Rifiuta 750 euro di stipendio e dà una lezione a tutti: la storia della giovane ingegnera

Un video sta impazzando su TikTok: si tratta dello sfogo di Ornela Casassa, ingegnera che ha rifiutato uno stipendio da fame. Ecco i dettagli.

I social sono spesso visti come una risorsa per evadere, per mostrare le parti più belle della nostra vita, come una sorta di vetrina. Tra video divertenti, meme, commenti ironici, spesso si sottovaluta l’enorme attenzione mediatica che potrebbero garantire a tematiche molto sensibili. Ne è ben consapevole la consigliera regionale rossoverde Selena Candia, che ha condiviso su TikTok un video piuttosto interessante.

La protagonista? Un’ingegnera, Ornella Casassa, che si è lanciata in uno sfogo sulla situazione di molti giovani, costretti ad accettare ”stipendi da fame”. In breve tempo, il video ha fatto scalpore, scaturendo reazioni contrastanti. Ecco cos’è successo.

Ornela Casassa, l’ingegnera protagonista del video sfogo diventato virale

Nell’ultimo periodo ha fatto molto scalpore un video condiviso sulla piattaforma di TikTok, realizzato e caricato online dalla consigliere regionale rossoverde Selena Candia. Il soggetto è una 27enne, un’ingegnera edile di nome Ornela Casassa che, in un locale nel centro storico di Genova, non ha rinunciato a sfogarsi su una situazione che contraddistingue i giovani, lei stessa in primis. In particolare, ha dichiarato di aver rifiutato uno stipendio ”da fame, proposto dopo il termine di un tirocinio semestrale. In breve tempo il video sfogo ha fatto il giro del web, ottenendo likes, condivisioni e repost, fra cui quelli delle principali testate giornalistiche: si parla di ben 200 mila likes e oltre 2 milioni di commenti, un successo mediatico che è l’esemplificazione di quanto l’ingegnera sia stata portavoce di una situazione in cui moltissimi giovani studenti si sono riconosciuti.

Lo sfogo di Ornela Casassa, l’ingegnera virale per aver rifiutato uno stipendio ”da fame”

Lo sfogo non lascia scampo a una situazione allo sbaraglio, di cui la stessa ingegnera si è ritrovata partecipe. In particolare, a seguito di un tirocinio semestrale per cui l’ingegnera edile riceveva 600 euro al mese, i datori di lavoro le hanno offerto un posto con un guadagno di 900 euro, che a partita IVA si sarebbero tradotti in 750 euro netti al mese. La 27enne ha dichiarato di aver rifiutato il compenso, definendolo ”da fame” e ritenendolo insufficiente per pagare l’affitto.

”Al termine del tirocinio, i datori di lavoro, soddisfatti del mio lavoro, mi hanno offerto di restare e di aprire una partita IVA, con un guadagno di 760 euro al mese. Tuttavia, ho rifiutato questa proposta in quanto ritenevo che fosse insufficiente per pagare l’affitto e ho considerato questa offerta uno schiaffo in faccia e ingiusta”.

Sottolineando il carattere ingiusto della situazione, l’ingegnera ha invitato a non sottomettersi a uno status quo insostenibile, in cui anche chi si potrebbe permettere cifre maggiori si rifiuta di ribellarsi al sistema.

”Non stiamo parlando di gente che non ti può pagare, stiamo parlando di gente che sa che il sistema è così e non ti paga. […] Nel lavoro, dobbiamo smettere di abbassare l’asticella”.

Lo sfogo di Ornela Casassa, l’ingegnera che ha detto ”no” a uno stipendio: le reazioni

Ovviamente, non tutti hanno supportato il suo sfogo, sostenendo che la 27enne avrebbe potuto accettare lo stipendio e trovare subito un altro lavoro.

Molte persone mi hanno criticato per aver rifiutato un’offerta di lavoro a causa di uno stipendio troppo basso. Alcuni hanno affermato che avrei dovuto accettare l’offerta e che avrei potuto trovare subito un altro lavoro”.

A tal proposito, è bene sottolineare che Ornela abbia dichiarato di aver rifiutato l’offerta solo poiché se lo poteva permettere, in quanto i genitori le avrebbero ”rimesso un tetto sulla testa” se avesse perso l’affitto. Parole piuttosto importanti, che evocano il triste destino di molti giovani non così fortunati. Tuttavia, proprio come emerge dalle parole della 27enne, è importante che chi può permetterselo, si ribelli al sistema: solo così si potrà cambiare la situazione.

Se non ci fossero stati i miei, se avessi avuto un figlio, neanche io avrei detto no. Chi può permetterselo deve dire no, dobbiamo cominciare noi a costruire una diga”.

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