BUSD è nei guai con la SEC: le Stablecoin non più considerate criptovalute

Non possiamo negare che di recente il Web3 stia facendo parlare molto di sé, ma stavolta BUSD sembra in guai davvero seri con la SEC.

Il Web3 è nuovamente in fermento. In particolare il settore delle criptovalute sembra potere risentire parecchio del caso SEC riguardo Paxos e BUSD (Binance USD). Sembra infatti che la questione non sia affatto finita.

BUSD in particolare sta affrontando una tempesta che difficilmente si risolverà in breve tempo e senza conseguenze negative sull’intero mercato. Perfino un famoso crypto exchange ha speso parte del suo tempo per difendere la Stablecoin BUSD, ma non è servito a molto.

La SEC è più che decisa ad affrontare il caso nella maniera più severa possibile. Non si tratta di qualcosa che la valuta digitale lanciata da Binance potrà risolvere facilmente. Che il CEO Changpeng Zhao possa scendere in campo?

Vediamo intanto cosa sta accadendo e le ragioni dell’accanimento dell’ente statunitense. Cerchiamo almeno di comprendere se si tratta di ragioni fondate.

Paxos vs SEC

Abbiamo già visto come la Paxos Trust Co sia stata messa alle strette dalla SEC, ma adesso la questione sembra riguardare esclusivamente BUSD.

In un comunicato stampa recente sembra, infatti, che proprio Paxos abbia ammesso di essere stata indagata solo in merito a Binance USD e non ad altre attività a essa legate. Per essere certi che non ci siano equivoci, sappiate che Paxos Trust Co è la compagnia che, insieme a Binance, aveva lanciato la Stablecoin Binance USD.

La questione, però, si sta facendo sempre più seria e non solo per la Stablecoin di Binance e Paxos.

Delistare BUSD, possibile?

Ecco quanto accaduto per farla breve: l’emittente della Stablecoin, Paxos, ha riconosciuto di aver ricevuto un avviso Wells dalla Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti, che indica una possibile azione esecutiva basata sull’accusa che il suo Binance USD costituisce un titolo non registrato.

BUSD è ancorata al dollaro USA e secondo le ultime indiscrezioni rischia addirittura di essere delistata. La notizia ha fatto il giro del web e ovviamente le community (insieme ad alcuni crypto provider) non si sono trovati affatto d’accordo, ritenendo l’accusa illegittima.

Tuttavia se il caso fosse vinto dalla SEC questo potrebbe senza dubbio accadere. Insomma qualcosa di simile a quanto già accaduto con Ripple.

Il caso interessa Binance?

Ovviamente sì. Questa situazione ha generato preoccupazione nell’exchange Binance, tanto che nelle ultime ore sono stati coniati 50 milioni di TrueUSD, un’altra Stablecoin emessa da TrustToken.

Questo serve a mantenere la presenza di Binance all’interno del mercato delle Stablecoin, offrendo così un’alternativa agli utenti.

Nonostante questo, però, sembra che il team del più grande crypto exchange al momento in circolazione abbia smentito eventuali preoccupazioni: BUSD non è mai stato un grande business per loro.

Che sia vero? Nessuno può dirlo con certezza, ma di sicuro la possibilità di delistare la crypto non piacerà a Binance.

Coinbase si schiera con BUSD

Tra i provider di criptovalute che hanno “alzato la voce” con la SEC figura uno dei competitor di Binance: Coinbase. Già, sembra proprio che Coinbase si sia schierato dalla parte di BUSD e per le più semplici ragioni.

Secondo l’accusa, Binance USD dovrebbe essere equiparabile a un titolo e quindi sarebbe dovuto essere registrato, ma Coinbase afferma che non si possono definire le Stablecoin dei titoli. Per l’exchange questa accusa è infondata.

Il congelamento di Binance USD non aiuterà gli Stati Uniti, anzi: sarebbe meglio lasciare le cose come stanno perché tutto andrebbe a favore del dollaro statunitense.

Dopo Ripple e Kraken, ora BUSD

Di recente sembra proprio che l’organo statunitense di controllo sui mercati finanziari non stia dando tregua ai crypto provider. Sappiamo tutti del caso Ripple e forse proprio per la sua ormai prossima conclusione, la SEC ha cominciato a indagare su altre società del settore.

Poi Kraken, costretta a pagare una multa salata di ben $30 milioni perché non aveva registrato il programma di Staking offerto dalla sua piattaforma.

Adesso anche BUSD, con la possibilità di proseguire una causa che potrebbe vederlo scomparire dagli exchange, portando anche al cambiamento dello status quo su cui si basano praticamente tutte le Stablecoin.

I tempi si stanno facendo duri ed è la SEC a colpire, non di certo l’ultimo arrivato.

Stablecoin in pericolo?

Al momento attuale gli investitori non potranno di certo dormire sogni tranquilli. BUSD è in pericolo e lo sono anche le altre crypto della sua categoria.

BUSD è la terza Stablecoin per market cap e, se lei sta riscontrando problemi, chissà cosa potrebbe aspettare le altre. Questo mette in allarme tutto il settore e spinge i provider a regolarizzare ogni aspetto del loro business.

Nulla può essere lasciato al caso. Altrimenti non saranno solo le piattaforme crypto ad andarci di mezzo, ma milioni d’investitori e società che usano le valute digitali tutti i giorni.

Leggi anche: Società finlandese lancia prima Stablecoin basata su EUR e regolamentata dall’UE

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