Conto corrente cointestato: chi lo può pignorare e quando

I soldi presenti in un conto corrente cointestato possono essere pignorati? Fino a che punto il creditore può arrivare a sequestrare le somme depositate?

I soldi presenti in un conto corrente cointestato possono essere pignorati? Fino a che punto il creditore può arrivare a sequestrare le somme depositate? A rispondere a questi quesiti ci ha pensato la Corte di Cassazione, che con la sentenza n. 20726/2022, ha disposto che il sequestro preventivo può andare a colpire l’intera somma depositata sul conto corrente, anche se questo è cointestato.

È bene ricordare che, nel momento in cui si sottoscrive questo particolare rapporto bancario, le somme depositate appartengono in misura uguale a tutti i soggetti cointestatari del conto corrente. I soldi sono in comproprietà. A questo si aggiunge un altro fattore: nel caso in cui ci sia l’operatività a firme disgiunte, ogni cointestatario può disporre a proprio piacimento delle somme depositate sul conto corrente, senza dover necessariamente interpellare gli altri cointestatari.

Nella maggior parte dei casi si provvede ad aprire un conto corrente cointestato per semplici motivi di praticità. Questa prassi è utilizzata soprattutto nelle famiglie, in modo che ogni singolo componente della stessa possa alimentare il conto corrente con i propri redditi. Ma soprattutto abbia la possibilità di effettuare i prelievi necessari per la vita comune: in questo modo il bancomat o la carta di credito possono essere utilizzate per saldare le spese necessarie.

Il problema, ovviamente, sorge nel momento in cui uno dei contitolari possa commettere degli illeciti, che portano al sequestro del conto corrente cointestato. Secondo la recente sentenza della Corte di Cassazione è possibile pignorare tutta la somma presente sul rapporto bancario. Anche se, come molti ben sapranno, le quote ideali di proprietà – se i cointestatari sono due – è di 50% ciascuno. Una suddivisione della proprietà, però, che vale unicamente nei rapporti interni tra le persone e non può essere fatto valere nei confronti dell’autorità giudiziaria.

Conto corrente cointestato: a chi appartengono i soldi

Fino a che non venga provato il contrario, si presuppone che si soldi depositati all’interno di un conto corrente cointestato siano di proprietà di tutti i cointestatari. Le quote sono uguali per ciascun cointestatario. Può capitare, comunque, che il conto corrente venga alimentato unicamente da un soggetto: il caso tipico è quello del capofamiglia, unico percettore di reddito. Il suo stipendio, infatti, viene regolarmente versato sul conto corrente. In questi casi possono sorgere alcune divergenze con gli altri cointestatari, se questi dovessero esagerare con l’appropriarsi delle somme presenti sul conto corrente.

I conti correnti cointestati, nella maggior parte dei casi, vengono accesi con le firme disgiunte. Questo permette ad ogni correntista di agire ed operare in assoluta autonomia, senza dover attendere il via libera degli altri. Questa scelta, in molte famiglie, permette di risparmiare un bel po’ di spese, perché si eviteranno i costi di gestioni di più conti separati. Il rovescio della medaglia, però, è quello che porta a far nascere dei problemi sulla titolarità delle somme depositate e sulla loro eventuate spartizione, nel caso in cui uno dei coniugi dovesse morire o se ci sia una separazione.

Conto corrente cointestato, come funziona il sequestro preventivo

Il sequestro preventivo di un conto corrente è previsto dall’articolo 321 del Codice di Procedura Penale. È, a tutti gli effetti, una misura cautelare, la quale viene adottata nel momento in cui ci siano dei gravi indizi di commissione di reati. Generalmente, prima arriva il sequestro ed in un secondo momento la confisca: il sequestro è, in estrema sintesi, la sottrazione definitive delle somme alla persona che si è resa colpevole di un reato. Il sequestro anticipa gli effetti della confisca ed impedisce che vengano disperse od occultate delle somme.

Uno dei casi più gravi ed importati, che portano al sequestro ed alla confisca delle somme presenti su un conto corrente, sono legati a reati con la Pubblica Amministrazione. Tra questi possono rientrare i debiti tributari o la truffa ai danni dello Stato o di altri Enti pubblici: in questi casi il sequestro può essere operato per equivalente. Verranno sequestrati non i profitti illeciti derivanti dal reato, ma una somma di uguale importo. Il denaro risulta essere un bene fungibile per natura.

Quando si può pignorare un conto corrente cointestato

La giurisprudenza penale pone un’eccezione a quanto abbiamo visto fino a questo punto. Se è vero che per il Codice Civile si presume che i soldi depositati in un conto corrente cointestato siano da attribuire in parti uguali tra tutti i cointestatari; nel momento in cui c’è un reato questa regola salta. Il sequestro preventivo potrà andare a colpire l’intero ammontare del conto corrente, anche se ci sono dei cointestatari completamente estranei al reato che è stato ipotizzato.

A ribadire questa posizione ci ha pensato la Corte di Cassazione con la sentenza n. 20726/2022, che ha previsto che le somme depositate su un conto corrente cointestato possano essere sottoposte ad un sequestro preventivo, anche se si è davanti as un conto a firme disgiunte. Secondo i giudici, infatti, in questi casi 

a maggior ragione sussiste la disponibilità quando il conto è cointestato con una persona estranea al reato, perché non rilevano presunzioni o vincoli posti dal codice civile per regolare i rapporti interni tra creditori e debitori solidali o i rapporti tra banca e depositante, anche se nel prosieguo si può procedere a un effettivo accertamento dei beni di esclusiva proprietà di terzi estranei al reato.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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