Criptovalute OneCoin, la truffa da 15 miliardi di dollari

Cos'è OneCoin, una delle criptovalute più famose di sempre rivelatasi una truffa gigantesca ai danni di milioni di persone.

Parlando delle più grandi truffe della storia delle criptovalute, i nomi che vengono alla mente sono davvero molti, come Bitconnect o Bitclub network, ma nessuna è riuscita a rubare cifre paragonabili con quelle di OneCoin.

Vi sono infatti diverse news che riportano un totale di soldi rubati che va dai 4 ai 15 miliardi di Dollari, qualcosa di assolutamente incredibile se si pensa che ha operato per pochissimi anni.

Ma come ha fatto a crearsi un giro così grande tanto da diventare un fattore in tutti e 5 i continenti, arrivando a essere considerata come in nuovo Bitcoin?

Questa è una storia assolutamente interessante, anche perché mostra come questi schemi Ponzi operino sul mercato, tirando dentro migliaia (o milioni) d’ignari investitori.

I danni che riescono a fare prima di essere scoperti sono davvero enormi, poiché mostrano il loro vero volto quando ormai il giro è così grande da risultare catastrofico.

Come lezione per il presente e il futuro, un bello studio su quello che è stato OneCoin e come ha fatto a rubare così tanti soldi, non può che giovare agli investitori nel mondo delle criptovalute.

Capire questo modello nelle sue fondamenta permette di smascherare con largo anticipo tutti i progetti fraudolenti o, per lo meno, aiuta a destare abbastanza sospetti da voler stare alla larga.

In questo video Pietro Michelangeli spiega gli schemi Ponzi.

Chi sono i fondatori di OneCoin

La fondatrice di OneCoin è una singola persona, sebbene poi abbia avuto una lunga schiera di collaboratori, ma è identificabile come Ruja Ignatova, una donna Bulgara con un curriculum a tratti incredibile.

Questa donna ha studiato in Germania, all’università di Costanza, laureandosi in diritto privato per poi andare a lavorare alla McKinsey & Company, una delle società di managment consultig più famose al mondo.

Questo ha aiutato moltissimo la sua immagine, aiutando a creare intorno a lei quell’aurea di autorità che riusciva a gestire sul palco durante le conferenze di OneCoin, mentre spacciava il suo progetto e le sue criptovalute.

Su internet infatti appaiono anche delle foto di questa donna sulla copertina di Forbes, una rivista sulla quale non ci si finisce per caso e viene considerata una delle più autorevoli al mondo.

Infatti Ruja sulla copertina di Forbes non è mai stata veramente immortalata, piuttosto su qualche pagina secondaria della versione bulgara in uno spazio pubblicitario a pagamento.

La cosa non è stata notata molto presto, poiché il livello di autorità che Ruja era riuscita a costruirsi durante i primissimi mesi di OneCoin, l’aveva portata a essere intoccabile tanto da farsi chiamare la “crypto Queen“, ossia la regina delle crypto.

Cos’è OneCoin

OneCoin è stata definita come il nuovo Bitcoin, questo perché doveva replicarne i fondamentali ma introdurre dei miglioramenti che lo avrebbero portato al top della scala gerarchica.

La faccenda infatti è cominciata nel lontano 2014, quando l’intero settore delle criptovalute era in piena fase embrionale e Bitcoin stesso aveva un valore e una capitalizzazione di mercato molto minore di quella attuale.

Per questa ragione non deve risultare poi troppo incredibile in fatto che si ritenesse possibile scavalcare quello che oggi viene definito l’oro digitale, poiché all’epoca non aveva certo la medesima rilevanza.

Questa era la base ma Ruja si spingeva molto oltre, scandendo sui palchi di tutto il mondo frasi altisonanti secondo le quali OneCoin avrebbe distrutto le banche e sovvertito l’ordine mondiale.

Questo la portava così in su un binario parallelo proprio a Bitcoin, anch’esso visto come la “rovina delle banche“, con la semplice differenza che nessuno va sui palchi a fare propaganda per lui.

Altri punti di contatto erano il fatto che la moneta si basasse su un sistema di mining e su una blockchain (cosa poi rivelatasi non vera), almeno secondo quello che la crypto Queen diceva a tutti sui palchi.

In pochissimo tempo queste parole sono riuscite a fare breccia nelle menti e nei cuori di milioni di persone, tanto che Ruja teneva convegni in tutto il mondo con folle acclamanti a sostenerla.

Come si entrava in OneCoin

Per entrare a far parte del progetto OneCoin, il sistema era davvero semplicissimo in quanto non si doveva far altro che comprare dei pacchetti di diversi tagli dal sito della criptovaluta.

In cosa consistevano tali pacchetti? In molte cose, tra le quali dei corsi per imparare a fare trading e il funzionamento della blockchain, monete OneCoin e istruzioni per minarle.

Si perché chi entrava in OneCoin veniva istruito al mondo crypto con dei corsi dal valore apparente enorme, ma che in realtà non erano altro che spazzatura o poco più.

In seconda battuta, un pacchetto d’ingresso maggiore portava a ricevere una quantità più grande di token OneCoin, i quali sarebbero dovuti diventare inestimabili molto presto secondo la propaganda di Ruja.

Ciliegina sulla torta era la possibilità di minare la moneta stessa tramite gli strumenti forniti nel pacchetto, i quali avrebbero dovuto pompare i guadagni alle stelle.

Tutto questo nel momento d’oro della corsa al mining, poiché in quegli anni bastavano strumenti molto più basilari e quantità d’energia risibili rispetto a quelle dei giorni d’oggi.

La cosa ha aiutato a generare ancora più interesse, in un pacchetto totale che sembrava un’occasione irripetibile per diventare incredibilmente ricchi in pochissimo tempo.

Come funzionava la truffa OneCoin

Le basi della truffa erano molto semplici, seppur l’intera struttura fosse abbastanza articolata così come i pacchetti OneCoin, i quali davano accesso a moltissime cose.

In pratica, presentando la moneta come il nuovo Bitcoin, si faceva leva sulla speranza della gente di aver trovato la nuova gallina dalle uova d’oro, la quale sarebbe esplosa come Btc (che allora valeva già intorno ai 1000 Dollari a unità).

L’immagine di Ruja unita alle sue capacità oratorie e un carisma fuori dal comune, ammaliavano praticamente chiunque avesse la sfortuna di trovarsi in uno dei suoi convegni.

A questo va aggiunta il classico multi-level marketing, il sistema che permette a una persona di guadagnare ancora di più rispetto all’ammontare standard se porta uno o più clienti a unirsi al progetto.

Ora, non tutti i multi-level marketing sono truffaldini, così come non tutte le truffe si basano su schemi piramidali, ma questo spesso è un discreto segnale d’allarme da considerare.

In tutto questo non è che le persone finissero tutte col perdere i loro averi, infatti nei 4/5 anni d’operatività ci sono molte persone che si sono arricchite, ma molte di più che hanno perso tutto.

Gli schemi Ponzi non sono delle rapine, non rubano ogni singolo centesimo, semplicemente vanno avanti fino a un certo punto e poi crollano lasciando gli ultimi arrivati senza un centesimo.

Questo è un fattore importantissimo da comprendere poiché, molte persone, credono che se si guadagna allora non sia una truffa, cosa assolutamente falsa.

Com’è finito OneCoin

Nel 2016 vennero emessi degli avvertimenti che definivano OneCoin come attività a forte rischio, ma essa continuava a operare indisturbata in un giro che sembrava comunque ai limiti della legalità.

Nel 2017 però in castello comincia a cedere, con parte dei dirigenti di OneCoin arrestati in India durante una conferenza e l’inizio della bufera sul progetto più chiacchierato nel mondo delle criptovalute.

Nel 2018 Ruja sarebbe dovuta presentarsi per una conferenza in Portogallo ma, improvvisamente, sparisce dalla scena dandosi alla macchia con 500 milioni di dollari e 250 mila Bitcoin (che oggi varrebbero svariati miliardi).

In tutto questo il fratello di Ruja tenta di calmare le acque dicendo che la sorella era stata messa a tacere dai poteri forti, quelle banche che proprio OneCoin doveva distruggere.

Ovviamente sono tutte bugie inventate per un pubblico fidelizzato che, dopo 4 anni, si sarebbe bevuto qualsiasi stupidaggine pur di ammettere di aver dato i propri soldi a una truffatrice.

La montagna di balle però non durò molto, poiché ormai gli enti federali erano in azione e il fratello di Ruja, Konstantine, viene arrestato nel marzo del 2019.

Dopo il processo viene stabilito che, nel periodo dalla fine del 2014 a fine 2016, OneCoin è riuscita a sottrarre fondi per 4 miliardi di dollari a tutti i suoi investitori.

A questo andrebbero poi aggiunti tutti quelli postumi, essendo che il progetto è andato avanti ancora per moltissimo tempo e in nazioni in cui sarebbe stato possibile far perdere le tracce del denaro ai federali.

A Kostantine vengono dati 90 anni di carcere, sebbene lui si sia dichiarato vittima innocente della sorella Ruja la quale, ancora oggi, rimane latitante.

Cosa insegna il caso OneCoin?

Tutti coloro che vogliono investire in criptovalute o che sono in questo mercato da un po’ dovrebbero trarre preziosi insegnamenti da tutta questa vicenda.

Per prima cosa che, quando le cose sembrano troppo belle per essere vere, quasi sempre si rivelano essere delle fregature enormi, pronte a scoppiare in faccia al povero malcapitato.

Seconda cosa che gli schemi Ponzi sono molto articolati e non è facile individuarli, nemmeno per le autorità che vigilano in un mercato in continuo mutamento.

Molto spesso possono passare anni prima che una tuffa si dimostri tale, con alcune persone che nel mentre sono riusciti addirittura a guadagnarci grazie a essa.

Qui non si parla di criptovalute come Squid Token, che nel giro di una manciata di giorni chiudono e scappano con la cassa, ma di aziende che sembrano assolutamente legittime.

I segnali premonitori sono marketing aggressivo (spesso multi-level), pacchetti che promettono o addirittura garantiscono gli introiti, dinamiche che puntano a fidelizzare il cliente creando quasi una setta.

Nessuno a questo mondo regala nulla e, arricchirsi, non è un processo che contempla soluzioni facili e dal sicuro successo, poiché nel mondo delle criptovalute di sicuro non c’è nulla.

Gli schemi Ponzi continueranno a esistere, con nuove truffe che saltano fuori ogni singolo giorno, quindi non ci si può assolutamente permettere di farsi trovare impreparati e ignoranti di fronte ai loro metodi subdoli.

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