Decreto Ischia, le misure del testo: stop cartelle esattoriali e 10 milioni di euro

Stanziati altri 10 milioni di euro per far fronte all’emergenza, ecco tutte le misure previste dal nuovo decreto Ischia.

Il governo stanzia altri 10 milioni di euro per far fronte alla tragedia che ha colpito Ischia pochi giorni fa. L’importo stanziato si aggiunge ai 2 miliardi di euro già stanziati.

Nel provvedimento sono previste proroghe e aiuti per la popolazione colpita dalle frane. Il ministro per la protezione civile illustra quanto avvenuto nell’isola con l’informativa al parlamento e propone di intervenire in maniera più decisa sulla prevenzione dell’abusivismo. Di seguito vedremo tutte le misure previste nel testo del nuovo decreto Ischia.

Decreto Ischia: le misure che il governo introduce nel testo del provvedimento

Col decreto Ischia appena emanato, il governo ferma la riscossione dei tributi per le persone che vivono a Lacco Ameno e Casamicciola. Inoltre, sono state bloccate fino a giugno 2023 anche le cartelle esattoriali, i contributi e i termini per gli adempimenti fiscali.

Anche le udienze per procedimenti penali e civili pendenti sono state rinviate. Queste riprenderanno solo dopo l’ultimo dell’anno, dunque fino al 31 dicembre non andranno avanti.

Per lo smantellamento dei comuni distaccati, inoltre, si è deciso di posticipare il termine alla fine del 2023.
Sono circa mille gli edifici interessati dalle numerose frane intervenute durante l’ondata di maltempo, cinquanta immobili risultano del tutti inagibili e altri cinquanta rischiano di diventarlo.

L’informativa al parlamento del ministro Musumeci

Nella mattinata del primo di dicembre, lo stesso ministro per la protezione civile Musumeci ha evidenziato una situazione al limite.

Nella sua informativa al parlamento ha parlato della questione sull’abusivismo edilizio, che rappresenta una questione dalla quale non si può più prescindere.

In parlamento si fa sentire anche la voce del leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che continua ad attaccare il governo Conte I per le norme emanate in occasione del decreto “Genova”.

Toninelli, che firmò il decreto nel 2018, replica che il provvedimento servì per rimettere in piedi una città in ginocchio.

Il condono che alcune forze politiche si ostinano a citare, viene definito dall’allora ministro per le infrastrutture e i trasporti Toninelli soltanto “fantomatico”.

Il governo si sta impegnando ad arginare l’emergenza di Ischia, e le polemiche su quanto accaduto in passato lasciano il tempo che trovano.

La strada per evitare le tragedie è la prevenzione

L’azione dell’esecutivo ha portato all’istituzione di una cabina di regia interministeriale, con a capo il ministro per la protezione civile Musumeci

Viene indicato anche un commissario per l’emergenza nella persona di Giovanni Legnini, lo stesso che ha iniziato a occuparsi dell’emergenza per il sisma del 2017 a Ischia.

Le persone sfollate sono almeno trecento, e gli edifici intaccati sono più di un migliaio. Oltre alla descrizione dello status quo, il ministro Musumeci ha sottolineato l’esigenza di prevenzione.

Secondo il ministro, lo strumento per prevedere quello che succede sul territorio ha un nome, ed è il piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico.

Il ministero dell’ambiente ha avviato questo piano nel 2016, ma la commissione per l’autorizzazione non si è espressa in via definitiva.

Il piano di adattamento climatico nascerà troppo tardi

Il problema di fondo nell’emanazione del piano è che quando questo verrà definitivamente approvato, sarà già da aggiornare completamente.

Per questo motivo, Musumeci chiede la semplificazione del procedimento legislativo in materia, nonché una sede centralizzata che si occupi di coordinare e monitorare gli interventi.

L’abusivismo, inoltre, è opera prevalente della criminalità organizzata, e perciò il governo ha intenzione di lasciare che il genio militare o i prefetti si preoccupino dell’abbattimento degli immobili abusivi.

In questa maniera, i comuni non dovrebbero adempiere a tale prerogativa, e lo smantellamento diverrebbe fattuale.

L’alleanza Verdi-Sinistra chiede un cambio di marcia totale, che comporti l’assunzione di responsabilità della politica per scelte che hanno portato al saccheggio del territorio, in un Paese che strutturalmente poggia su “piedi di argilla”.

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