Alla scoperta del borgo dei mille murales in Lombardia: un gioiello italiano

Il borgo dei mille murales in Lombardia è un gioiellino tutto italiano, che merita almeno una visita nella vita: ecco come si chiama e dove si trova.

Immaginate una cittadina che, invece di palazzi anonimi, abbia facciate tutte affrescate. Non è un sogno: esiste davvero e si trova in Italia, precisamente in Lombardia. Andiamo alla scoperta del borgo dei mille murales.

Borgo dei mille murales in Lombardia: ecco qual è e dove si trova

Se vi trovate in Lombardia o in zone limitrofe, oppure avete in mente di fare un viaggio nei pressi, dovete assolutamente visitare il borgo dei mille murales. E’ un vero e proprio gioiello, che invita a perdersi tra le sue stradine completamente affrescate. Si trova a due passi dal Lago Maggiore, precisamente in provincia di Varese. Stiamo parlando di Arcumeggia, nel cuore della Valcuvia.

Conosciuto per essere il primo paese dipinto d’Italia, il borgo dei mille murales è nato come tale nel lontano 1956, quando l’Ente Provinciale per il Turismo di Varese ha deciso di rilanciare la cittadina utilizzando l’arte. Così, Arcumeggia, che all’epoca era quasi abbandonato, è pian piano tornata a splendere.

Più di venti artisti, tra cui nomi di spicco come Aligi Sassu e Remo Brindisi, sono stati invitati a rendere omaggio al paesaggio, dando il via a quello che oggi è diventato un museo a cielo aperto. Negli anni Cinquanta, è bene sottolinearlo, il borgo era abitato da poco più di 50 persone e l’economia era soprattutto agropastorale. Farlo diventare il paese dei mille murales è stata quindi una vera e propria scommessa.

Arcumeggia: il primo paese dipinto d’Italia

Il borgo dei mille murales in Lombardia presenta affreschi che raffigurano sia storie dalla vallata che scene sacre. A distanza di quasi settant’anni dall’inizio della rinascita, possiamo dire che la scommessa dei componenti di allora dell’Ente Provinciale per il Turismo di Varese è stata vinta. Ad oggi è un’attrazione unica.

Artisti come Gianfilippo Usellini, Achille Funi e Eugenio Tomiolo, non si sono limitati all’esecuzione dei dipinti, ma hanno anche utilizzato tecniche innovative che hanno permesso alle stesse opere di non deteriorarsi con lo scorrere del tempo. Questo significa che sono anche riusciti a lasciare un’impronta nel campo artistico e del restauro, preservando i murales per le generazioni a venire.

Molto importante è stato il contributo dell’architetto Bruno Ravasi, che ha supervisionato il progetto e ha contribuito alla realizzazione della famosa Casa del Pittore. Quest’ultima è adibita a museo, ma attualmente è chiusa al pubblico. Nonostante ciò, Arcumeggia resta un’opera d’arte a cielo aperto: basta alzare lo sguardo da terra per restare affascinati da dipinti come la Via Crucis.

Negli anni, il borgo dei mille murales ha assunto una grande importanza, tanto che in loco si sono tenuti corsi di affresco con studenti provenienti da tutto il mondo. Arcumeggia, quindi, non racconta solo una storia di rinascita, ma testimonia anche come l’arte possa rappresentare un ponte tra passato e futuro, locale e internazionale.

Fabrizia Volponi
Fabrizia Volponi
Copywriter, classe 1985. Laureata in Scienze Storiche presso l'Università La Sapienza di Roma, con una seconda laurea in Scienze Religiose alla Pontificia Università Lateranense, ho una passione per la scrittura e la lettura. Ideatrice di un blog dedicato ai libri, il mio motto è πάντα ῥεῖ, tutto scorre.
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