Le più comuni truffe nel mondo delle criptovalute!

Ci sono truffe nel mondo delle criptovalute? Moltissime, per questa ragione è bene imparare a riconoscerle ed evitarle in modo da salvare i risparmi

Le criptovalute stanno esplodendo in popolarità, con persone che guadagnano capitali enormi a destra e sinistra investendo in questi progetti, ma esistono anche delle truffe.

Ovviamente non tutti perché, se da un lato ci sono quelle che hanno regalato grandi gioie, dall’altro ve ne solo molte di più che si sono dimostrate pessimi progetti.

Questo di per se non sarebbe poi tanto grave, in qualsiasi mercato vi sono dei vincitori e dei perdenti, senza dover puntare il dito contro qualcuno per trovare dei colpevoli.

Le cose iniziano a farsi torbide e poco piacevoli quando invece gli “sviluppatori” di un’idea sono in malafede, creando un qualcosa atto a ledere incauti investitori.

Purtroppo di queste notizie se ne sentono davvero ogni giorno, figlie di un mercato ancora poco regolamentato e basato su una certa facilità nel realizzare delle nuove criptovalute.

Per aiutare gli investitori che vogliono evitare di cadere in questi loschi giri, quest’articolo vuole portare alla luce alcune delle tecniche classiche con le quali i truffatori tentano di accalappiare i polli.

Ovviamente non tutte potranno essere elencate qui, in quanto l’ingegno dei malintenzionati è sempre al lavoro per trovare nuove strade con le quali truffare le persone.

L’unica vera medicina per questo male è lo studio da parte degli investitori, i quali non devono farsi trovare impreparati alla prova del fuoco.

In questo video Club6 mostra come funziona la truffa di Hyperverse, un nome molto conosciuto nel mondo criptovalute.

Molto spesso infatti, escono fondi o enti con il suffisso Hyper… Qualcosa che poij si rivelano sempre delle truffe se legate appunto al mondo delle crypto, quindi occorre sapere chi sono, come operano e in che modo difendersi da questi malintenzionati che hanno già più volte mostrato il loro volto.

Gli honeypot

Gli honeypot (letteralmente barattoli di miele), sono delle truffe create per attirare il capitale verso un progetto dal quale però non potrà mai più uscire, come un insetto dal miele.

Come? Semplicemente creando un token con un sistema che lo rende impossibile da rivendere, mettendo delle regole impossibili da soddisfare.

In pratica si potrebbe creare un codice dove solamente alcuni wallet (quegli degli sviluppatori) sono autorizzati a vendere, mentre tutti gli altri no.

Si può fare? Si e non è nemmeno troppo difficile, quindi è uno dei sistemi più utilizzati in assoluto e dai quali è assolutamente impossibile guadagnarci, a meno di essere il creatore.

Come si riconoscono? Esistono dei sistemi e dei bot che possono andare a testare l’indirizzo del token, per verificare proprio se vi siano dei buchi nel software dal quale truffare.

In ogni caso basta un minimo di attenzione, in quanto il grafico di un honeypot lo si riconosce in pochi secondi e fin dal primo sguardo.

Come? Perché a differenza di tutte le altre criptovalute presenti al mondo, un honeypot avrà un grafico tutto verde e in continua salita, proprio perché nessuno è stato in grado di vendere.

I nomi famosi

Qui non si tratta proprio di una truffa, ma di un segnale per andare a riconoscere possibili truffe ancor prima di aprire il grafico o studiare i fondamentali del progetto.

Se la moneta in questione ha un nome famoso o molto in voga in quel momento, è molto probabile che lo stia utilizzando per cavalcare l’onda e attirare sprovveduti.

Un esempio è lo Squid Token, il quale prendeva il nome da Squid Game (popolarissima serie di Netflix) nel momento di massima popolarità, il quale si è rivelato ben presto un honeypot.

La gente arrivava e comprava senza guardare perché convinta che connesso con la serie o che comunque avrebbe fatto rialzi enormi proprio grazie alla fama, cosa che infatti è stata fino al momento della truffa.

Nel giro di una manciata di secondi, il prezzo di questa criptovaluta che sembrava destinato solo a salire è crollato a zero, poiché i creatori hanno venduto tutto e sono scappati con la cassa.

Lezione? Se il nome sta cavalcando l’onda del momento lo fa perché, probabilmente, non ha nessun valore né soldi per fare marketing, quindi sfrutta la gloria di un qualcosa a cui, molto probabilmente, non è affatto connesso.

I rug pull della De-Fi

I rug pull sono praticamente qualsiasi cosa, infatti un honeypot è un rug pull ma non è detto che un rug pull sia un honeypot, ma qui l’obbiettivo è spiegare le varie forme in cui si presenta.

Quando però a fare il rug pull è una De-Fi, la base è creare una piattaforma dove vengono dati incentivi altissimi per il deposito da parte dei clienti, molto superiori alla concorrenza di quelle più famose.

Prendendo come esempio Pancakeswap (o altri, qui è solo per spiegare la teoria con la pratica) si crea una Dapp che sembra in tutto e per tutto simile, con i pool di monete con percentuali molto allettanti.

Le persone, nella speranza di ottenere un trattamento e rendite migliori, portano qui i loro soldi e li depositano alla mercé di questi malintenzionati.

A questo punto non hanno altro da fare che svuotare questi pool di liquidità e chiudere tutto, con i clienti che non avranno più i loro averi senza sapere dove andarli a cercare.

Queste truffe si riconoscono poiché sono generalmente su piattaforme De-Fi sconosciute, con pochissima liquidità al loro interno e comparse dal giorno alla notte.

Queste vengono poi pompate da influencer o altre persone dalla dubbia moralità, millantando di aver fatto milioni grazie alle rendite pazzesche di questa piattaforma.

Anche qui guadagnare è impossibile, poiché i pool vengono svuotati molto presto e i poveri malcapitati non vedranno mai un solo centesimo delle rendite promesse

Ie shitcoin

Anche qui il termine è molto ampio e racchiude anche una porzione di criptovalute che non sono delle truffe vere e proprie, ma dalle quali è bene stare alla larga.

Una shitcoin può trasformarsi facilmente in un rug pull, ma può anche continuare a operare per molto tempo in modo più o meno legittimo salvo poi scomparire.

La tecnica di base  sempre quella di vendere tonnellate di criptovalute a investitori attirati dal nome o dal marketing, ma con gli sviluppatori che mantengono nelle loro mani la maggior parte della moneta.

Quando il prezzo poi è salito abbastanza grazie agli acquisti degli investitori, i creatori non hanno altro da fare che vendere la loro fetta di maggioranza a un prezzo molto più alto.

Questo fa crollare il prezzo a valori prossimi al nulla assoluto, con i compratori che si ritrovano con un pugno di mosche nelle loro mani.

La cosa non è detto che avvenga in modo così traumatico, poiché le vendite potrebbero essere dilazionate su tempi più ampi e in modo da non rendere chiaro all’investitore di essere caduto in una truffa.

Per riconoscere questo sistema basta andare ad analizzare il token e, nello specifico, i wallet sui quali è custodito i quali rivelano facilmente le intenzioni dei creatori.

Esiste un wallet che ha cifre prossime al 50% della moneta? Allora è probabile che stia solo aspettando il momento buono per vendere in testa agli acquirenti.

Anche qualora questo non accada e la shitcoin non si riveli una truffa, va comunque considerato che, senza un progetto di sviluppo solido e veri utilizzi, il suo destino è una morte lenta e fatta di agonia.

Gli exchange

In ultimo è bene spendere qualche parola anche per gli exchange, i quali hanno annoverato anch’essi casi di truffe piuttosto clamorose in passato.

Un exchange è una piattaforma di compravendita di criptovalute, dove clienti da tutto il mondo possono andare a depositare denaro classico per scambiarlo in cripto.

Il problema di queste piattaforme è che sono centralizzate, un po’ come fossero delle banche che però non hanno bisogno di una sede fisica, ma possono essere completamente gestite via app.

Esistono moltissimi exchange sicuri e affidabili come Binance, FTX, Crypto.com e molti altri più o meno famosi fatti per garantire il benessere e la salute finanziaria del cliente.

Ma, in un mercato dall’espansione così grande come quello delle criptovalute, vi sono stati anche dei casi dove queste piattaforme si sono rivelate delle truffe.

Qui è davvero difficile trovare dei metodi efficaci per riconoscerle, in quanto non sono molto dissimili da quelli più affermati nell’aspetto o nella sostanza.

Il modo migliore per evitare di cadere in queste trappole è quello d’affidarsi sempre a nomi dalla comprovata affidabilità, i quali operano da una buona quantità di tempo.

Scegliere nomi minori per qualche ragione più o meno affascinante, potrebbe portare ad amare sorprese di li a poco tempo.

Anche qualora non si trattasse di una truffa, molti exchange minori sono ancora poco testati a livello di sicurezza e hanno capitali bassi quindi una scarsa liquidità e solitamente uno spread maggiore a pesare sull’utente.

Vi sono stati anche casi di hackeraggio in passato, cosa che ha portato molti clienti a perdere anche tutti i loro averi senz’aver nessuna colpa  specifica.

L’unico modo per sopravvivere nel mondo delle criptovalute è quello d’informarsi sempre e su tutto, cercando di capire i classici schemi di pensiero dei malintenzionati

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