Conflitto Russia-Ucraina: 3 influenze sulle criptovalute

Si legge in molti articoli che il conflitto tra Russia e Ucraina abbia provocato una vera e propria "guerra crittografica". Per la prima volta nella storia...

Si legge in molti articoli che il conflitto tra Russia e Ucraina abbia provocato una vera e propria “guerra crittografica“. Senza ombra di dubbio le criptovalute per la prima volta nella storia stanno coprendo un ruolo molto importante, mostrando come il loro mercato finanziario sia effettivamente un mezzo per ovviare molti problemi economici.

L’Ucraina con una raccolta fondi lanciata su Twitter ha accettato pubblicamente donazioni in criptovalute, la maggior parte di queste sono state investite in armamenti militari per migliorare la sua difesa all’attacco Russo.

D’altra parte la Russia, colpita dalle sanzioni soprattutto dell’Unione Europea e degli Stati Uniti, sta cercando di utilizzare le criptovalute per compensare a svalutazione della propria moneta locale, il rublo, con speculazioni pericolose che toccano soprattutto i Bitcoin.

Criptovalute: cos’è successo dall’inizio del conflitto

Per la prima volta un Paese ha raccolto donazioni in criptovalute per comprare armamenti e attrezzature militari per difendersi da un’invasione dichiarando quasi una “guerra digitale”. L’Ucraina in pochi giorni dall’inizio del conflitto ha spalancato la porta alle cripto e le ha regolamentate in un batter d’occhio.

La dinamica che presenta questo conflitto è un nuovo fronte di guerra perchè non è effettivamente una novità che le criptovalute vengano utilizzate per fini bellici. Come scrive Giuseppe Gagliano su Start Magazine:

“Negli anni successivi alla sua fondazione, si ritiene che Israele abbia raccolto 50 milioni di dollari da singoli donatori in tutto il mondo per il suo esercito. Negli anni ’70, gruppi militanti come l’esercito repubblicano irlandese hanno sollecitato flussi costanti di donazioni dalle comunità di espatriati.”

Fino ad ora parliamo dell’equivalente di 100 milioni di dollari ricevuti ma non tutti sono stati investiti nella difesa. Alcuni donanti, come l’Inghilterra oppure la piattaforma Binance, hanno inviato donazioni specificando che si sarebbero dovuti investire solo per fini umanitari.

Criptovalute: guerra crittografica tra Russia e Ucraina

Grazie a questa ingente somma ricevuta l’Ucraina ha potuto in parte reagire. Fino ad ora nessun Paese è entrato direttamente nel conflitto con la propria armata ma la maggior parte del blocco occidentale si è chiaramente schierato a favore dell’Ucraina.

La Russia sta cercando di cavalcare l’onda speculando sul mercato dei Bitcoin. Le sanzioni economiche che sono state imposte alla Russia genereranno una svalutazione del rublo e un blocco dei trasferimenti di denaro con l’occidente. Analizzando il trading dall’inzio del conflitto fino ad oggi, cosa si può affermare?

I russi stanno alternando l’andamento di alcune criptovalute, soprattutto i Bitcoin, ma non tutti gli analisti finanziari sono in allerta, alcuni sostengono che in questo modo il rublo potrebbe svalutarsi ancora di più.

Ti consiglio di dare un’occhiata a questo video del blogger Stefano Tiozzo, per avere una panoramica generale sugli effetti in Europa del conflitto.

Criptovalute: le preoccupazioni dell’Ucraina

Il mondo politico sta guardando il conflitto russo-ucraino con particolare attenzione, interferendo indirettamente a piccole dosi con molte preoccupazioni. Il commercio e il mercato delle risorse è così globalizzato che non esiste nessun Paese che possa essere autosufficiente al 100% senza subire nel breve termine gravi danni.

Sanzionare la Russia, una delle più grandi potenze mondiali, significa per molti Paesi avere ripercussioni economiche severe, soprattutto nel caso di Italia e Germania che più dipendono dalle risorse russe. Tuttavia, le sanzioni sono già in atto e la Russia sta iniziando a reagire.

Per paura in parte degli hacker filorussi ma anche di come la Russia potrebbe scampare le sanzioni passando per le criptovalute, l’Ucraina ha chiesto pubblicamente di bloccare i trasferimenti di tutti i russi. Ogni Paese ha reagito in un modo diverso e pochissimi hanno deciso inizialmente di bloccare i trasferimenti.

Pochi giorni fa, Alex Bornyakov, il viceministro ucraino della Trasformazione Digitale, ha chiesto nuovamente il blocco dei trasferimenti perchè, come riportato su Il punto informatico:

“potrebbe diventare l’ultima spiaggia per la Russia come salvagente dalle sanzioni internazionali. Tuttavia, sembra che in un modo o nell’altro gli exchange di criptovalute, anche se contrari, si trovino costretti a bloccare gli accessi agli utenti russi.”

Criptovalute: come stanno reagendo gli exchange?

A riguardo delle ultime reazioni e provvedimenti dei principali exchange a livello internazionale ci sono moltissimi dibattiti. Le principali critiche si rivolgono ai principi stessi delle criptovalute che non sono stati rispettati. La decentralizzazione e l’accesso libero per tutti non è più garantito.

Exchange come Binance e Coinbase si sono allieati con le proposte dei governi, che in teoria non dovrebbero manipolare le dinamiche interne del mercato finanziario delle criptovalute in questo modo. I principali direttori CEO non hanno applicato nessuna misura addizionale ma si attengono alle restrizioni imposte dai governi.

Sulla piattaforma Binance si legge che le carte Mastercard e Visa emesse in Russia NON sono più disponibili su Binance con la pubblicazione del seguente avviso il giorno 8 di marzo:

“A partire da mercoledì 09-03-2022 21:00 UTC (giovedì 10-03-2022 00:00 UTC+3) – a causa delle recenti decisioni di Visa e Mastercard – tutte le transazioni avviate con carte Mastercard e Visa emesse in Russia saranno non disponibile su Binance.

Inoltre, tutte le transazioni avviate con carte Mastercard e Visa da istituzioni finanziarie al di fuori della Russia non saranno disponibili anche all’interno della Federazione Russa su Binance.”

Criptovalute: effetti a cascata del conflitto

L’inflazione di alcune monete e la svalutazione di altre non stanno alternando solo il mercato delle criptovalute bensì tutta una serie di effetti a cascata che si sono verificati in pochi giorni dopo l’inizio del conflitto. Quello che stiamo osservando è un’innalzamento netto di alcuni beni e di alcuni risorse.

La corsa ai beni rifugio è già iniziata perchè permette un margine di certezza e sicurezza economico perchè tali beni hanno un proprio valore intrinseco, il quale generalmente si mantiene costante indipendentemente dalle fluttuazioni del mercato. 

Purtroppo molte di queste sono beni di prima necessità come il grano, e alcune risorse come il gas e il petrolio che rallentano la produzione dei Paesi industrializzati come il nostro, perchè troppo dipendenti dall’importazione di un’alta percentuale di questa materie prime. 

Parlando del grano, l’Italia è uno dei principali consumatori e la domanda supera l’offerta nazionale, rendendo il nostro Paese dipendente dall’importazione di grano che proviene soprattutto dall’Ucraina, dalla Russia, dal Kazakistan e dalla Romania e, 2 di questi 4 esportatori, sono coinvolti nel conflitto.

Molto probabilmente il prezzo del grano continuerà ad aumentare dato che la Russia in particolare è il primo esportatore mondiale e l’Europa ha bloccato qualsiasi trasferimento commerciale con lei. 

Criptovalute: quali sono gli investimenti più rischiosi

A causa del conflitto alcuni investimenti sono diventati ancora più rischiosi, primi fra tutti ci sono il petrolio e l’oro. Il prezzo di questi presenta un andamento disomogeneo e complesso che può cambiare drasticamente durante l’evoluzione del conflitto.

Il prezzo del petrolio si è impennato: secondo Huffpost

“Il contratto future sul Brent ha superato i 139 dollari al barile, mentre il contratto del petrolio americano Wti ha superato i 130 dollari al barile. Si tratta dell’aumento massimo dal luglio 2008.”

Per quanto riguarda l’andamento dell’oro invece, Investing.com scrive:

“Negli scambi della mattinata asiatica di questo lunedì, l’oro è sceso, mentre i rendimenti dei Treasury USA sono saliti nelle aspettative di un aumento dei tassi della Fed. Le speranze di un esito migliore delle imminenti trattative in Ucraina, inoltre, hanno ridotto le prospettive di asset rifugio del metallo giallo.”

Criptovalute: effetti diretti sulle valute russe e ucraine

Da quando è scoppiato il conflitto sia la Russia che l’Ucraina si sono affidate ai mercati finanziari delle criptovalute per compensare la svalutazione delle proprie monete regionali. Fino ad ora non si era mai vista una caduta tale nel mondo dei mercati emergenti.

Al giorno d’oggi il dollaro statunitense sta diventando il protagonista sul mercato internazionale e il rublo russo sta perdendo totalmente il suo valore. L’accaparramento dei dollari statunistensi è una corsa già iniziata che sta spingendo sempre più investitori a cambiare la loro traiettoria.

Ecco perchè le criptovalute potrebbero essere una via di scampo anche se i principali exchange sembrano andare a braccetto con le decisioni dei governi sanzionatori che impedirebbero la libertà universale ai russi investire in criptovalute e quindi di ovviare alle sanzioni.

Le piattaforme che seguono le direttive dei governi non hanno però congelato i wallet di tutti gli investitori russi ma sono di account specifici identificati come pericolosi. 

Criptovalute: transazioni illegali e speculazioni

Non è di certo un segreto che le criptovalute siano un facile strumento per regolare i pagamenti delle transazioni illegali che avvengono sul web, infatti è proprio quello che sta succedendo negli ultimi giorni. I volumi di scambio tra la moneta russa e i Bitcoin è arrivata ad un massimo mai raggiunto prima.

Sicuramente ci sono molti fattori che si intrecciano, primi fra tutti la necessità dei cittadini russi di tutelare i loro risparmi dal momento che il rublo sta perdendo tutto il suo valore ed investire in criptovalute sembra la decisione migliore al momento.

I principali exchange stanno attualmente all’allerta di grandi transazioni, movimenti che attirerebbero subito l’attenzione e sarebbero bloccati immediatamente. L’aumento delle misure di sicurezza e di protezione è certamente una priorità di tutti gli exchange.

Redazione Trend-online.com
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