Con $ 615 milioni di criptovalute rubate la Corea del Nord finanzia il programma nucleare dollaro

Un nuovo report di Reuters accusa la Corea del Nord di coinvolgimento con il gruppo hacker Lazarus nel furto di $ 615 milioni in criptovaluta.

Secondo un’inchiesta portata avanti da Reuters e pubblicata nella giornata del 29 giugno 2022 il collasso degli asset crittografici sui mercati ha polverizzato migliaia di fondi rubati in precedenza dagli hacker nordcoreani.

La Corea del Nord colpita dalle sanzioni e volenterosa di portare avanti il suo programma di armamento avrebbe investito risorse proprio nel furto di criptovalute. Ad affermarlo sarebbero quattro investigatori digitali sentiti dalla rivista.

Fonti governative del Tesoro statunitense sono convinte anche che il Paese sia complice di uno dei più grandi furti di criptovalute mai avvenuti a marzo scorso, il tutto per un valore complessivo sottratto di 615 milioni di dollari ad opera del Lazarus group. 

La Corea del Nord coinvolta in uno dei più grandi furti di criptovalute della storia

Due fonti provenienti dalla sfera governativa sudcoreana, che però hanno preferito rimanere anonime vista la delicatezza della questione e la tensione tra i paesi, hanno rivelato che il crollo delle criptovalute sui mercati ha avuto effetti particolarmente pesanti in Corea del Nord.

La situazione delle criptovalute rubate e riconducibili alla nord corea è stata monitorata anche da Chainalysis, analisti blockchain che lavorano a New York che hanno tracciato i fondi dal 2017 al 2021. Calcolando che il bear market abbia causato una perdita di 105 milioni di dollari. Gli asset detenuti ammontavano a 170 milioni di dollari e ora ne valgono 65 milioni.

Altra società di analisi statunitense la TRM Labs ha confermato che una delle criptovalute rubate nel 2021 ha perso l’80% del suo valore, per avere un’idea delle perdite.

I proventi dei furti in criptovaluta venivano usati come finanziamento per il programma nucleare che adesso dovranno essere reperiti in altro modo.

Secondo il Korea Institute for Defence Analyzes di Seoul Pyongyang avrebbe speso 620 milioni di dollari per testare un numero record di missili.

La Corea del Nord respinge le accuse di essere collegata al Lazarus group 

Reuters ha provato a contattare l’ambasciata Nordcoreana a Londra dove gli è stato risposto che non avrebbero commentato nulla, poiché la presunta affiliazione del governo con gli hacker è pura fantasia.

La persona al telefono ha solo rivelato di essere un diplomatico, ma si è rifiutato di dire il suo nome affermando che la vicenda è frutto della propaganda americana.

Dal canto loro le autorità statunitensi sostengono invece che la Corea del Nord sia coinvolta nell’attacco alla blockchain Ronin su cui si trova Axie Infinity che ha portato al furto di 615 milioni di dollari da parte del Lazarus Group.

Secondo gli USA il Lazarus il gruppo sarebbe controllato direttamente dal Reconnaissance General Bureau, che è la principale agenzia di intelligence della Corea del Nord.  

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La posizione delle autorità USA in merito al coinvolgimento di Pyongyang

Reuters per il suo report si è basata su molti dati pubblicati proprio dalle società di analisi Chainalysis e TRM Labs il cui compito è il tracciamento dei dati sulla blockchain alla caccia di eventuali crimini. Si tratta di aziende che lavorano costantemente con le principali agenzie statunitensi come l’IRS, l’FBI e la DEA.

Gli analisti non sono tuttavia concordi nel determinare il tipo di asset detenuto dalla Corea secondo Chainalysis gli Ether, la famosa criptovaluta collegata alla piattaforma blockchain open source Ethereum, rappresentava il 58% della somma rubata nel 2021 pari a circa $ 230 milioni.

Ricordiamo che la Corea del Nord è soggetta a sanzioni internazionali a causa del suo programma nucleare.

Quindi il suo accesso al commercio globale è ristretto, motivo per cui ha bisogno di entrate di tipo diverso quali il furto di criptovalute, questo a quanto riferiscono le autorità d’oltreoceano.

Nello specifico una delle fonti è stata Eric Penton-Voak, coordinatore del gruppo di esperti che per le Nazioni Unite monitora le sanzioni, che ha sostenuto pubblicamente in un evento a Washington ad aprile 2022 che gli attacchi informatici sono diventati di vitale importanza per il prosieguo del programma nucleare nordcoreano e per l’elisione delle sanzioni.

La difficoltà di riciclare criptovalute in periodo di crisi economica 

Un rapporto del CNAS ha mostrato come gli hacker nordcoreani siano meno preoccupati di quelli di altri paesi di nascondere le proprie attività illecite, questo permette a chi conduce le indagini di tracciare gli asset rubati anche se non di fa mai in tempo a recuperarli.

Una volta rubate gli hacker hanno provveduto con sofisticati sistemi informatici al riciclaggio di parte delle criptovalute, ma ora con la crisi economica dilagante diviene sempre più difficile lo scambio in valuta fiat.

Insomma, per farla breve il bear market degli asset crittografici ha avuto delle conseguenze sulle casse dello Stato nordcoreano, secondo gli USA, che ora dovranno trovare un altro modo per eludere le sanzioni e finanziare il programma missilistico.

 Leggi anche: MicroStrategy va all’assalto del bear market e compra $ 10 milioni di Bitcoin 

Alda Moleti
Alda Moleti
Collaboratrice di Redazione, classe 1984. Ho una laurea Filologia Classica e ho conseguito un dottorato in Storia Antica, presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, con una tesi sull'opera frammentaria di Asclepiade di Tragilo. Sono autrice di pubblicazioni scientifiche sul mondo classico e coeditrice di due volumi accademici internazionali. Dal 2015, mi sono trasferita in Inghilterra dove ho lavorato come copywriter freelance e come croupier al casinò.Il mio motto è? Naples is the flower of paradise. The last adventure of my life"."
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