Royalties NFT ridotte e valore in calo, adesso i creator guadagneranno di meno

Opensea e altri marketplace hanno ridotto le royalties NFT per i creator e il crollo dei prezzi non aiuta gli asset digitali. Che cosa è successo?

Purtroppo sembra che una brutta batosta sia stata inflitta al settore degli NFT.

Non solo il valore dei Non-Fungible-Token è in netto calo nel corso del 2023, ma perfino il guadagno degli artisti sta diminuendo parecchio.

La brutta notizia ha avuto origine da una decisione di Opensea, il famoso Marketplace NFT, ma si sta diffondendo a macchia d’olio su altre piattaforme.

Tutti i creator di questi asset digitali vengono pagati con royalty: queste sono una percentuale del prezzo di vendita di un token che viene pagata al creator ogni volta che questo viene venduto su un mercato secondario.

Le royalties sono tipicamente fissate tra il 5% e il 10%, ma possono essere superiori o inferiori a seconda delle preferenze del creatore.

Negli ultimi mesi, però, si è registrata una tendenza alla riduzione delle commissioni sulle royalties da parte di alcuni Marketplace NFT. Ciò ha portato a preoccupazioni da parte di alcuni creator del settore che le loro royalties potrebbero essere ridotte al punto da non poter più guadagnare.

Opensea taglia le royalties

OpenSea, il più grande mercato di token non fungibili ancora impegnato nell’applicazione dei pagamenti delle royalty di rivendita agli artisti, ha annunciato il 17 agosto che intende sospendere la riscossione obbligatoria delle commissioni di rivendita degli artisti.

Mentre il mercato NFT continua il suo declino dall’apice della popolarità travolgente nel 2021, la mossa della piattaforma di trasformare uno degli aspetti più attraenti del settore per gli artisti in un sistema diverso e meno redditizio fa il giro del web.

A partire da marzo 2024, i venditori avranno la possibilità di offrire agli artisti una percentuale del prezzo di vendita originale, un cambiamento rispetto al modello di rivendita garantita degli anni passati. Il filtro OpenSea Operator, attraverso il quale gli utenti impostano la percentuale di pagamento delle royalty desiderata, scomparirà infatti il 31 agosto.

Ovviamente questo ha sollevato moltissime domande con altri Marketplace, come LookRare, che hanno seguito la strada intrapresa dalla celebre piattaforma o hanno visto un calo delle vendite.

Perché ridurre commissioni NFT?

Questa decisione non è arrivata dal nulla: Blur, che ora è il più grande mercato NFT in termini di volume, ha registrato un calo simile a quello della competitor.

I pagamenti delle commissioni ai creator di tutto il settore hanno, infatti, raggiunto il picco nell’aprile 2022, raggiungendo i 28.000 ETH (quasi 76 milioni di dollari) in una sola settimana di guadagni.

A confronto, nella settimana di punta di giugno 2023 i creator hanno guadagnato collettivamente 2.000 ETH (circa 3,8 milioni di dollari).

Questo declino è ovvio, con il valore di alcuni NFT celebri, come quelli della collezione BAYC, che hanno perso anche il 90% del loro valore.

La decisione di OpenSea arriva in un momento difficile per l’intero mercato N, certo, ma non è così strana. Per capirci, l’indice Forkast 500 NFT ha toccato un nuovo minimo storico di 1.999,14 punti il ​​19 settembre.

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Accoglienza delle commissioni ridotte

L’interruzione dello strumento di royalty da parte della piattaforma ha ispirato sgomento da parte di figure del settore NFT come l’investitore Mark Cuban, che ha definito la scelta di OpenSea un “ENORME errore“.

La decisione ha ovviamente diminuito la fiducia nel settore, con gli artisti che si ritrovano a guadagnare di meno in un mercato già in declino da diverso tempo.

Ovviamente questo ha avuto un impatto negativo su tutto il settore, aumentando la sfiducia e riducendo creazione, acquisto e vendita di Non-Fungible-Token.

Il crollo del mercato è a dir poco lampante:

  • Le royalties dei creatori su Blur, un mercato che ha generato oltre 6,27 miliardi di dollari in volume di vendite di tutti i tempi, sono scese a 31.229 dollari questo lo scorso mese, in calo del 96% rispetto al massimo di tre mesi di 830.661 dollari registrato il 27 giugno.

  • Allo stesso tempo, la produzione NFT su Polygon è scesa dell’11% a 168.070 dollari il 21 settembre, mentre la produzione NFT su Solana è scesa del 67% a 14.310 dollari.

  • Per quanto riguarda i valori dei token su Ethereum, le commissioni del mercato e le royalties generate dalle vendite secondarie, mercoledì si è scesi a 103.680 dollari, in calo del 67% rispetto ai 320.600 dollari del 31 agosto.

Sicuramente niente di rassicurante, non credete?

Futuro degli NFT

Difficile a dirsi, ma alcuni dati positivi ci sono.

La produzione di NFT su Ethereum, che misura le vendite primarie generate dal minting, è aumentata del 21% a 652.140 dollari il 21 settembre, da 536.930 dollari del 31 agosto, suggerendo che l’attività dei creator di Non-Fungible-Token sta iniziando a riprendersi.

Certo, considerando la batosta dei Marketplace che intendono ridurre le commissioni generate a favore degli artisti, è difficile credere in una ripresa entro la fine dell’anno, figuriamoci immediata.

Quello che è certo sembra essere la tenacia del settore: tra alti e bassi, i token non fungibili sembrano avere catturato l’interesse di grandi società e investitori.

Chissà che non riescano a riemergere ancora una volta.

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