Divorzio breve: come accelerare la separazione!

La procedura per il divorzio è stata molto abbreviata e snellita negli anni. Oggi, è possibile completare il divorzio breve in appena sei mesi o un anno.

La storia del divorzio in Italia è lunga e travagliata. Da paese cattolico governato per lungo tempo da forze conservatrici, l’Italia è arrivata abbastanza tardi a concedere una legislazione completa per la rottura del vincolo matrimoniale.

Per buona parte dello scorso secolo, il divorzio era possibile solo in caso di adulterio, lesioni al coniuge o condanne. Dopo la caduta del fascismo, ci sono voluti altri 20 anni prima che si tornasse a parlare dell’argomento. 

Nel 1965, il deputato socialista Loris Fortuna presentò un disegno di legge per colmare il vuoto normativo sul divorzio. Nonostante l’opposizione della Democrazia Cristiana, la legge fu finalmente approvata nel 1970

Non demorsero, inizialmente, le fazioni politiche contrarie alla legge, che chiesero il referendum. Con una maggioranza del 60%, il referendum confermò la legge sul divorzio, che rimane sostanzialmente in vigore ancora oggi, anche se snellita e migliorata con interventi successivi. 

Con un intervento prima del 2012 e poi del 2015 (quest’ultimo lo descriveremo bene più avanti), i tempi per il divorzio sono stati accorciati e l’intera procedura è stata resa più accessibile

In tempi di pandemia come questi, in molti pensano che i divorzi siano aumentati. Avrebbe in effetti senso, pensando agli enormi livelli di stress cui sono state sottoposte molte coppie. 

In effetti, secondo i dati divorzi e separazioni sono aumentati durante il Covid, ma questo non racconta tutta la storia. Secondo Carlo Garofolini, presidente dell’Adico, infatti:

Dalla nostra analisi, però, emerge come la pandemia abbia messo in crisi soprattutto gli ultra cinquantenni, mentre annotiamo una diminuzione da un anno all’altro delle persone divorziate più giovani.

In tale contesto, il fallimento dei matrimoni si manifesta impietosamente nel medio periodo: rispetto a dieci anni fa, infatti, il numero dei divorziati è cresciuto prepotentemente (in media di oltre il 60%) con una popolazione pressoché invariata. Una tendenza che può essere figlia pure dell’esplosione della tecnologia e dei social.

Divorzi, quindi, in aumento tra gli over 50, che in effetti sono la prima generazione ad aver potuto sfruttare la legge sul divorzio. Chi sa, dunque, se gli aumenti dei divorzi sono effettivamente legati alla pandemia oppure semplicemente ad un’interiorizzazione della legge sul divorzio.

E’ interessante inoltre notare come la natalità all’interno dei matrimoni sia calata, come d’altronde la natalità in generale.

Secondo l’ISTAT, infatti, nel 2020, i figli nati all’interno del matrimonio sono stati oltre 200.000 in meno rispetto al 2008. Un numero molto alto che, però, ha senso se confrontato al corrispettivo calo dei matrimoni in generale.

Ad ogni modo, vediamo insieme come funziona la procedura di divorzio, qual è la differenza con la separazione e come è possibile abbreviare i tempi per completare la procedura di rottura del vincolo matrimoniale. 

silhouette 5726230 1280 (1)

Differenza divorzio e separazione

Va innanzitutto specificato che, secondo la legge italiana, vi è una differenza importante fra separazione e divorzio. Se quest’ultimo rappresenta la cessazione completa del matrimonio, la separazione implica un momento di differenze che potrebbe anche concludersi con la riconciliazione. 

Quando si è separati, dunque, non si è ancora divorziati e, tecnicamente, il matrimonio è ancora valido

Esistono due tipi di separazione descritti dalla legge italiana:

  • Separazione consensuale: le due parti sono d’accordo sul separarsi e raggiungono autonomamente un accordo;
  • Separazione giudiziale: è emanata dal tribunale civile che obbliga, se le circostanze lo richiedono, la separazione dei coniugi.

Nel caso della separazione consensuale, questa può anche essere richiesta in Comune, se la coppia non ha figli minorenni o economicamente indipendenti, oppure tramite gli avvocati dei coniugi, i quali completeranno tutte le pratiche dell’accordo raggiunto. 

La separazione consensuale può anche essere svolta davanti a un giudice il quale, di nuovo, completerà tutte le pratiche del caso. 

Una separazione simile, chiaramente, prevede tempi molto più ridotti di una separazione giudiziale, in quanto le parti avranno già raggiunto un accordo e non vi sarà nessun conflitto di sorta. 

Una separazione giudiziale, d’altro canto, può essere faticosa e costosa, ma spesso necessaria a causa di condizioni insopportabili all’interno della coppia. 

Una volta ottenuta la separazione, i coniugi sono ancora sposati, nel senso che il vincolo matrimoniale non è stato sciolto. Tale azione è possibile solo dopo un lasso di tempo decretato dalla legge, ovvero:

  • Dopo un anno dalla data della separazione giudiziale; il termine si calcola a partire dalla data di comparizione dei coniugi in tribunale;
  • Dopo sei mesi dal momento della separazione consensuale, che decorre dalla data in cui i coniugi sono comparsi davanti al presidente del tribunale o in Comune o hanno sottoscritto la negoziazione assistita.

Nel migliore dei casi, dunque, un matrimonio può essere sciolto in sei mesi qualora non vi siano complicazioni e sia stato raggiunto un accordo fra i coniugi.

Divorzio consensuale e divorzio giudiziale

La stessa differenza fra consensuale e giudiziale è presente anche nella pratica del divorzio. Questo può essere consensuale qualora le parti raggiungano un accordo o giudiziale qualora vi sia un conflitto. 

In effetti, vi sono anche casi dettati dalla legge in cui si può saltare direttamente la separazione, ma sono casi estremi come la commissione di reati gravi, il cambiamento di sesso e il matrimonio non consumato.

Spesso, chiaramente, non tutti e due i coniugi sono d’accordo con il divorziare, e nasce dunque un conflitto con l’impossibilità di procedere al divorzio consensuale

Il giudice sarà poi tenuto a dichiarare l’avvenuto divorzio una volta constatata l’intollerabilità della convivenza. A tal proposito, in effetti, non serve granché prove: basta l’affermazione in questo senso di uno dei due coniugi

L’altro coniuge, qualora contrario alle disposizioni di divorzio, potrà combattere in sede di tribunale civile per ottenere un buon accordo, ma in nessun caso si potrà opporre allo scioglimento del matrimonio

Se vi state dunque chiedendo se è possibile rifiutare un divorzio, è certamente possibile farlo per un divorzio consensuale. Se, tuttavia, l’altro coniuge è determinato a far cessare il vincolo, non vi sarà modo di fermarlo se decide di andare dal giudice. 

La ratio di questa legge è la protezione della parte debole del matrimonio, sia essa il marito o la moglie, che prima si vedeva costretta a rimanere nel vincolo nonostante la sua opposizione. 

Divorzio breve: come divorziare in Comune

Esattamente come per la separazione, il divorzio consensuale può essere svolto in Comune e spesso non richiede che una giornata per essere completato.

Come il nome della pratica suggerisce, però, un divorzio simile deve essere totalmente in accordo delle parti, e per farlo bisogna avere le stesse posizioni su tutto: separazione dei beni, assegnazione della casa coniugale, assegno di mantenimento ecc.

Una volta completate tutte le pratiche e presentate al Comune, i coniugi possono firmare immediatamente la pratica di divorzio, consegnando poi la relativa documentazione allo sportello. Il costo dell’intera procedura è di appena 16 euro, ovvero l’equivalente di una marca da bollo.

E’ importantissimo specificare, tuttavia, che il divorzio in Comune è possibile solo in caso di assenza di figli minorenni, o figli maggiorenni che sono economicamente dipendenti dai coniugi. 

Anche in questo caso la ratio è quella di proteggere la parte debole. La legge italiana ed i giudici civili devono controllare che gli accordi raggiunti dai coniugi non ledano il benessere del minore o del maggiorenne dipendente. 

Se volete ulteriori informazioni sul Divorzio Breve vi lasciamo un video informativo a riguardo di Studio Legale Stefano Giordano:

Esistono tuttavia modi per completare la procedura di divorzio consensuale anche in caso di figli; vediamo come.

Divorzio breve: come sfruttare la negoziazione assistita

Se gli accordi raggiunti dai coniugi prevedono anche l’affidamento dei figli, si potrà procedere al divorzio consensuale attraverso l’ufficio della negoziazione assistita

In pratica, la negoziazione assistita sarebbe un divorzio consensuale aiutato da avvocati e giudici che controllano e proteggono le parti deboli dell’accordo. 

Il divorzio breve con negoziazione assistita prevede che gli avvocati dei coniugi risolvano le pratiche dell’accordo, e l’intera procedura non dovrebbe impiegare più di sei mesi. 

Un tempo molto più breve dell’originale testo di legge del 1970, che invece prevedeva un tempo di 3 anni

In ogni caso, il costo completo della negoziazione assistita corrisponde alla parcella per gli avvocati, che dovrebbe aggirarsi intorno ai 350 euro per coniuge

La procedura per l’assegnazione e la scelta degli avvocati è descritta molto bene da Businessonline.it, per cui ve la riportiamo passo passo:

Scegliendo la negoziazione assistita per divorziare, la procedura si avvia con uno dei coniugi che si rivolge al proprio avvocato di fiducia e, con la sua assistenza, invita l’altro coniuge ad aderire ad una convenzione di negoziazione assistita. Con l’accordo le parti si impegnano a raggiungere un accordo in totale tranquillità e lealtà sulle condizioni del divorzio.

L’altro coniuge deve aderire entro 30 giorni e nominare un suo avvocato di fiducia, dopodicchè, assistiti dai rispettivi avvocati, ma può essere anche solo uno, lo stesso avvocato per entrambe le parti, i coniugi stipulano la convenzione di negoziazione.

Divorzio breve: come risolvere il problema della coabitazione

Spesso, quando due coppie si separano legalmente non hanno, nell’immediato, un posto dove andare a vivere. 

Questo non coincide con un problema legale. I coniugi possono continuare a convivere anche sotto lo stesso tetto dopo la separazione. Spesso questo è dovuto a problemi economici o familiari insolvibili nell’immediato dal coniuge.

Ergo, il giudice continua a considerare la separazione legale anche in caso di convivenza, ma lo stesso non vale per il divorzio. 

Redazione Trend-online.com
Redazione Trend-online.com
Di seguito gli articoli pubblicati dalla Redazione di Trend-online. Per conoscere i singoli autori visita la pagina Redazione Trend-online.com
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
788FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate