Bitcoin è un investimento sicuro? 3 vantaggi e 2 svantaggi!

Bitcoin è un investimento sicuro? Cerchiamo di fare il punto dei suoi vantaggi e degli svantaggi che porta con se.

Bitcoin è la criptovaluta per eccellenza, la quale viene presa sempre come simbolo e punto di riferimento di un’intera categoria finanziaria come ne fosse la guida spirituale.

La verità è che, effettivamente, l’oro digitale è anche l’asset che influenza in positivo e in negativo l’intero panorama crypto, di questo non si può assolutamente discutere.

Succede spesso infatti che tutte le altre monete digitali stiano vedendo periodi molto floridi, salvo poi crollare di botto e apparentemente senza senso alla prima flessione di Btc.

Questo è sia il brutto che il bello delle crypto, poiché funziona anche a parti invertite dove l’intero mercato segue l’onda positiva lanciata dal suo leader anche quando le cose non sembrano andare bene.

In tutto questo quindi non è difficile capire come sia importante concentrarsi su Bitcoin più di ogni altra cosa, al fine di affidarsi all’asset più importante del settore.

Ovviamente questo non chiude la porta in faccia a tutti gli altri, diversificare è sempre la migliore cura contro ogni male, ma aiuta a tirare una linea guida importantissima.

In tutto questo, quello di cui si vuole parlare oggi sono i motivi per cui ha senso investire o le ragioni che possono spingere a stare alla larga da Bitcoin, fermo restando che qui non si dispensano consigli finanziari.

In questo video Te lo Spiego spiega cos’è Bitcoin e come funziona questa criptovaluta

Bitcoin è la criptovaluta più sicura

Non c’è storia, quando si parla di sicurezza non esiste criptovaluta che possa tenere testa a Bitcoin, questo perché ha raggiunto ormai delle vette inarrivabili.

Il suo algoritmo cresce in livello di complessità di giorno in giorno, cosa che rende sempre più difficile processarlo sia per chi opera sulla blockchain, ma sopratutto per chi vorrebbe hackerarla.

Dove altro si può trovare un bene che, ogni minuto che passa, diventa un po’ più sicuro? Come se una casa aumentasse lo spessore delle porte e la resistenza al fuoco minuto dopo minuto.

Ovviamente qui è un paragone molto tirato con le pinze, dove molte persone puriste potrebbero finire col definirlo improprio, ma da una buona immagine mentale a tutte le persone che non sanno nulla di questo asset.

Oltre a questo vanta oramai 14 anni di operatività che, se si guarda la storia di molti altri asset, non è più che un battito di ciglia, ma qui bisogna aprire una parentesi.

Nel mondo della tecnologia tutto si muove ogni giorno più in fretta, con un settore che cresce in modo esponenziale senza mai vedere una vera battuta d’arresto.

In questo contesto, se negli anni ’50 uno storico decennale poteva significare poco (anche a causa della guerra) oggigiorno invece questo lasso di tempo assume altri connotati.

Restare leader di un mercato in piena esplosione per tutto questo tempo senza che nessuno sia ancora riuscito anche solo a sfidarti direttamente, da la dimensione del valore intrinseco dell’asset.

Bitcoin aprirà la strada

Questo punto potrebbe sembrare un po’ eclettico, ma ha perfettamente senso se si guarda a ciò che è stato nella storia recente delle criptovalute.

Quando occorreva prendere una crypto da usare per testare qualche novità o quando le imprese volevano in qualche modo affacciarsi a questo mondo, da chi sono andate?

Hanno forse provato a introdurre pagamenti in Shiba Inu o hanno diversificato il loro portafogli acquisendo una cariolata di Dogecoin? Elon Musk a parte (il quale aveva interessi in merito), assolutamente no.

El Salvador non ha fatto diventare Solana la sua valuta di corso legale, ma ha scelto proprio Bitcoin in quanto unica vera soluzione pratica ed efficace, oltre che sensata.

Certo, allo stato attuale delle cose anche Ethereum potrebbe iniziare ad avere un senso in questo contesto, ma qui si solleva un enorme problema.

Ethereum, essendo nato come benzina della sua stessa blockchain, non ha alcuna ambizione a diventare una valuta monetaria internazionale, il che gli impedisce di separarsi dal suo più grande difetto.

Fare un movimento di Eth su questa blockchain costa moltissimo, anche centinaia di dollari per trasferimento, cosa che gli preclude ogni possibilità di diventare valuta di tutti i giorni.

Andare a pagare un euro di pane e spenderne settantacinque di gas fee, sarebbe un tantino seccante per le parti in causa, quindi è un’idea assolutamente impraticabile.

Almeno per il prossimo futuro, ogni qualvolta ci sarà da prendere in considerazione una criptovaluta per un qualsivoglia utilizzo pratico, sarà sempre Bitcoin in protagonista, con forse qualche altro comprimario a seconda del caso.

Bitcoin è avanti anni luce

Essendo stata la prima criptovaluta lanciata sul mercato, ha acquisito un notevole vantaggio strategico in termini di tempistiche ma anche di mentalità da parte delle persone stesse.

Una persona totalmente ignara di criptovalute, è più probabile che abbia sentito parlare di Bitcoin che di qualsiasi altra, usandola anche in modo improprio al posto del termine stesso.

Basta fare una chiacchierata con qualcuno completamente digiuno in materia per rendersi conto che, se sa qualcosa, è sicuramente legato a Btc.

A questo va poi aggiunto che, se si guarda un po’ all’intero mercato, si fa davvero fatica a trovare un competitor all’altezza dell’oro digitale.

Si, Ethereum lo è in un certo senso, ma i difetti di questa moneta sono già stati discussi qualche linea sopra, oltre al fatto che non è nata con i medesimi obiettivi.

Chi altro c’è sulla lista di credibile? La moneta di Binance? Forse, ma sta comunque un gradino sotto e i suoi fondamentali non sono certo pregevoli come quelli di Bitcoin.

Da li in avanti ci sono solo nomi troppo giovani o troppo raffazzonati per essere concorrenti credibili, con molti di essi in una versione di sviluppo ancora molto primordiale.

Questo comporta rischi enormi per gli investitori, i quali si potrebbero trovare tra le mani un asset che un domani potrebbe essere hackerato, presentare falle sistemiche o anche essere una vera e propria truffa.

Certo, se si rimane su nomi di primissimo piano è più difficile che si rivelino tali, ma se si guarda alle prime 20 criptovalute per capitalizzazione, se ne scorgono almeno 3 o 4 che sono potenzialmente dei fallimenti annunciati.

Bitcoin ha troppa fame

Passando ora al lato oscuro della medaglia, è tempo di andare a vedere le ragioni principali che dovrebbero tenere alla larga il più possibile da Bitcoin.

Il primo sulla lista non può che essere la sua infinita sete d’energia, la quale non farà altro che crescere esponenzialmente nel tempo di pari passo con la sicurezza.

Questo, nel mondo attuale, rappresenta un problema di proporzioni incalcolabili, poiché Bitcoin da solo consuma più elettricità di un piccolo stato.

Come si fa a gestire una tale fame? Beh, in parte è possibile poiché è anche uno dei principali settori dove si vede lo sviluppo o l’utilizzo di fonti d’energia rinnovabili.

Una volta che la Cina è uscita fuori da questo business, sono rimasti in ballo entità che puntano sopratutto sul green, il che è sicuramente un grabde vantaggio, ma non basta.

Proprio la crisi che attanaglia l’Europa in questi giorni, spiega in modo molto esaustivo come sia difficile da gestire un sistema così esoso di risorse a livello mondiale.

Questo non solo allo stato attuale delle cose, ma sopratutto in prospettiva con l’aumentare delle specifiche tecniche necessarie per minare.

Oggigiorno resta difficile immaginare un futuro dove il 2-3% dell’energia mondiale finirà in Bitcoin senza conseguenze, calcolando che oggigiorno siamo già allo 0,5%.

Ethereum ha pensato bene di risolvere il problema cambiando l’algoritmo di consenso da PoW a PoS, ma per Bitcoin questa soluzione non appare fattibile.

Btc è il simbolo di questo metodo e questo metodo è il suo simbolo oltre che garanzia, cosa che li lega a doppio filo l’uno con l’altro in un abbraccio che, negli anni, potrebbe rivelarsi un cappio.

Bitcoin resta comunque una criptovaluta

Prima di spiegare questo punto è giusto chiarire che, chi scrive, è un crypto massimalista e ama moltissimo ciò che sono e rappresentano, ma occorre essere realisti.

Allo stato attuale delle cose, le crypto non rappresentano una riserva di valore affidabile, questo a causa della volatilità periodica a cui sono soggette.

Ovviamente la recente guerra ha mostrato come anche altri asset possano trasformarsi in cenere con appena un paio di decreti, basta vedere chi aveva azioni di SberBank.

Ma qui si tratta di fenomeno cataclismici sia a livello umano che finanziario, cosa che non sempre si può prevedere o combattere se non attraverso la diversificazione.

Bitcoin invece non funziona così, non aspetta grandi eventi per perdere il 50% del suo valore in una settimana, lo fa e basta in bara a tutti.

Questo è un fenomeno accettabile per tutti coloro che sanno a cosa vanno incontro e possono sopportare un rischio elevato, ma costoro sono la minoranza.

Famiglie, persone con parenti a carico, chi ha lavori precari, un mutuo da pagare o tutte queste cose insieme, non può permettersi di sostenere le bizza di una moneta volubile.

A queste persone occorre sicurezza che, sebbene nella finanza non esiste in termini assoluti, per lo meno se ne può intravedere una parvenza in altri asset.

Per questo Bitcoin non può ancora essere definito un bene rifugio, un punto di riferimento assoluto o qualunque altro tipo di termine che implichi un basso livello di rischio.

Investire oggi in Bitcoin e criptovalute ha perfettamente senso se si sanno le condizioni che implica questo tipo d’investimento, altrimenti meglio andare su altro.

Fino a che questo tipo di sussulti non potranno essere limitati a cifre molto più contenute (almeno in casi normali), Bitcoin e il mondo crypto resteranno una parte del portafoglio marginale o nulla per coloro che non possono rischiare.

Questo è un male? Si e no perché è proprio questo fattore a determinarne l’adozione. Elon Musk, sebbene economicamente influente, non basta per diventare il portatore di Bitcoin nel mondo, saranno le persone comuni a farlo quando gli verranno concesse le necessarie garanzie.

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