Lo Spid scade ad Aprile: ecco che succede subito dopo

Milioni di italiani potrebbero dire addio allo Spid perché scade ad aprile 2023. Ecco quello che succede subito dopo. Governo pronto ad intervenire.

Lo Spid (Sistema pubblico d’identità digitale) è stato un vero e proprio salvavita per milioni di italiani. Grazie all’identità digitale i processi online per accede alle piattaforme della pubblica amministrazione sono stati semplificati. A partire dal mese di aprile 2023, data di scadenza delle convenzioni per l’identità digitale, però le cose potrebbero cambiare. Ecco cosa succede dopo quella data e le ipotesi relative a presunte azioni del governo.

Lo Spid scade ad aprile 2023: Aruba e Poste Italiane potrebbero non rinnovare l’accordo sulla gestione dell’identità digitale

Si va verso un addio graduale allo Spid e per circa 33 milioni di italiani questa è una pessima notizia. Non c’è però bisogno di disperare, in quanto, il processo di innovazione tecnologica potrebbe ulteriormente semplificare il servizio relativo all’identità digitale.

Ad oggi i gestori dello Spid sono due: Aruba e Poste Italiane. Le due aziende hanno però trovato alcune difficoltà relative ai costi di servizio per lo Spid. La data di scadenza era già stata fissata al 31 dicembre 2022, ma c’è stata una proroga ad aprile 2023.

Non è chiaro se ci sarà un accordo tra l’Agenzia per l’Italia digitale (Agid), Aruba e Poste Italiane. Le due aziende che gestiscono lo Spid hanno delle precise esigenze legate ai costi del servizio che sono state espresse in una lettera inviata ad Alessio Butti, sottosegretario all’Innovazione. Si saprà di più nelle prossime settimane in quanto manca ancora un mese abbondante alla scadenza.

Cosa succede dopo la scadenza? Ecco alcune ipotesi

Il governo ha fretta e probabilmente Giorgia Meloni e la sua compagine stanno pensando già ad una soluzione alternativa ad Aruba e Poste Italiane. Il piano dell’esecutivo potrebbe essere quello di inglobare l’identità digitale nella carta d’identità elettronica. Questo procedimento potrebbe agevolare molto i cittadini grazie ad un sistema che prevederebbe un unico nome utente ed un’unica password con cui accedere a più servizi. 

C’è però anche un lato negativo, ossia che non tutti gli italiani dispongono di una carta d’identità elettronica in quanto sono ancora in circolazione i documenti d’identità cartacei. Questo potrebbe essere un vincolo all’utilizzo dello Spid che costringerebbe al rinnovo anticipato del documento d’identità per usufruire dell’identità digitale.

Molti si chiedono anche chi si occuperà della gestione dell’applicazione collegata al nuovo Spid se Aruba e Poste Italiane non rinnoveranno l’accordo. L’ipotesi più concreta è quella di mettere al bando la gara per l’applicazione.

Queste ovviamente sono solo supposizioni che necessitano dell’uso del condizionale. Nessuno è ancora a conoscenza della strategia precisa che il governo intenderà utilizzare.

Leggi anche: Spid addio nel 2023? Il governo Meloni potrebbe cancellarlo per sempre

Felice Emmanuele Paolo de Chiara
Felice Emmanuele Paolo de Chiara
Redattore, classe 1994. Sono nato a Napoli ma ho vissuto un po’ in Toscana dove mi sono laureato in Scienze politiche e relazioni internazionali presso l’Università degli Studi di Siena e un po’ a Milano dove mi sono specializzato in Cooperazione Internazionale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Sono appassionato di politica, attualità, sport (grande tifoso del Napoli), cinema e libri. Nel tempo libero mi dedico alla scrittura di racconti e quando ho tempo viaggio.
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