Chi è Eike Schmidt, da direttore degli Uffizi a sindaco: vita, carriera e partito

Eike Schmidt, chi è il direttore degli Uffizi che potrebbe entrare in politica e contro il quale 67 intellettuali hanno scritto una lettera aperta

Innamorato dell’Italia e soprattutto di Firenze, nel corso dei suoi due mandati ha incarnato in pieno la concezione della Riforma Franceschini con la quale ogni museo si è trasformato in una sorta di piccola azienda dotata di autonomia. In una recente intervista ha attaccato indirettamente un collega e la gestione di Firenze, vittima come tante altre città. di un turismo ‘mordi e fuggì. In una lettera aperta, 67 intellettuali contestano forma e contenuto della sua intervista, soprattutto in considerazione dell’ipotesi di una sua prossima entrata in politica. Dagli studi alla possibile candidatura per il post Nardella a Firenze: chi è Eike Schmidt, il direttore degli Uffizi uscente, al centro delle polemiche.

Eike Schmidt: chi è il direttore degli Uffizi

Eike Dieter Schmidt (nato a Friburgo nel 1968) è uno storico dell’arte tedesco che dal novembre 2015, ricopre la prestigiosa carica di direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze. Considerato uno dei massimi esperti nel campo della scultura europea del Rinascimento e del Barocco può vantare oltre 200 pubblicazioni scientifiche nel corso della sua carriera. In passato, ha svolto ruoli chiave come curatore presso istituzioni come la National Gallery of Art di Washington D.C. e il J. Paul Getty Museum di Los Angeles. Inoltre, è stato direttore del dipartimento di Scultura e Arti Decorative presso la casa d’aste Sotheby’s di Londra, dove ha supervisionato le operazioni relative all’arte europea.

Sposato con una storica dell’arte, Roberta Bartoli, il direttore uscente degli Uffizi – siamo alla fine del secondo mandato – ha incarnato in tutti questi anni lo spirito della Riforma Franceschini e ha battuto ogni record di presenze di un museo che non ha certo bisogno di presentazioni: gennaio 2023 è stato il mese con più visitatori nella storia delle Gallerie degli Uffizi. Il 110% in più rispetto all’anno scorso e il 28% in più rispetto al 2019 che era l’anno del record assoluto, con circa 4,4 milioni di presenze in tutto l’anno.

Dal punto di vista strettamente curatoriale, spicca invece la decisione di ampliare il museo e ripensare la collezione, aggiungendo nel frattempo il 40% delle opere che si trovavano nei depositi.

Un direttore ‘mediatico’

Nel mondo dell’arte il successo in termini di incassi non è mai l’unico fattore a determinare la validità dei contenuti di un allestimento, di un progetto o di una mostra: tuttavia, nello spirito della Riforma Franceschini, Schmidt ha ottenuto risultati importanti anche attraverso la sua capacità di dialogare con i media e di far interagire la collezione permanente con la realtà fuori dal museo.

Dalla scelta di Chiara Ferragni come ‘ambasciatrice’ per far crescere il numero degli ingressi al museo da parte dei più giovani, alla vendita dell’immagine digitale del ‘Tondo Doni’ in NFT, il direttore tedesco è sempre stato al centro dell’attenzione dei media. Che ha sempre saputo maneggiare a vantaggio della visibilità del museo.

L’intervista al Corriere Fiorentino

Difficile dunque immaginare che le polemiche seguite all’intervista al Corriere Fiorentino non siano state preventivate. Nell’articolo, il direttore degli Uffizi non solo critica la situazione di Firenze ‘sporca e oggetto del turismo mordi e fuggì’ ma attacca anche indirettamente un collega, seppur senza mai nominarlo.

In particolare, con riferimento alla necessità di dare un maggiore risalto all’arte contemporanea a Firenze, Schmidt ha definito la programmazione del Museo Novecento – dove dal 23 settembre sarà allestita una mostra su Robert Mapplethorpe – come “Una politica costosa e sbagliata. Vengono portati artisti affermati, attraverso le grandi gallerie internazionali. Invece Firenze, come negli anni ‘70, dovrebbe fare da centro di produzione”.

E poi altre affermazioni che sono sembrate a tutti un attacco, nemmeno troppo velato, al direttore del Museo del Novecento Sergio Risaliti. Lo stesso non ha mancato di rispondere attraverso le pagine di Repubblica: “Se vuole fare politica si dimetta, ma se la sua avventura inizia gettando fango sui colleghi, rischia di far peggio dell’alluvione”.

Come ha affermato il direttore del Museo del Novecento infatti, da giorni si inseguono i rumors su una sua possibile candidatura a sindaco per il centrodestra– precisamente in quota FdI – per il post Nardella.

La lettera di 67 intellettuali

Il diretto interessato per ora non conferma e non smentisce ma nel frattempo ha dovuto incassare la reazione di 67 intellettuali – architetti, curatori, artisti e cosi via – che in una lunga lettera aperta hanno criticato il suo attacco frontale al collega anche attraverso una risposta dal punto di vista tecnico culturale. Di seguito pubblichiamo la conclusione del documento:

” Auspichiamo che Firenze ritrovi la dignità di dibattito culturale andato smarrito nelle sedi specifiche, coinvolgendo anche le istituzioni universitarie tanto denigrate dalla nuova concezione del museo-azienda. La presente lettera muove dal desiderio di uscire da una logica di opposizione e di concorrenza a colpi bassi fra le istituzioni culturali cittadine, che dovrebbero invece lavorare insieme per rendere più alto e complesso il livello di una città ormai solo dominata dai turisti. E, proprio in questo lavoro comune, renderla più vivibile”.

Intanto, sempre a proposito di rumors, si parla già del possibile successore di Schmidt alla guida degli Uffizi. E il nome più gettonato è proprio quello di Sergio Risaliti.

Vera Monti
Vera Monti
Giornalista pubblicista e precedentemente vice- presidente di un circolo culturale, scrivo di arte e politica - le mie grandi passioni - su varie testate online cercando sempre di trattare ogni argomento in tutte le sue sfaccettature. Ho intervistato vari personaggi della scena artistica nazionale e per Trend online mi occupo principalmente di politica ed economia
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