Pec, usare quella di un amico: quando non ha valore legale!

Ormai la Pec, acronimo di posta elettronica certificata, ha soppiantato completamente la raccomandata. Costa meno ed è molto più pratica.

Ormai la Pec, acronimo di posta elettronica certificata, ha soppiantato completamente la raccomandata. Costa meno ed è molto più pratica. Ma non tutti hanno a disposizione una casella Pec da utilizzare all’occorrenza, eccetto i soggetti obbligati ad averla per legge. Può capitare di chiedere all’amico o al collega di turno di utilizzare la sua Pec (ovviamente con il suo permesso) per inviare un sollecito di pagamento, partecipare ad un concorso pubblico. È possibile farlo? Quali sono le conseguenze del nostro gesto?

Ovviamente se l’amico è così gentile da permetterci di utilizzare la sua Pec, non si commette alcun reato. È come quando ci viene prestata l’auto: possiamo usare quella di un nostro amico, purché il proprietario ci abbia autorizzato a farlo. Ma quale valore legale avrà il messaggio che abbiano inviato con questa modalità? Il destinatario del messaggio inviato tramite questa Pec ne dovrà prendere atto, o la potrà ignorare? Scopriamo cosa prevede la legge e quali sono le conseguenze della nostra scelta.

Pec, quando posso usare quella di un amico

Oggi come oggi la Pec costa davvero poco. Alcuni provider arrivano ad offrirla a meno di dieci euro l’anno. Considerando quanto costa una raccomandata, oltre alla scomodità di dover andare in un ufficio postale, possiamo dire che ci vuole poco tempo per rientrare dell’investimento. Ciò non significa che il diretto interessato sia in possesso di un Pec e può capitare di averne necessità in breve tempo.

L’esempio più tipico può essere quello della persona che debba partecipare ad un concorso pubblico. Per poter partecipare è necessario farlo, obbligatoriamente, attraverso una Pec. Se non fai la domanda per partecipare utilizzando la posta elettronica certificata non potrai partecipare. Questo è il caso tipico nel quale sono in molti a voler ricorrere all’appoggio e all’aiuto di un amico. Uno degli altri esempi tipici per i quali una persona potrebbe essere interessata a chiedere l’aiuto di un amico per utilizzare la sua Pec, è per mandare una comunicazione formale all’amministratore di condominio: questa è una strada per assicurarsi che la comunicazione arrivi correttamente a destinazione.

Non hai intenzione di spendere i soldi per una raccomandata e chiedi ad un amico che invii per conto tuo una Pec al tuo amministratore. Quale valore legale hanno questi messaggi? Come si dovranno comportare i destinatari, nel momento in cui li ricevono?

Scopriamo come funziona la Pec

Disciplinata dal D.P.R. n. 68 dell’11 Febbraio 2005, la Pec è un sistema di posta elettronica che permette di inviare delle email che abbiano un valore legale, equiparato a quello di una raccomandata con avviso di accertamento. La Pec ha il merito di garantire al mittente la certezza dell’invio e della consegna del messaggio al destinatario. Per legge, come abbiamo anticipato, il valore legale di questa email è uguale a quello di una raccomandata con ricevuta di ritorno: questo significa che, nel caso in cui sorgesse un contenzioso, chi ha provveduto ad inviare la Pec potrà, in qualsiasi momento, dimostrare che l’invio del messaggio è avvenuto correttamente: il sistema, infatti, rilascia un’attestazione qualificata di invio e di ricezione della Pec.

A questo punto è facile comprendere il motivo per il quale questo di posta elettronica sia anche certificata: il gestore del servizio deve rilasciare al mittente una ricevuta che attesti la consegna del messaggio. La ricevuta costituisce, a tutti gli effetti, una prova legale dell’avvenuta spedizione del messaggio e degli eventuali allegati.

La Pec ha lo stesso valore legale di una raccomandata, ma rispetto a questa ha innumerevoli vantaggi:

  • rilascia l’attestazione dell’invio e della ricezione del massaggio, indicando addirittura l’orario esatto di spedizione;
  • il costo della Pec è economico. Può costare mediamente 7 euro l’anno, che grosso modo equivale al prezzo di una singola raccomandata inviata tramite Poste Italiane;
  • i contenuti dei messaggi sono garantiti, perché non sarà possibile modificare né il testo del messaggio, ma nemmeno gli allegati;
  • si viene a conoscenza immediatamente del corretto invio e della ricezione del messaggio.

Pec, cosa succede se uso quella di un’altra persona

Nel momento in cui si ottiene il permesso del legittimo titolare e proprietario di una Pec, nessuno ci vieta di utilizzare la posta elettronica certificata di un amico. Purtroppo, in questo caso, la comunicazione non ha alcun valore di tipo legale. La Pec è strettamente personale: identifica uno specifico titolare, che ha registrato questa casella a suo nome. A lui è intestato il servizio, attraverso un indirizzo di residenza ed un codice fiscale. La società che gestisce la Pec, prima di rilasciarla, provvede ad identificare il soggetto che la sta richiedendo.

Il valore legale della Pec, quindi, è tale perché è nominativa e fa riferimento al titolare che ha provveduto a registrarla. Questo significa che, se si scrive ed invia un messaggio a nome e per conto di un’altra persona, il messaggio non potrà aver alcun valore legale, perché la persona che scrive nella Pec non è stata identificata. Questo significa che se si usa la Pec di un’altra persona per inviare la domanda di partecipazione a un concorso pubblico, si ha la certezza di rimanere escluso. Diverso è invece il caso dell’avvocato, il quale, munito di procura, scrive validamente la Pec in nome e per conto del proprio assistito.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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