E’ allarme in Giappone per gli aumenti di shock tossico da streptococcico. Si tratta di una rara e letale infezione batterica che potrebbe aver avuto origine dallo Streptococco di gruppo A. Vediamo cos’è, come si contrae e quali sono i sintomi.
Shock tossico da streptococcico: è allarme in Giappone
La sindrome da shock tossico streptococcico (Stss) continua a preoccupare il Giappone. L’Istituto Nazionale delle Malattie Infettive (Niid) ha rivelato che nel 2023 si sono registrati 941 casi di Stss nel paese del Sol levante, ma si teme che nel 2024 la situazione possa bruscamente peggiorare. Questo perché, a gennaio e febbraio, sono stati segnalati ben 378 casi di positività in quasi tutte le 47 prefetture in cui il Paese è suddiviso, ad eccezione di due.
La diffusione massiccia dello shock tossico streptococcico sta preoccupando il Giappone, ma anche l’intera Europa teme ripercussioni. In Italia, infatti, l’incidenza di infezioni da streptococco è aumentata, specialmente nell’ultimo periodo.
Stando ad un primo monitoraggio della situazione epidemiologica, in Giappone le persone maggiormente colpite sono quelle nella fascia d’età compresa tra 30 e 50 anni. Il tasso di mortalità è alto. Tra luglio e dicembre 2023, delle 65 persone colpite sotto i 50 anni ne sono morte 21.
Questi dati mettono in allerta le autorità sanitarie giapponesi, anche perché non sono state ancora identificate le cause: della malattia. Ad oggi, sembra che il fenomeno debba essere letto come un effetto post pandemia Covid-19.
Shock tossico da streptococcico: cause, sintomi e cura
A provocare lo shock tossico da streptococcico è lo Streptococcus pyogenes, un batterio appartenente al gruppo A. Questo patogeno può causare una serie di infezioni non gravi che, ormai, abbiamo imparato a fronteggiare. Parliamo, ad esempio, di: faringite streptococcica, scarlattina, febbre reumatica, impetigine, bronchite e polmonite.
Alcuni pazienti, però, possono contrarre forme più gravi, come la sepsi, la meningite e la sindrome da shock tossico streptococcico. Ovviamente, in base all’infezione che si contrae cambiano anche i sintomi, che si manifestano tra i 2 e i 5 giorni dal contagio. Dal mal di gola alla faringite, passando per linfonodi ingrossati, tonsillite, scarlattina, febbre, dolori addominali, eruzioni cutanee, tosse e difficoltà respiratorie. In casi gravi, il patogeno si diffonde negli organi interni, provocando danni e necrosi dei tessuti muscolari.
Generalmente, nei casi più leggeri, l’infezione si risolve nel giro di 3 o 4 giorni. La malattia si diffonde per via aerea, con un semplice starnuto della persona positiva, oppure tramite il contatto con una ferita aperta o superfici infette. La cura è a base di farmaci antibiotici.