Matteo Messina Denaro è malato: quale malattia ha condotto il superboss all’arresto?

Matteo Messina Denaro è stato arrestato nei pressi di un ospedale, infatti da tempo soffre di una malattia pericolosa. Ecco quale.

Il superboss mafioso Matteo Messina Denaro è stato arrestato dai carabinieri del Ros la mattina del 16 gennaio 2022, mentre stava facendo colazione in un bar vicino a un ospedale palermitano.

Da ciò che è trapelato, sembrerebbe che stesse per recarsi al reparto di oncologia dell’ospedale per una seduta di chemioterapia. Infatti, il boss, latitante da ben 30 anni, soffrirebbe di una malattia piuttosto grave, per cui ha dovuto chiedere cure ospedaliere. Ma di quale malattia stiamo parlando?

Matteo Messina Denaro: di quale malattia soffre il superboss arrestato?

La mattina del 16 gennaio 2023, alle ore 9 e venti del mattino, i carabinieri del Ros hanno arrestato il superboss mafioso Matteo Messina Denaro, invischiato in crimini terribili come le stragi di Capaci e di Via D’Amelio, nonché di numerosi omicidi efferati, come quello del piccolo Giuseppe di Matteo, figlio dell’ex pentito Santino di Matteo, strangolato e sciolto nell’acido. In particolare, stando a quello che è emerso, il boss latitante da ben 30 anni si trovava in un bar a consumare la colazione, bar collocato nei pressi dell’ospedale palermitano La Maddalena, dove era in cura sotto falso nome (Andrea Bonafede) a causa di una malattia molto grave.

A tal proposito, la malattia in questione sarebbe un tumore al colon, che comporta metastasi epatiche per cui il boss deve sottoporsi a cicli periodici di trattamenti chemioterapetici, esattamente come doveva fare prima del suo arresto.

Tumore al colon: cos’è e quali sono i sintomi della malattia di cui soffre Matteo Messina Denaro?

Matteo Messina Denaro, superboss siciliano arrestato nella mattinata del 16 gennaio 2023, soffre di tumore al colon, per cui deve sottoporsi a trattamenti di chemioterapia. Ma che cos’è il tumore al colon?

Nel 95-97% dei casi il tumore al colon è un adenocarcinoma, ovvero un tumore maligno originato dalle cellule epiteliali della mucosa intestinale, che interessa per lo più gli individui a partire dai 60 anni. Per quanto concerne la localizzazione, da un punto di vista di percentuali può interessare diverse aree:

  • Retto: 50% dei casi

  • Sigma: 20% dei casi

  • Colon ascendente: 16% dei casi

  • Colon trasverso: 8% dei casi

  • Colon discendente: 6% dei casi

A proposito dei sintomi invece, essi sono molteplici, variano in relazione alla localizzazione del tumore e non si presentano immediatamente. Tra essi ricordiamo:

  • Cambiamento delle abitudini intestinali (diarrea-stipsi, variazione nella consistenza delle feci);

  • Sanguinamento rettale;

  • Sangue nelle feci;

  • Dolore addominale;

  • Crampi addominali;

  • Gonfiore addominale;

  • Sensazione di un’incompletezza nello svuotamento dell’intestino nonostante l’espulsione delle feci;

  • Anemia;

  • Debolezza e spossatezza;

  • Perdita di peso senza motivo;

  • Dispnea.

Tumore al colon: come si cura e possibilità di sopravvivenza

Circa l’80% dei tumori del colon-retto si origina da formazioni chiamate polipi, piccole escrescenze inizialmente benigne, ma che possono diventare maligne nell’arco di 7-15 anni. Per prevenire ciò, è necessario sottoporsi a programmi di controllo (screening), che consentono l’individuazione e l’eliminazione dei polipi prima che la loro pericolosità aumenti.

La cura principale è rappresentata dalla chirurgia, attraverso un intervento definito escissione locale, in cui, se il tumore si trova in una fase precoce, si elimina la piccola parte della parete del colon colpita. Nel caso di una maggiore estensione, si parla di interventi più invasivi e impegnativi. Oltre alla chirurgia, un’altra strada è la chemioterapia, importante anche nel caso in cui si possa intervenire operando, che consiste nella somministrazione di farmaci per uccidere le cellule tumorali in ogni parte del corpo. In questo senso, si parla anche di radioterapia, ossia l’utilizzo di dosi controllate di radiazioni per distruggere le cellule tumorali. O ancora, assai utili possono essere anche farmaci biologici, associati ovviamente a trattamenti di chemioterapia.

Per quanto concerne le possibilità di sopravvivenza, secondo i dati italiani nel 2021, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è pari al 65,3% negli uomini e 66,3% nelle donne.

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