio Forestale in pensione, che quelle montagne le conosce bene:

Sono stato lassù centinaia, forse migliaia di volte. Portavo anche i ragazzi a insegnar loro lo sci estremo. Ci muovevamo la mattina presto. Alle sette, perché man mano che passavano gli anni la temperatura era sempre più alta rispetto al passato.

Per capirci: vent’anni fa, all’ora in cui è successa la catastrofe di ieri, col pieno sole, lassù si stava sottozero. I ragazzi, all’una e mezzo del pomeriggio, avevano la giacca a vento. Ieri c’erano almeno dieci gradi. Caldo impensabile, ‘na volta.

Una tragedia prevedibile? Certo, non il giorno prima o la settimana prima, ma non si può parlare di disastro non prevedibile, perché le prove della riduzione del ghiacciaio (dei ghiacciai) sono tangibili.

Tuttavia, ancora nessuno interviene. Nessun governo si preoccupa o interviene introducendo delle misure necessarie per effettuare una transizione netta alle fonti rinnovabili.

A quando la prossima catastrofe? Aspetteremo inermi.

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