Caso Cospito, ecco perché la Cassazione vuole revocare il 41 bis per l’anarchico

La Corte di Cassazione decide sul 41 bis per Cospito: ecco perché potrebbe revocarlo.

L’avvocato generale della Corte di Cassazione ha chiesto la revoca del 41 bis per Alfredo Cospito, l’anarchico sottoposto al regime di carcere duro dall’aprile del 2022 e che da ottobre continua la sua protesta e lo sciopero della fame.

Mentre Cospito è in gravi condizioni di salute, vediamo perché il procuratore Pietro Gaeta della Corte di Cassazione ha appoggiato la revoca della misura del 41 bis. L’udienza per la decisione è prevista per il 24 febbraio 2023.

La posizione della Cassazione sul regime di 41 bis per Cospito

Alfredo Cospito è da quattro mesi in sciopero della fame per protesta contro il regime del carcere duro. Le sue condizioni di salute continuano ad aggravarsi, soprattutto da quando l’anarchico ha iniziato a rifiutare anche gli integratori. Sabato 11 febbraio Cospito è stato trasferito dal carcere di Opera al reparto di medicina penitenziaria dell’Ospedale San Paolo di Milano.

Anche sulla base delle sue condizioni di salute, la difesa dell’anarchico ha presentato ricorso contro la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma di confermare il regime di carcere duro. Mentre si attende l’udienza del 24 febbraio che prenderà in esame il ricorso, lo scorso 8 febbraio è stata anche depositata una requisitoria del procuratore generale della Cassazione, Pietro Gaeta, a favore dell’annullamento.

La detenzione in regime di 41 bis risulta necessaria per legge secondo il fine di impedire le comunicazioni del detenuto con l’esterno ed eventuali complici. La decisione della Cassazione si concentrerà quindi su questo fondamentale aspetto per stabilire l’annullamento o la conferma della misura detentiva.

Perché la Cassazione potrebbe revocare il 41 bis per Alfredo Cospito

Il procuratore generale Gaeta si è quindi pronunciato a favore dell’annullamento della misura del 41 bis, in quanto non risulterebbero basi fattuali sufficienti per provare l’effettivo legame di Cospito con l’esterno e in particolare con le proteste anarchiche e le manifestazioni in suo favore.

Il regime di 41 bis, secondo Gaeta, non sarebbe quindi giustificato per Cospito, mancando gli “elementi immanenti e definiti” che lo pongano alla guida delle rivolte a delle azioni attuali degli anarchici. Gaeta ha infatti parlato di una “carenza di fattualità in ordine ai momenti di collegamento” con gli anarchici.

Non basterebbe quindi l’importanza ideologica e simbolica che Alfredo Cospito rappresenta per gli anarchici per rendere necessario il regime del 41 bis. Queste le principali motivazioni che potrebbero portare ad un allentamento delle misure detentive per Alfredo Cospito, ormai in pericolo di vita.

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