A Piazza Affari la seduta odierna si è conclusa nel segno della debolezza anche per le utility, che hanno perso terreno tranne due eccezioni.
Snam si ferma sulla parità
Una di queste è Snam che dopo due sedute in calo e dopo aver ceduto ieri lo 0,3%, si è fermato sulla parità oggi, a 4,794 euro, con volumi di scambio vivaci, visto che sono transitate sul mercato oltre 8 milioni di azioni, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 5,3 milioni.
Terna: un altro segno meno
Si è mostrato più debole Terna che, dopo aver archiviato la sessione di ieri con un calo di quasi mezzo punto, oggi ha terminato gli scambi a 7,116 euro, con un ribasso dello 0,17% e oltre 4,5 milioni di azioni trattate, rispetto alla media mensile pari a circa 3,6 milioni.
Terna e Snam oggi sono finite sotto i riflettori, sulla scia delle indicazioni arrivate da Società Generale.
Terna promosso da Societè Generale
Gli analisti di quest’ultima hanno cambiato la loro strategia su Terna, migliorando il rating da “hold” a “buy”, con un prezzo obiettivo invariato a 8,1 euro.
Da notare che le stime di Societè Generale sul gruppo italiano si posizionano aldi sopra del consenso dell’11,3% sull’utile netto e dell’8,5% sull’Ebitda.
Secondo gli esperti, Terna offre un profilo di crescita della Rab molto interessante nella trasmissione dell’energia, sostenuto dalla crescente importanza delle rinnovabili, dall’inevitabile elettrificazione del sistema energetico e dall’inflazione.
A detta del broker, la correzione accusata di recente dal titolo offre un buon punto di ingresso.
Snam: per Societè Generale ora è buy
Societè Generale ha riservato una promozione anche a Snam, con un rating alzato da “hold” a “buy”, a fronte di un target price incrementato da 5,3 a 5,5 euro.
Gli analisti hanno messo meno anche alle stime, alzando quelle riferite al periodo 2022-2025 in media dl 6,2% per l’utile netto e del 5,7% per l’Ebitda, posizionandosi in entrambi i casi al di sopra del consenso.
Gli esperti ritengono che Snam scambi a premio quasi immateriale sulla Rab di fine 2025, ma pensano che le crescenti spese per investimenti nella trasmissione del gas nei prossimi anni sosterranno le importazioni di Lng.