Con il termine scostamento di bilancio si intende l’autorizzazione concessa dal parlamento al governo ad aumentare il proprio deficit oltre i limiti prefissati dal DEF, il documento di economia e finanza prodotto dal governo e approvato da camera e senato entro la fine dell’anno precedente.
A cosa serve lo scostamento di bilancio?
Con lo scostamento di bilancio, il governo fa richiesta ad entrambe le camere del parlamento affinché possa aumentare il proprio deficit rispetto a quanto previsto dai documenti di finanza pubblica approvati dal parlamento.
Il ricorso allo scostamento di bilancio è una pratica adoperata dal governo per finanziare politiche economiche in deficit, ovvero attraverso l’indebitamento, creando un distacco tra spesa pubblica e PIL, oltre il limite del 3% fissato dal patto di stabilità della comunità europea.
Lo scostamento di bilancio in Italia
Negli ultimi tre anni l’Italia ha fatto ricorso allo scostamento di bilancio in più occasioni, nello specifico, ha fatto ricorso allo scostamento di bilancio durante la pandemia di Coronavirus, a seguito dell’entrata in lockdown del paese voluta dall’allora governo Conte. In quell’occasione lo scostamento di bilancio è stato dettato dalla necessità di poter sostenere l’economia italiana nonostante le ripercussioni del lockdown e le varie politiche di contenimento della pandemia, sul PIL nazionale.
Per fronteggiare la crisi, il governo ha scelto di attuare un primo scostamento di bilancio, nella misura di 20 miliardi di euro, attraverso il famoso Decreto Cura Italia e poi, attraverso una seconda manovra da 55 miliardi di euro, con il Decreto Rilancio. In ultima istanza, sempre nel 2020, il governo ha attuato un terzo scostamento di bilancio, questa volta da 25 miliardi di euro, per prorogare alcune misure e rifinanziare la CIG.
Complessivamente, nel 2020, il governo ha richiesto lo scostamento di bilancio per oltre 100 miliardi di euro.
Nel 2021 le richieste di scostamento di bilancio, approvate dal Parlamento Italiano, hanno interessato oltre 157 miliardi di euro.
Con la fine del governo Conte e l’inizio del Governo Draghi tuttavia, lo scenario è cambiato. Il governo Draghi si è infatti detto fin da subito contrario a tale manovra.
Durante il governo Draghi con il ministro Franco all’Economia, il governo si è detto in più occasioni contrario all’aumentare il deficit per finanziare i nuovi bonus e le agevolazioni contenute nei decreti emergenziali, per diverse ragioni.
Il primo motivo è la linea del governo era contraria all’erogazione di bonus, il secondo motivo è che gli impegni presi in precedenza con la commissione europea, nel quadro del programma di risanamento dei conti pubblici, procedere con un eccessivo indebitamento avrebbe potuto avere conseguenze negative.
Lo scostamento di bilancio è infatti un elemento in forte contrasto con il patto di stabilità dei paesi della comunità europea, che porta il paese ad eccedere il tetto del 3% fissato dal patto.
Per il governo Draghi, indebitare il paese per politiche assistenziali e non di crescita, avrebbe compromesso la capacità dell’Italia di poter negoziare con l’Europa nel quadro di una politica economica comunitaria.
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