Social network come unica fonte notizie? Quante fake news?

Nonostante le numerose fake news, milioni di italiani si affidano solo ai social network per informarsi sugli ultimi avvenimenti. Un paradosso da indagare.

Con “social network” si è soliti intendere un servizio internet che può essere fruito attraverso browser o applicazioni software presenti su dispositivi quali smartphone o tablet.

Il servizio principale dei social network è fornire la possibilità di una comunicazione rapida ed efficace attraverso l’avvalersi di diversi mezzi, da quelli testuali a quelli multimediali.

Gli utilizzi dei social network, come si vedrà, sono svariati. Le abitudini digitali che sono state tenute dagli italiani nell’ultimo periodo sono state registrate puntualmente da Censis-ital communications, il Centro Studi Investimenti Sociali fondato nel 1964.

Infatti, facendo fede al capitolo Comunicazione e media del Cinquantacinquesimo Rapporto Censis che mette in evidenza la situazione sociale dell’Italia nel 2021, a proposito dell’utilizzo di Internet e dei social network si legge:

«Si registra ancora un aumento dell’impiego di internet da parte degli italiani: l’utenza ha raggiunto quota 83,5%, con una differenza positiva di 4,2 punti percentuali rispetto al 2019. L’impiego degli smartphone sale all’83,3% (+7,6%) e lievitano complessivamente al 76,6% gli utenti dei social network (+6,7%).»

Se gli italiani che si affidano ai social network sono sempre di più in aumento, occorre considerare che non sono pochi i rischi che si annidano in un tipo di informazione affidata soltanto a questi spazi.

Disinformazione e fake news, aumentate esponenzialmente durante il sorgere della pandemia, hanno fatto comprendere come risultino indispensabili regole da rispettare per far sì che si possa garantire una buona comunicazione.

Ad esempio, durante il primo lockdown, cioè nel periodo in cui, come si analizzerà in maniera dettagliata, gli italiani si sono affidati con più insistenza ai social network, non sono mancate diverse bufale di varia natura.

Tra le tante, i numerosi rimandi a metodi fai da te in grado di prevenire il contagio. In merito, l’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” ha smentito in maniera categorica alcune fake news, sottolineando in merito alle bufale sul coronavirus come:

«La maggior parte delle volte questa cattiva informazione è causata da un modo impreciso di interpretare articoli scientifici e relative ricerche. In questo modo si finisce col fornire ai media e al pubblico riassunti fatti di parole semplici e accattivanti, ma fondamentalmente sbagliate».

A cosa è dovuto il successo dei social network più utilizzati

Solitamente, ogni utente registrato su una determinata piattaforma ha la possibilità di creare un proprio profilo su cui pubblicare una serie di aggiornamenti rispettando i criteri del social che si sta utilizzando.

Inoltre, spesso può visitare i “diari” degli altri utenti e creare una rete di amicizie virtuali che, dagli anni Novanta in poi, con una crescita esponenziale registrata nell’ultimo periodo, ha portato, anche solo nel contesto italiano, a un utilizzo massiccio.

Il contesto pandemico degli ultimi due anni ha accelerato a dismisura questo processo portando diversi italiani a costruirsi una quotidianità digitale.

Di sicuro, oggigiorno i social network risultano essere tra i modelli di comunicazione più efficaci. A guardar bene, i motivi del successo registrato negli ultimi anni è dovuto a diversi fattori. Fra i tanti occorre indubbiamente includere la voglia di testimoniare le proprie esperienze vissute.

In merito, si pensi al ruolo della fotografia che, sempre più, è diventata negli ultimi anni più che uno strumento di memoria, un mezzo in grado di testimoniare il proprio vissuto.

Sui social network, la testimonianza del proprio vissuto si lega quasi sempre a quella degli altri, alla possibilità di rimanere aggiornati sulle esperienze vissute anche dagli amici o familiari.

Di più: a questo aspetto si aggiunge la possibilità del confronto. Infatti, non a caso, tutti i social più utilizzati prevedono la possibilità di commentare i contributi che vengono condivisi.

Sono tanti gli elementi che hanno portato al successo dei social. Ai bisogni associativi passati poc’anzi in rassegna di legano tanti altri aspetti che rispecchiano la società contemporanea.

Di sicuro, parlando di social network, il rimando principale è Facebook che rappresenta a tutti gli effetti un fenomeno mondiale.

C’è da riflettere anche sul ruolo centrale ricoperto dall’immagine, sempre più padrona indiscussa della comunicazione, come si è accennato poc’anzi. Anche per questo aspetto si può spiegare l’utilizzo sempre più massiccio di Instagram.

Ogni social ha le sue caratteristiche peculiari.Giusto per fare un altro esempio, si pensi a Twitter, i cui brevi contenuti sono sempre rivolti all’attimo presente e presentano una conformazione diverse dal diario da sfogliare a ritroso che riguarda Facebook.

Come ogni cosa, i social network hanno bisogno di un costante ripensamento per mantenere vivo l’interesse mostrato negli ultimi decenni.

In merito, si pensi a Facebook, divenuto da poco Meta. Ci sono aspetti specifici che, analizzati, aiutano a comprendere i motivi degli ultimi cambiamenti.

Data la complessità dell’argomento, si rimanda alla visione di un video presente sul canale YouTube di Stefano Mongardi in cui vengono chiariti i motivi degli ingenti investimenti di Meta nel metaverse e in Oculus.

L’informazione passa solo dai social network per 4,5 milioni di italiani

Tra i motivi più comuni che portano le persone a utilizzare i social network, accanto alla voglia di restare a contatto coi propri amici e alla condivisione delle proprie esperienze, risulta una buona fetta di utenti intenzionati a informarsi in merito a determinati argomenti.

Le ultime informazioni vengono recepite da un numero considerevole di persone attraverso le piattaforme social più comuni.

Dunque, su Facebook, Instagram, Twitter, YouTube e su tutte le altre piattaforme social più utilizzate si incontrano temi di disparata natura che comprendono ogni avvenimento che segnano la giornata.

È chiaro che, come sottolineato, la comunicazione risente delle caratteristiche peculiari di ogni piattaforma utilizzata. YouTube è celebre per i suoi contenuti video; TikTok è sempre più in voga tra le ultime generazioni e presenta una struttura differente, sebbene si abbia sempre a che fare con video.

Di sicuro, al di là delle caratteristiche, si è palesata l’importanza di soffermarsi sui rischi che un’informazione del genere porta con sé. Ancora di più sei i numeri delle persone che fanno affidamento ai social network superano i quattro milioni.

Su tutto, occorre soffermarsi sulla presenza di numerose fake news, sulla loro natura e sul perché della loro diffusione.

Il rischio delle fake news e i numeri dei danni che causano

I problemi scaturiti dall’uso di piattaforme siffatte si sono rivelati molteplici. Nel corso del tempo, sono state numerose le polemiche riguardanti fattori di varia natura.

Si pensi soltanto come esempio allo scandalo politico Facebook-Cambridge Analytica legato ai dati personali di 87 milioni di account Facebook.

In quel contesto, questo numero massiccio di utenti ha visto raccogliere i propri dati in maniera illecita. Le informazioni sono state utilizzate per scopi legati alla propaganda politica.

Si è trattato di un caso lampante che ha fatto notare il bisogno di una regolamentazione più rigorosa rispetto alla linea utilizzata fino a quel momento.

Anche le fake news generano costantemente confusione e causano danni mentali e comportamentali nelle persone.

Infatti, come si vedrà in conclusione di queste considerazioni, il tema della regolamentazione più stringente e, per questo, più efficace viene chiesto a gran voce sotto molti aspetti, sintomo delle zone d’ombra che ancora oggi per molte persone riguardano i social network.

La cattiva informazione resa evidente durante l’emergenza sanitaria

Da quanto l’Oms ha dichiarato l’allerta mondiale si sono susseguite una serie di misure che hanno segnato radicalmente il mondo intero.

Analizzando il contesto italiano si nota come spesso ci siano state confusioni dovute a diversi fattori, alimentate costantemente dal pullulare di una serie di fake news anche e soprattutto sui social network. 

Così, l’utilizzo più massiccio dei social network dovuto al contesto di isolamento in cui ci si è ritrovati a vivere, ha avuto come controparte un tipo di informazione spesso confusionaria e poco attendibile.

Anche durante la somministrazione delle prime dosi del vaccino, in particolare nel primo periodo della somministrazione di Astrazeneca, si è notato facilmente come ogni piccola imprudenza informativa potesse portare conseguenze in merito alla campagna vaccinale.

NewsGuard Technologies ha monitorato il traffico di svariati siti nel mondo, riportando la percentuale di pagine con presenza di fake news al loro interno. I risultati mostrano come

«Sono 449 i siti nel mondo che diffondono notizie false, NGT li ha monitorati uno a uno, e di questi 274 sono negli Stati Uniti, 57 in Francia, 44 in Germania, 20 nel Regno Unito. A fine maggio quelli italiani erano 41 per un traffico totale di pagine viste di oltre 15,5 milioni, stabili da novembre 2020.»

Quali regole e quali controlli più serrati sono previsti nel 2022

La lotta alle fake news, qualunque argomento inesatto vadano a diffondere, è serrata. Di sicuro, come fatto notare, i social network continuano a essere terreno fertile in cui risulta ancora troppo semplice diffondere informazioni volutamente inesatte.

Per questo motivo, nell’ultimo periodo su diverse piattaforme sono state attivate una serie di strumenti che presentano l’obiettivo dichiarato di contrastare questa tendenza.

Ad esempio, su Facebook si è avuto un rimando molto più massiccio a fonti attendibili, mentre sono state rimosse una quantità considerevole di informazioni inesatte.

Il tutto è avvenuto basandosi su una fact checking, sulla verifica dei fatti. Infatti, le etichette di avvertimento hanno segnalato l’inesattezza della notizia letta qualora quest’ultima presentasse inesattezze.

Nell’ultimo periodo, anche su Instagram, essendo legata indissolubilmente a Facebook, sono aumentati a dismisura i pannelli informativi che rimandano a notizie ufficiali sul coronavirus.

Anche su YouTube le fake news sono all’ordine del giorno, al punto che nei mesi precedenti è servita una stretta che ha vietato la disinformazione sui vaccini.

Dunque, i controlli e i modi d’agire registrati nell’ultimo periodo mostrano che le intenzioni siano quelle di agire con più vigore contro la diffusione di feke news.

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