Guadagnare con NFT? Square Enix dice sì, ma giocando!

Presto giocheremo ai videogame diversamente, riuscendo a guadagnare denaro grazie ai Non-Fungible-Token, o almeno così vuole il presidente di Square Enix.

Se penso alla mia infanzia e la mia adolescenza non riesco a immaginarmi privo di una console o dei miei videogame.

Certo, crescendo le responsabilità aumentano e il nostro tempo libero si riduce, ma c’è chi riesce sempre a trovare il tempo di coltivare questa comoda passione dal divano di casa.

Oggi il mercato videoludico ha introiti impossibili da sottovalutare e le previsioni per i prossimi anni sono più che rosee da come leggiamo su Ansa a fine 2021:

“Secondo le stime del Censis, investendo nel gaming 45 milioni di euro in cinque anni (la somma prevista dal Piano alla voce finanziamento delle piattaforme di servizi digitali per gli sviluppatori e le imprese culturali), il fatturato delle imprese italiane del settore salirebbe a 357 milioni di euro nel 2026.”

Magari non sapremo molto di videogiochi, ma sicuramente gli investitori sapranno apprezzare questi dati, a maggior ragione se consideriamo il fatturato del 2020 capace di superare i 2 miliardi di euro.

Oggi però parliamo di uno dei capisaldi tra le aziende del settore, cioè Square Enix, storica casa del gaming orientale.

Se parliamo di videogame, non possiamo che citarla tra le migliori e più longeve società videoludiche di tutti i tempi, storico marchio che adesso si è lanciato nel mondo NFT con il presidente che insiste sulla necessità d’introdurre la blockchain nei videogiochi per migliorare l’esperienza degli utenti.

Il boss di casa, Yosuke Matsuda, infatti è fermamente convinto che il passaggio alla tecnologia NFT sia fondamentale per il futuro sul gaming, così come apprendiamo dall’articolo su Spazio Games:

“Il dirigente del publisher giapponese aveva infatti spiegato che se è vero che molti giocatori giocano solo per divertirsi, lo è anche che altri vogliono «contribuire» a un videogioco, avendo parte attiva nei suoi contenuti – motivo per cui la compagnia vuole portare avanti una strategia che include NFT e blockchain.”

Le domande sono tante e le fasi iniziali di questa transizione sono state un pò deludenti, ma sappiamo che Matsuda e il suo team sarà in grado di stupire i videogiocatori sfruttando diverse migliorie che il sistema blockchain può apportare al settore.

Per chi non fosse convinto, può andare in giro per il web e notare come l’industria videoludica si stia muovendo nella direzione del mondo crypto, con cui tra l’altro sembra sposarsi molto bene!

Tanto per fare un esempio proprio uno dei marchi più riconosciuti del settore, GameStop, ha intenzione d’investire negli NFT e nella blockchain come leggevamo un paio di mesi fa su Cointelegraph:

“All’inizio di quest’anno, il rivenditore di videogiochi americano GameStop ha annunciato l’intenzione di collaborare con una società di crittografia australiana per sviluppare un fondo da 100 milioni di dollari per i creatori, i contenuti e la tecnologia di NFT.”

Capiamo bene come non si tratti solo di Square Enix, ma di tante altre società legate al gaming che stanno da tempo avviando una missione per tutti gli appassionati, oltre che per inseguire questo mirabolante mercato in espansione.

Ora, però, vedremo come proprio la casa asiatica stia cercando di creare un must per tutti i videogiocatori, rivoluzionando il settore e dandogli nuova linfa.

Tra NFT e gaming: chi è Square Enix?

La fondazione della società nipponica risale al 2003, essendo già stata quotata alla Borsa di Tokyo nel 1999.

Fino al 2019 il suo fatturato annuale netto era di quasi 20 miliardi di yen giapponesi netti, sancendola come una delle case videoludiche più importanti e ricche di sempre.

L’interesse della società per gli NFT è trapelato in una lettera del presidente Yosuke Matsuda su Square Enix già dopo le feste di Capodanno 2022:

“Vedo il 2021 non solo come “Metaverse: Year One”, ma anche come “NFT: Year One”, dato che è stato un anno in cui gli NFT sono stati accolti con grande entusiasmo da una base di utenti in rapida espansione.”

L’entusiasmo è ovviamente giustificato dall’espansione di un settore che non accenna a frenare e dalla possibilità di ampliare l’esperienza dei giocatori e farla evolvere come mai prima secondo il dirigente Square Enix.

Tuttavia bisogna ricordare che la società, tradizionalmente impegnata a offrire un certo tipo di esperienza ai giocatori, potrebbe lasciare l’amaro in bocca a chi da sempre ama i videogiochi così come sono.

Gli NFT non sono stati accolti bene dai fan di Square Enix

Le accuse degli utenti della rete non hanno fatto che aumentare a gennaio 2022.

Moltissimi videogiocatori appassionati delle opere nipponiche non hanno appreso la notizia di Matsuda relativa all’integrazione dei lavori di Square Enix con gli NFT allegramente.

C’è chi accusa d’inseguire solo logiche di profitto quando la società non ne avrebbe bisogno. c’è chi li accusa di concentrarsi su altri settori invece di migliorare le opere che hanno perso “passione” e c’è chi accusa la società di favorire l’inquinamento e di autosabotarsi.

Insomma non bene, ma questo non ferma il presidente come leggiamo su CBR.com:

“Matsuda osserva che nel prossimo anno Square Enix inizierà a concentrarsi sui giochi blockchain, affermando che mentre si rende conto che la maggior parte dei giocatori “ha espresso le proprie riserve verso queste nuove tendenze”, la società continuerà a esplorare queste strade.”

Gli NFT saranno il futuro dei videogame di casa SE, su questo il team sembra concorde e irremovibile.

Perché la società videoludica dovrebbe investire negli NFT?

Il sistema blockchain è una di quelle opportunità che permette di ampliare tantissimo lo spettro di possibilità che molti settori hanno per migliorare e diversificare l’esperienza degli utenti appassionati.

Già nel 2021, gli NFT videoludici di SE sono andati sold out, con le carte collezionabili del gioco Million Arthur che hanno fatto rinascere un gioco grazie ai Non-Fungible-Token nel marzo 2021, nonostante l’ironia di alcuni fan, andando a ruba proprio in Giappone.

Alcuni dicono perfino che Square Enix possa lanciarsi nel mercato fintech per paura di perdere con le case videoludiche occidentali, o almeno così si è scritto su Dualshockers:

“Per farla breve, credo che Square Enix e altri studi di gioco giapponesi non vogliano perdersi quella che credono essere la nuova, prossima grande novità dall’Occidente. E questo è il motivo principale per cui sono così appassionati di NFT.”

Onestamente, però, credo che nessuno possa negare che gli NFT siano una tecnologia che sta rivoluzionando diverse industrie e che potrebbe rappresentare solo una miglioria per l’esperienza degli utenti.

Che poi sia difficile credere che l’Oriente stia a guardare mentre l’Occidente si catapulta in questo nuovo mondo così proficuo, è certamente vero.

Che cos’è il “play-to-earn”? I giocatori guadagneranno con gli NFT

L’obiettivo del dirigente Yosuke Matsuda è molto chiaro: integrare la tecnologia dei token digitali e le corrispettive blockchain ai videogiochi.

Quello che Square Enix si propone di fare, infatti, non è altro che sfruttare i token non fungibili per creare giochi autonomi, che evolvano da soli, con la possibilità di guadagnare giocando.

Proprio questa nuova concezione di giocare alle console, detta “play to earn”, è uno dei punti cardine dell’integrazione tra NFT e videogames. In pratica si guadagnerà realizzando contenuti del proprio videogame e continuando a giocare.

Su Multiplayer questo viene sottolineato molto chiaramente dal leader della società nipponica:

“Se, invece di fare affidamento sulla buona volontà, possiamo anche fornire incentivi a coloro che contribuiscono allo sviluppo utilizzando tecnologie come la blockchain, esiste la possibilità che dalle idee degli utenti possano arrivare contenuti innovativi e interessanti.”

Ad alcuni potrà sembrare oltraggioso giocare per denaro, ma siamo certi che a molti altri piacerà.

Quali videogame hanno già scelto NFT e blockchain?

Non è solo la casa di videogiochi storici come Final Fantasy o Kingdom Hearts a cercare il favore degli NFT, ma tanti altri giocatori hanno già potuto mettere in pratica il “play to earn”.

Certo, potremmo parlare di Sandbox, che nel prossimo futuro potrebbe diventare la casa del metaverso, ma è ancora in fase di miglioramento.

Piuttosto parlerei di giochi come Axiel Infinity, luogo d’incontro per centinaia di migliaia di utenti in cui si guadagna collezionando, scambiando e facendo duellare creature dell’universo videoludico.

Poi abbiamo Evolution Land, un gioco in cui avviene la costruzione e la compravendita di edifici e interi territori, utilizzando sia token non fungibili sia quelli fungibili, novità che permette di guadagnare in svariate forme e per questo di successo!

Ma non dimentichiamo Warsaken, in uscita e basato su carte scambiabili proprio come l’ormai celeberrimo Gods Unchained, che riprende lo stile del gioco di carte Magic: The Gathering. Un’altra tipologia interessante è basata su rete Solana, Battle of Guardians, sviluppato con Unreal Engine.

Quindi capiamo bene come gli NFT siano già realtà nel settore gaming, non un fantasia di un presidente visionario.

Square Enix non è l’unica a puntare sugli NFT!

Tra le tante novità, abbiamo anche la certezza che altre società, famose come quella descritta, stiano facendo in modo d’integrare la blockchain nei loro prodotti.

Lo scopo come già detto è migliorare e intensificare l’esperienza dei giocatori, stando al passo con l’industria mondiale e la crescita del mercato NFT.

Anche Activision infatti si sta dedicando a questo prossimo passo lanciando sondaggi e valutando attentamente le opinioni dei fan, ma non è l’unica.

Una delle società più imponenti, infatti, di nome Beteshda, ha scelto di rendere uno dei suoi giochi di punta un NFT a tutti gli effetti. Stiamo parlando di Skyrim.

Ecco l’annuncio di fine 2021 su BlackRedGaming:

“A differenza di altre società che utilizzano questa tecnologia per gli oggetti all’interno di un gioco, Bethesda ha deciso di rendere l’intero The Elder Scrolls V: Skyrim un token non fungibile.”

A questo punto mi sembra ovvio poter affermare che la rivoluzione dei Non-Fungible-Token ha preso per la gola anche l’industria del gaming.

Non solo Square Enix perciò, ma tutte le società impegnate nel settore dovranno presto farsi avanti.

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