Una misura del Governo per sostenere le famiglie, a cui stanno lavorando la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, insieme al collega dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.
Non è tutto. In dirittura d’arrivo infatti potrebbero esserci anche ulteriori sgravi per le madri lavoratrici e altri due assegni in favore di chi ha figli minori.
Bonus secondo figlio: cos’è
Manca ancora la definizione della misura e non si conoscono le modalità di erogazione del bonus. Potrebbe addirittura inglobare la retta dell’asilo nido per il nuovo nato, in maniera tale da permettere alla mamma lavoratrice di continuare a recarsi presso il proprio posto di lavoro.
Un aiuto dunque in linea con l’obiettivo governativo di sostenere la genitorialità e la maternità.
Oltre a questo tipo di aiuto, non si esclude anche un sostegno in termini di reddito vero e proprio, come avviene per l’assegno unico attualmente.
Per quanto ancora non si conoscano ulteriori dettagli, l’orientamento del Governo è questo e potrebbero arrivare anche sgravi fiscali per le aziende che assumono lavoratrici con figli.
Per tutti i dipendenti, la detassazione dei fringe benefit fino a 3.000 euro già sperimentata in maniera provvisoria, potrebbe diventare strutturale.
Non solo assegno unico: si pensa al reddito d’infanzia e all’assegno di gioventù
Come sanno bene tutti i genitori di figli minori, l’assegno unico e universale è a oggi il solo aiuto concreto disponibile mensilmente direttamente sul conto corrente dei beneficiari.
Un sostegno che in passato era appannaggio solo dei lavoratori dipendenti mentre oggi è garantito per tutti, anche liberi professionisti e disoccupati.
Sulla falsariga di questo sostegno economico, il Governo pensa anche a un reddito d’infanzia e a un assegno di gioventù.
A grandi linee, si tratterebbe (il condizionale è d’obbligo fino a quando non ci sarà l’approvazione definitiva) di un contributo di 400 euro al mese, per i figli fino a 6 anni di età, per quanto riguarda il reddito d’infanzia.
L’assegno di gioventù invece è una misura finalizzata a coprire le spese scolastiche dei bambini e ragazzi di età compresa tra 7 e 25 anni e potrebbe ammontare a 250 euro al mese.
I tempi per la definizione delle nuove misure a sostegno della natalità e della genitorialità non sono brevi: a ogni modo si tratterebbe di novità per il 2024.
C’è, tra le altre cose, da definire anche se l’erogazione delle somme minime e massime debba riferirsi come sempre all’ISEE oppure se si legherà al quoziente familiare, di cui abbiamo avuto modo di parlare nei mesi scorsi.
Qui le differenze tra Isee e quoziente familiare.
Manovra 2023 ultima ora
Le novità relative alla Manovra 2023 iniziano a trapelare. D’altronde è proprio alla ripresa dei lavori, dopo la pausa estiva, che si guarda alla nuova Legge di Bilancio da presentare entro fine anno.
L’obiettivo già chiaramente annunciato dal Governo è confermato anche per il prossimo anno: bisogna sostenere le nascite nel nostro Paese e introdurre misure anti-spopolamento, visti i dati allarmanti e sconfortanti degli ultimi anni, relativi alla natalità in Italia.
Per riprendere le parole di Carolina Casolo, founder di Sportello Mamme, che offre consulenza e assistenza alle mamme lavoratrici
Il vero problema è dare assistenza ai genitori con strutture come gli asili nido, ma che abbiano prezzi accessibili, o con misure alternative per poter pagare, ad esempio, la baby sitter detraendone il costo.
In questo modo, sarebbe lo Stato direttamente ad assumersi gli oneri, a differenza di quanto avviene adesso, visto che gli unici aiuti che pervengono sono dalle aziende che assumono, tramite la decontribuzione di cui possono beneficiare, personale con figli.
In Italia, secondo i più recenti dati Istat sulla popolazione, siamo 58,8 milioni di persone. Il punto è che l’età media si alza sempre di più, purtroppo non per una longevità maggiore raggiunta ma perché è drammaticamente crollato il numero delle nascite.
Iniziare a fornire un contributo economico diretto alla famiglie è senza dubbio il primo passo da compiere ma il costo della vita di un nucleo familiare non si limita solo alle spese legate alla nascita.
I figli crescono e con essi le spese per l’istruzione scolastica e le attività sportive, occorrono mutui agevolati per le coppie di giovani che vorrebbero mettere su famiglia ma non hanno una casa i cui stare, così come una serie di nuove strutture per l’infanzia a cui demandare la cura dei più piccoli, quando le mamme sono al lavoro e non solo la mattina, in quanto non tutte lavorano in ufficio o hanno il pomeriggio libero a disposizione.
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