Pesticidi sulle nostre tavole, dove? Su frutta e verdura!

I pesticidi hanno contaminato già da molto tempo frutta e verdura di stagione. Come frenare questa tendenza? Acquistando biologico!

Anche i pesticidi arrivano facilmente sulle nostre tavole. L’estate porta molta frutta e verdura di stagione, ma molte di queste sono piene di pesticidi. Nel frattempo, la Commissione Europea richiama il nostro paese per non aver presentato il piano per la gestione dei pesticidi.

A dare l’allarme la Pesticide Action Network a seguito della pubblicazione di un rapporto, intitolato “Forbidden Fruit”, nel quale sono stati esaminati 97 mila campioni di frutta per riscontrare l’eventuale presenza di 55 agenti chimici, definite dall’Unione Europea come “altamente tossiche” per l’essere umano.

I risultati emersi dal rapporto sono impressionanti: il 21% dei prodotti testati è contaminato da pesticidi e agenti chimici. Rispetto al resto dell’Europa, l’Italia si trova al quarto posto per uso di pesticidi. I pesticidi vengono solitamente utilizzati per la verdura e la frutta quando vengono spesso attaccate dagli insetti o dai parassiti.

I prodotti più contaminati

Il frutto più contaminato in assoluto è la mora. Al secondo posto, invece, il rapporto mette le ciliegie e le albicocche. Nel complesso, il rapporto dice che già nel 2010 il 10,2% della frutta è contaminata dai pesticidi. Poi, nel 2011 la percentuale è scesa al 6,4%.

Peggiori sono, invece, i risultati della contaminazione della verdura. Nonostante la verdura sia meno incline a malattie o ad infezioni, in Italia la percentuale di contaminazione sfiora il 90%. In particolare, il sedano, in base ai campioni che sono stati esaminati, è risultato contaminato all’85%.

In classifica troviamo poi la rapa e il cavolo riccio, con una percentuale di contaminazione pari al 45%. Ma quale pesticida viene utilizzato maggiormente nel settore agricolo? Il rapporto risponde anche a questa domanda: i risultati fanno riferimento al Fludioxonil, un pesticida che colpisce solamente determinati insetti o parassiti, già vietato dalle autorità.

Adesso che abbiamo assodato che molti cibi arrivano sulle nostre tavole già contaminati, cosa possiamo fare noi consumatori comuni per limitare l’uso di pesticidi? La risposta è semplice: acquistare prodotti biologici e possibilmente a kilometro 0.

Acquistare solamente frutta di stagione può influire, ma non limitare l’uso di pesticidi. Ma quale sarebbero la frutta e verdura di stagione più contaminate? Il Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti, ovvero l’Animal and Plant Health Inspection Service, ha prodotto un elenco dei prodotti più contaminati.

La frutta di stagione è quella maggiormente colpita dai pesticidi, in quanto questi la rendono molto più lucida e bella alla vista. Come scrive anche Letto Quotidiano, “nella lista della frutta segnata dalla presenza di pesticidi si trovano: Fragole, Nettarine, Mele, Uva, Pesche, Ciliegie, Pere.  Nonché un frutto tipico della fine di maggio: le albicocche.

Le percentuali rilevate dalla ricerca sono le seguenti: 

“Secondo la ricerca, il podio è formato da more (51%), pesche (45%) e fragole (38%). Poco dietro le ciliegie e le albicocche (35%).

Nelle verdure, invece, il sedano è al primo posto (50%), seguito dal sedano rapa (45%) e dal cavolo riccio (31%). Il Belgio è il Paese che produce i frutti più tossici: ben 56% di campioni contaminati (2011-2019). Poi troviamo i Paesi Bassi (49%), la Germania (39%) e la Francia (34%).”

La particolarità dei pesticidi è che questi si depositano facilmente sulla buccia ed è per questo motivo che il consumatore si trova costretto a rimuoverla e a non mangiarla, sprecando allo stesso tempo diverse sostanze nutrive presenti al suo interno. Purtroppo, però, molti frutti vengono assunti interi proprio perché privi di buccia.

Se non si ha la possibilità di acquistare dei prodotti biologici, l’unico modo per riuscire ad alleggerire il frutto o la verdura dai pesticidi è quello di lavarli abbondantemente con del bicarbonato di sodio. Dopodiché, questi dovranno stare in ammollo per almeno 15 minuti per poi passare al risciacquo sotto acqua corrente. 

Piano gestione pesticidi: l’Italia in ritardo di due anni!

Come abbiamo già detto in apertura, l’Italia è stata richiamata dalla Commissione Europea per non aver redatto un piano per la gestione dei pesticidi. In particolare, in occasione dell’audit della stessa, è emerso che il nostro paese di è trovato in ritardo di 14 mesi sull’adozione del piano nazionale.

In più, aveva accumulato anche un ulteriore ritardo di due anni nell’adozione di un piano d’azione. Secondo il Corriere della Sera, a sollevare la questione è stata l’eurodeputata, nonché co-portavoce nazionale di Europa Verde, Eleonora Evi, la quale lo scorso 8 dicembre aveva presentato un’interrogazione parlamentare in merito.

A rispondere, la Commissaria europea per la salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, che ha confermato:

Ad oggi, le autorità italiane non hanno ancora presentato alla Commissione un piano d’azione nazionale riveduto” – puntualizza la Commissaria, e continua – “Sia il ritardo nell’adozione del piano d’azione nazionale iniziale, sia il persistente ritardo nell’adozione del piano d’azione nazionale riveduto costituiscono violazioni dell’articolo 4 della direttiva 2009/128/CE.

L’Italia ha, quindi, violato una direttiva Ue sull’uso dei pesticidi, oltre non aver presentato un piano. Anche l’Ispra ha confermato il superamento della concentrazione dei pesticidi, attraverso un’accurata analisi delle acque, sia superficiali che sotterranee.

In particolare, “come ha scritto Pianeta 2030 poche settimane fa, nelle acque superficiali italiane c’è una concentrazione del 25 per cento in più del consentito, 5 per le sotterranee”.

Nonostante le diverse raccomandazioni, il nostro paese sembra aver ignorato tutti i limiti e le scadenze imposte dall’Unione Europea, come puntualizza anche la relazione dell’audit:

Da un lato, il fatto che non ci fosse ancora una data per l’effettiva entrata in vigore del piano d’azione nazionale: «Anche se i lavori sul piano d’azione nazionale riveduto sono in corso dal 2017 e dovrebbero concludersi entro il secondo semestre del 2021, non vi è ancora un termine chiaro per la sua entrata in vigore».”

Monitoraggio delle strumentazioni

Un’altra problematica evidenziata è la carenza di rendicontazione, un aspetto non di poco conto. Questo, in sostanza, non permetterebbe alle autorità di disporre di un quadro completo e aggiornato sullo stato di attuazione della direttiva 2009/128/CE in ciascuna regione e a livello nazionale:

“Si stima che il 50 per cento delle attrezzature per l’applicazione di pesticidi attualmente in uso non sia ispezionato e certificato, e ciò dopo più di quattro anni dalla scadenza prevista per legge. I livelli di pesticidi in circa il 20 per cento delle acque superficiali e il 5 per cento delle acque sotterranee superano i limiti regolamentari” – come puntualizza il report Ispra.

Nonostante il nostro paese sostenga l’agricoltura biologica, non sembra essere interessato ad essere in linea con le linee guida imposte dall’Unione Europea:

Nel complesso le autorità competenti non mostrano sollecitudine nell’affrontare le carenze significative nell’attuazione della direttiva, comprese quelle evidenziate nella missione del 2017 su questo tema.

Tuttavia, i risultati dei controlli indicano che praticamente tutti gli utilizzatori e i distributori sono formati e certificati come richiesto e che l’irrorazione aerea è limitata a zone molto circoscritte oggetto di deroga.

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