La truffa al conto corrente è una delle frodi attualmente più diffuse nel nostro Paese. Si tratta, purtroppo, di un fenomeno in costante crescita: solo nei primi sei mesi del 2023, infatti, sono state segnalate più di 17.000 frodi legate al conto corrente.
Data la frequenza con cui i furti di denaro al conto avvengono in Italia, viene spontaneo chiedersi quando spetta un risarcimento e come avere un rimborso nel caso di truffa al conto corrente.
Oggi esamineremo la questione più da vicino. Oltre a scoprire come ottenere il rimborso, scopriremo anche in quali casi, purtroppo, il diritto al risarcimento da parte dell’istituto bancario decade.
Truffa conto corrente: quando spetta il rimborso?
Per le vittime di una truffa legata al conto corrente, poter contare su un rimborso è fondamentale. Si tratta infatti, nella maggior parte dei casi, di furti di ingenti somme di denaro.
Pensiamo, ad esempio, alla recente truffa del finto operatore bancario, che è costata ad una delle vittime ben 50.000 euro.
Ma come avere un rimborso in caso di truffa al proprio conto corrente, in dettaglio?
Per prima cosa, ci si deve accertare di aver diritto al rimborso stesso, facendo riferimento alla normativa.
Innanzitutto, secondo il DL 11/2010, all’Art. 7, è specificato che l’utilizzatore deve prontamente comunicare con l’istituto per segnalare eventuali furti o movimenti non autorizzati.
L’istituto, se l’operazione non è stata effettuata dal cliente, deve dimostrare che la transazione è stata correttamente autenticata.
Ricordiamo poi che, grazie al GDPR 679/2016, nello specifico grazie al suo Art. 82, vige l’obbligo di risarcimento per titolare e responsabile del trattamento nel caso di danni materiali e immateriali causati da violazioni della privacy.
In sostanza, si può ottenere il rimborso del denaro illecitamente sottratto se il correntista risulta essere vittima di illecito accesso al conto corrente.
Allo stesso modo, si potrà ottenere il rimborso se il sistema di sicurezza dell’istituto bancario risulta inefficiente ed è causa di furti al conto.
Truffa al conto corrente: come avere il rimborso
Per poter avere un rimborso in caso di truffa al conto corrente, è necessario comunicare al proprio istituto il movimento non autorizzato.
Generalmente, la situazione dovrebbe concludersi semplicemente segnalando regolarmente la transazione non autorizzata alla banca. In questo caso, basta inoltrare un reclamo scritto per richiedere il risarcimento.
Potrebbe però accadere che l’istituto non accetti la responsabilità, di fatto negando al correntista il rimborso.
In questo caso, la vittima della truffa può ricorrere ad una controversia in materia di contratti bancari, ricorrendo di fatto in giudizio.
In alternativa, esiste un apposito strumento al quale far riferimento in queste situazioni: l’ABF, o Arbitro Bancario Finanziario. L’ABF interviene quando il reclamo non viene accettato dall’istituto e se il rimborso non viene concesso.
Quando non spetta alcun risarcimento in caso di frode
Ricordiamo però che, in alcuni casi, non si può avere un rimborso in caso di truffa al conto corrente.
Si tratta di casi-limite, per i quali viene accertata la responsabilità del correntista. Qualora questa responsabilità venisse accertata, la vittima di frode non avrebbe alcun diritto a ricevere il rimborso.
In sostanza, il diritto al rimborso in caso di truffa al conto corrente decade nel caso di comportamenti incauti da parte del correntista.
Secondo gli Art. 7 e 12 del DL 11/2010, infatti, l’istituto può non risarcire il cliente se si verifica, da parte della vittima stessa, inadempimento, dolo o colpa grave. In altre parole, se sussistono violazioni dei termini d’uso, o se la comunicazione della violazione avviene in ritardo, allora si potrebbe perdere il diritto al rimborso.
In caso di truffa, la vittima deve infatti bloccare immediatamente il conto, contattando tempestivamente l’istituto.
Comportamenti imprudenti o eventuali negligenze attribuibili al correntista non danno alcun diritto al risarcimento.
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