Vinitaly, Pantelleria conquista il prosecco! Pronto accordo!

Vinitaly ospita anche il Passito di Pantelleria che ha ricevuto delle avance dal Luca Zaia e propone un matrimonio con il Prosecco! Ecco cosa è successo!

L’isola di Pantelleria è da sempre conosciuta per il vino Passito e ogni anno conquista l’evento più importante d’Italia, il Vinitaly. Anche quest’anno il passito, vino dolce prodotto dallo zibibbo, è stato elogiato da molti ed è riuscito a ricevere della “avance” dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia:

Ah, se avessimo noi quest’isola: Passito e Prosecco potrebbero stringersi la mano

La proposta di un’unione tra passito e prosecco è piaciuta molto, soprattutto perché significherebbe incentivare il reddito agricolo. Ma un matrimonio coi fiocchi si organizza quando si trova un accordo sul tavolo, proprio per questo Pantelleria ha invitato il presidente ad un confronto.

Purtroppo, nel corso di questi anni, il settore vinicolo ha subito delle stangate, soprattutto al sud, e per riuscire a sopravvivere è necessario valorizzare i propri prodotti, le proprie eccellenze, e il passito e lo zibibbo, così come il prosecco, sono eccellenze che valorizzano i loro rispettivi territori, quello pantesco siciliano e veneto.

Quest’anno al Vinitaly, così come ogni anno, sono presenti i pezzi grossi siciliani: il passito, lo zibibbo delle cantine Pellegrino e Donnafugata, con sede a Marsala, nella provincia di Trapani. Questa realtà, in particolare, conta la collaborazione di ben 400 produttori e una trentina di cantine, sparse nell’intera Sicilia occidentale e nelle isole minori.

L’obiettivo delle cantine è quello di affermarsi non solo all’interno del territorio nazionale, ma anche a livello internazionale, ma ci vogliono maggiori garanzie e un sostegno maggiore verso l’agricoltura della Sicilia e verso i produttori dell’isola di Pantelleria.

Ad ogni modo, il sindaco dell’Isola di Pantelleria, Vincenzo Campo, ha considerato un’ottima idea quella di unire il Passito e il Prosecco:

 “Al mitico Prosecco abbinare Pantelleria è un orgoglio per noi panteschi. Un augurio di un successo futuro. La similitudine di come si è arrivati alla Docg Prosecco di Valdobbiadene o al vitigno Prosecco diventato Doc autonomo, è la strada per arrivare alla Docg Zibibbo di Pantelleria.

Così come il Primitivo e il Brunello. Ma il divario viticoltore e imbottigliatore sulla Perla Nera è stratosferico: vanno fatte le debite differenze

Il connubio tra le due realtà vinicole, pantesca e veneta, valorizzerebbe certamente i territori. Anche Zaia ne è convinto, infatti, mette a disposizione gli oltre tre mila viticoltori veneti e le 450 cantine.

Il sindaco di Pantelleria è consapevole del fatto che la realtà vinicola del Passito è molto meno grande di quella veneta, ma entrambe sono legate dall’amore e dalla volontà di valorizzare il più possibile il proprio prodotto, nonostante le difficoltà:

L’agricoltore pantesco non ha vere e proprie associazioni di viticoltori a tutela – dice Campo – una realtà di una trentina di cantine e non 450 come nel Prosecco.

Due identità viticole e territoriali simili, opposte nel commercio. Una realtà isolana che ha bisogno di strategie differenti per dare vero reddito al viticoltore pantesco in ginocchio. Ma la strada percorsa dal Prosecco è lì a dimostrare che anche lo Zibibbo può percorrerla

Si parla, infatti, di agricoltura eroica: dai terrazzamenti irregolari panteschi, alle viti venete strappate ai rovi. In entrambi i casi, la coltivazione risulta difficile e macchinosa. Nonostante ciò, però, il prodotto finale è diventato eccellenza e ha potuto conquistare il marchio Doc.

Al Vinitaly, il sindaco di Pantelleria, Campo, ha posto l’accento sulle tutele che un patrimonio Unesco dovrebbe possedere. 

Quello che è stato valido per il Prosecco deve essere valido anche per lo Zibibbo – continua Campo – Prosecco era vitigno ed è diventato territorio per un comune friulano, fattore determinante per una Docg.  Pantelleria è già Unesco grazie allo Zibibbo.

Trapani e la Sicilia, e ancora meno altre regioni, non hanno questo privilegio e questa patente

Il presidente della Regione Veneto, Zaia, è pronto ad un incontro sull’isola, accompagnato dal presidente del Consorzio del Prosecco, Stefano Zanette, con la Regione Sicilia e i produttori locali, della provincia di Trapani. L’obiettivo sarà quello di valorizzare e difendere un prodotto inimitabile e irrinunciabile.

Vinitaly ha anche ospitato la Casa Vinicola Fazio, un’azienda vinicola a conduzione familiare che è riuscita ad emergere anche all’estero. Italia a Tavola intervista l’amministratore unico, Lili Fazio:

Ma non solo il Passito di Pantelleria: al Vinitaly altri vini di pregio!

Ma la fiera del vino italiana ospita le realtà vinicole di tutta Italia e certamente ognuna di loro è preziosa. Ogni cantina porta con sé tutto il suo territorio, il lavoro e la dedizione che ogni produttore mette nel proprio prodotto.

Presente alla fiera del vino Vinitaly anche Cook del Corriere della Sera che ha deciso di premiare alcune bottiglie di vino che rappresentano diverse realtà territoriali, adatte a qualsiasi palato e a qualsiasi intenditore. La prima bottiglia si chiama Maternigo.

Si tratta di un Amarone DOCG Riserva 2026. Prodotto da un vigneto situato a 310 metri di altezza, proprietà della Barilla, conserva le caratteristiche di un’attenta zonazione.

Il Maternigo è stato selezionato per la struttura dei suoi frutti e si contraddistingue per le note fruttate, più precisamente di frutti rossi, e floreali. Ma non solo. A valorizzare questo vino sono anche le note particolari e speziate di eucalipto, cannella e chiodi di garofano.

Per la sua struttura e la sua qualità, il Maternigo viene venduto a 112,77 euro. Al Vinitaly si dà spazio anche ai vini Alcool Free, come lo Steinbock di Martin Foradori Hofstätter. Si tratta di una novità. Un vino fruttato, ma non alcolico.

A presentarlo, il produttore Martin Foradori Hofstätter, un viticoltore che ha deciso di puntare sul vino alcool free. Lo Steinbock è prodotto da vigneti coltivati in Germania, lungo la Mosella, e da uve Riesling. Ma come si ottiene un vino senza alcool? Hofstätter usa una tecnica innovativa che preserva gli aromi del frutto, ma elimina l’alcool. Come?

L’apparecchiatura usata per ottenere il prodotto finale riduce la pressione atmosferica e il punto di ebollizione dell’alcool, che da 78°C passa a 25 – 30°C. Il prodotto che si ottiene conserva una quantità irrisoria di alcool, pari a 0,25%. 

Puntare sul vino analcolico può essere un’idea intelligente, soprattutto quando una ricerca Nielsen conferma un picco delle vendite di questo nuovo prodotto di circa il 43%, solo nella prima parte del 2021. Un altro vino da tenere sempre nella propria cantina è il Valpolicella DOC.

Il master of wine, Gabriele Gorelli, racconta il vino:

Sa unire freschezza e complessità. Va bene sia per la bella stagione che in mesi lievemente più rigidi

Si tratta di un vino caratterizzato da note fruttate di ciliegie, fragoline selvatiche, mirtilli e pepe bianco. Al gusto, il vino è leggermente sapido e conserva anche delle note balsamiche. La cantina che lo produce, la Bertani, ha una lunga esperienza alle spalle, essendo stata fondata nel 1857.

Altro vino da avere assolutamente in cantina è il Pinot nero della tenuta Mazzolino dell’Oltrepò. Si tratta di una new entry della cantina dell’Oltrepò Pavese. Il vino è caratterizzato dal forte colore nero di due uve, coltivate separatamente nella parte alta delle vigne del Terrazze.

Altro vino che non potevamo non selezionare è l’Orange Jakot 2019 di Dario Princic. Si tratta di un vino orange, ottenuto da uve bianche, le cui bucce restano a contatto con il vino per tanto tempo, donando così il colore aranciato che lo caratterizza.

Inoltre, è un vino 100% biologico di uve friulane. Un piacere per il palato. E’ caratterizzato da note di erbe officinali, agrumi, fieno, frutta candita e zenzero. Il costo? Solamente 34 euro a bottiglia.

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