Di Maio vs Conte: gli “Scheletri nell’armadio” in Parlamento

La notizia degli aumenti delle spese militari ha sconvolto tutti, anche Conte! Per Di Maio tutto ciò è inaccettabile e segue Draghi! Le ultime!

L’aumento delle spese a favore delle armi sta creando diverse spaccature tra i membri della maggioranza, ma il presidente del Consiglio, Mario Draghi, continua sulla strada tracciata, contro ogni contestazione, anche se tra loro c’è anche l’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Nel frattempo, il ministro degli esteri, Luigi di Maio, critica la posizione di Conte contrario all’aumento del budget per la Difesa, definendola “Inaccettabile”. Secondo di Maio, il Movimento 5 stelle deve saper mantenere gli impegni e deve prendere una posizione precisa sull’essere a favore o contro gli investimenti sugli armamenti.

Non sia mai che gli alleati ci percepiscano come una nazione forte nei suoi ideali.

Perché la prima preoccupazione per il nostro ministro è “cosa penseranno gli alleati?”. Il rischio è proprio quello che Conte, il leader del M5s ed ex presidente del Consiglio, voti contro l’accordo sancito in sede Nato, rischiando così di minare “l’affidabilità dell’Italia agli occhi degli alleati.

Ma non solo il leader del M5s sembra essere contrario a questa presa di posizione, anche Papa Francesco, durante la celebrazione di ieri, ha espresso la sua preoccupazione per l’aumento della spesa pubblica a sostegno della difesa e degli armamenti: “Mi sono vergognato!”

Poi ha continuato la celebrazione, consacrando la Russia e l’Ucraina al cuore Immacolato di Maria, un gesto che per i fedeli vale più di mille parole.

Nel frattempo, questa tempesta crea sicuramente delle spaccature all’interno delle istituzioni, ma, nonostante ciò, il presidente Draghi continua ad essere inflessibile ed in linea con quanto deciso anche dagli alleati. 

Anche durante l’intervento del presidente Zelensky in Parlamento, il presidente del Consiglio ha ribadito ancora una volta quale sarebbe stata la posizione dell’Italia nel conflitto russo-ucraino, allineandosi con i paesi europei, come Francia, Germania, Stati Uniti e Inghilterra.

Le continue consultazioni tra il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ed il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ci portano a riflettere su un dettaglio importante: le decisioni del Governo vanno di pari passo con quello che sta accadendo in Ucraina.

Le scene di devastazione alle quali siamo costretti ad assistere ogni giorno e le notizie sull’andamento della guerra, non ci fanno ben sperare. Cosa ci tiene nascosto il Governo? Possibile che tutte queste azioni a sostegno della Difesa siano in realtà un modo per anticipare le mosse del Cremlino?

Anche l’attivazione del Piano di difesa antinucleare è stata accolta con grande preoccupazione da parte dell’intera opinione pubblica e dai media. Anche Papa Francesco ha espresso ieri la sua preoccupazione per il rischio dello scoppio di una guerra nucleare.

Non vogliamo comportarci da complottisti, ma i dubbi comunque rimangono, soprattutto quando le risposte non sono proprio alla portata di tutti e la posta in gioco è alta.

Ricordiamo, infatti, che le informazioni militari sono coperti dal segreto di Stato. Quindi, il Governo e, in particolare, il ministro della Difesa sono autorizzati a non diffondere notizie potenzialmente pericolose al pubblico. Inoltre, proprio quest’ultimi, possono stipulare degli accordi segreti. 

Quali accordi avranno stipulato l’Italia e la Russia?

Di Maio contro Conte, ma Draghi mantiene la linea “atlantista ed europeista”

L’impegno dell’Italia deve essere in linea con quello dei nostri alleati.

Questo è quello che pensa il ministro degli esteri, Luigi Di Maio, e il presidente del Consiglio, Mario Draghi. Secondo il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini

L’impegno di arrivare gradualmente a investire il 2% del Pil, per i nostri partner ha un valore più rilevante delle operazioni a cui partecipiamo. A meno di non voler apparire quello che non siamo

Un paese che appoggia il governo russo. Ma non solo il Movimento 5 stelle, anche Matteo Salvini e la Lega sono contrari con l’aumento delle spese militari e del 2% del Pil. E mentre grillini e Lega sembrano essere per una volta d’accordo su qualcosa, Enrico Letta e tutto il PD, invece, sono d’accordo con la scelta effettuata dal premier Draghi.

Per essere precisi – puntualizzano i membri del PD – in Italia verranno previsti “solamente” 25 miliardi di euro in armamenti, contro i 100 miliardi della Germania e i 50 miliardi della Francia. Ma per molti è il gesto a fare la differenza, non gli importi. Rinforzare le difese è un chiaro segnale di manifestazione della propria potenza militare.

Ma come dice anche Enrico Borghi, membro del PD e del Copasir, “l’incremento della spesa militare potrebbe entrare anche nel Def”, ovvero nel Documento di Economia e Finanza.

Ma la linea mantenuta da Conte potrebbe avere un impatto importante sull’intera maggioranza, come l’impatto che ha avuto sull’intero M5s quando al discorso del presidente Zelensky ha preferito non partecipare.

Arrivano minacce al Parlamento: “qualcuno ha degli scheletri nell’armadio”

Proprio poco sopra, abbiamo accennato al segreto di Stato e agli accordi segreti, ma non solo, che il Governo è legittimato a tenere appunto fuori dalla portata dell’opinione pubblica. Perché facciamo cenno a questo particolare?

Ultimamente, stacco accadendo diverse cose in Italia, particolari eventi che non si verificano negli altri paesi.

Oltre ad attacchi hacker da parte di criminali informatici russi, molto probabilmente incaricati dall’intelligence russa, anche messaggi minatori contro il ministro della Difesa o l’esposto presentato alla procura per un articolo della Stampa.

Cosa sta succedendo? Quali accordi avranno stipulato la Russia e l’Italia? Sembra strano che tutto ciò non accada negli altri paesi. Stessa domanda è stata posta al senatore Quagliariello a Radio Radicale e lui ha risposto dicendo che

se il Parlamento italiano è particolarmente attenzionato dalla diplomazia russa, evidentemente c’è tra noi qualcuno che ha degli scheletri nell’armadio. La lettera ai parlamentari è un atto d’ingerenza. I pizzini sono invece un modo per tenere sotto pressione le figure istituzionali che tengono l’Italia ancorata al fronte pro-ucraino

E sono proprio quegli scheletri nell’armadio a farci preoccupare. Una posizione pro o a favore della Russia ci metterebbe comunque in una posizione difficile sia con gli alleati, sia con Russia e Cina. Quest’ultima ha avuto l’intelligenza di starsene in disparte, ammonendo la Russia, ma non intervenendo né a favore di una o dell’altra parte.

Una posizione che avremmo potuto tenere anche noi? E’ difficile saperlo, soprattutto quando a prendere le decisioni è proprio il nostro ministro degli esteri Luigi Di Maio o il presidente del Consiglio Mario Draghi. Appoggiare l’Ucraina con aiuti umanitari è un conto, ma appoggiarli con armamenti è un altro, come lo è anche difendere la sicurezza.

Dopo il chiaro schieramento di Conte e Salvini sulla questione, non ci resta che aspettare di vedere se anche gli impegni energetici e di transizione energetica verranno presi ugualmente sul serio dal Governo. Proprio ieri si sono svolte in diverse città d’Italia le manifestazioni contro la guerra e contro la dipendenza da fonti esauribili.

Secondo i manifestanti, la guerra in Ucraina è una conseguenza diretta della dipendenza del mondo alle sostante esauribili.

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