Cancellate le accise: benzina e diesel costano la metà!

Cancellate le accise, benzina e diesel costerebbero solo la metà. È tempo di smettere di finanziare la guerra d'Abissinia, ormai sepolta nei ricordi.

Cancellate le accise, benzina e diesel costerebbero solo la metà. È tempo di smettere di finanziare la guerra d’Abissinia, ormai sepolta nei ricordi. La Resistenza e gli Alleati sono riusciti ad abbattere e sconfiggere il Fascismo in Italia, ma 76 anni di governo repubblicano non sono mai riusciti a cancellare una tassa sui carburanti, che ormai è diventata obsoleta. Anzi, nel corso degli ultimi 50 anni le accise su benzina e diesel hanno continuato ad aumentare, diventando un peso senza senso per le tasche degli automobilisti.

Stando alla rilevazione settimanale effettuata dal Ministero della Transizione, risulta che lunedì 7 marzo 2022 la benzina era arrivata a costare la bellezza di 1,95 euro al litro, di cui 1,08 euro sono accise e 87 centesimi costituiscono il prezzo industriale. Di certo le cose non vanno molto meglio per il diesel, che a fronte di una spesa complessiva pari a 1,82 euro al litro, 94 centesimi costituiscono il cosiddetto disincentivo fiscale, mentre 88 centesimi sono il prezzo industriale.

Cancellate le accise: costo del carburante più basso in Europa

Gli automobilisti non hanno tutti i torti ad odiare le accise. Nel momento in cui dovessero essere cancellate il costo del carburante diventerebbe il più basso in Europa. Facendo due conti, per la benzina il costo delle tasse arriva a pesare fino al 55% del pieno, che ogni consumatore deve fare. Se, invece, pensiamo al gasolio il costo delle accise e delle varie tasse arriva a pesare fino al 51%. Volete avere qualche altro dettaglio. Ma sì, dai, facciamoci del male. Prendiamo come riferimento la rilevazione effettuata lunedì 7 marzo 2022:

  • per la benzina, l’accisa è pari a 72,8 centesimi e l’Iva 35,2 centesimi
  • per il diesel, paghiamo 61,7 centesimi di accisa e 32,9 centesimi di Iva.

Ricordiamo che l’imposta sul valore aggiunto sui carburanti è pari al 22%.

Le accise costituiscono una sorta di pedaggio, che gli automobilisti devono pagare per finanziare la crescita del paese. Gli 1,08 euro di perso fiscale, che gravano sulla benzina, nel corso degli anni si sono venuti a formare a seguito di una lunga serie di aumenti, che tutti i consumatori hanno dovuto pagare. O quanto meno quelli che avevano un mezzo. Le accise ci hanno seguito da quando hanno iniziato a diffondersi un po’ di più le automobili, fino ad oggi. Nel 1935, Benito Mussolini decise di introdurre le accise per finanziare la guerra d’Abissinia e creare un impero, che avrebbe dovuto ricordare i fasti di quello romano. Ma che, in realtà, fu più effimero di quanto il Duce stesso sperasse. L’accisa introdotta fu pesantissima: una lira e 90 centesimi, che grosso modo potrebbe corrispondere ad un rincaro di 2,19 euro di oggi. All’epoca le auto erano pochissime, e chi poteva permettersi il lusso di acquistarne una, non aveva problemi a comprare la benzina.

Accise, per un fisco più fantasioso!

In Italia, senza dubbio, il Fisco è fantasioso. Le accise su benzina e diesel sono state degli strumenti per far fronte a qualsiasi tipo di situazione di emergenza. Nei vari decreti che hanno provveduto ad introdurle, non è stato dichiarato chiaramente quale dovesse essere la loro durata e se dovessero essere tolte nel momento in cui cessasse lo stato di emergenza. Comunque vada, molto elegantemente, i vari Governi si sono sempre dimenticati di togliere le accise, arrivando al paradosso che quelle introdotte dal Governo fascista sono state mantenute anche dopo. Sostanzialmente potremo affermare che la cosiddetta una tantum sia diventata una semper. In un unico caso le accise introdotte sono state gestite in maniera trasparente: ci riferiamo a quelle arrivate con la terribile guerra in Bosnia, che vide mettere una data di scadenza per l’accisa al 31 dicembre 1996. Anche se, a pochi giorni dalla scadenza, si decise di rendere stabile il rincaro fiscale.

Nel tempo non c’è stata solo l’accisa per finanziare la guerra in Abissinia. Furono introdotte anche per pagare i danni e le ricostruzioni causate dalle tragedie del Vajont (10 lire) e dell’Irpinia (75 lire). Ma anche per gli interventi umanitari in Libano (205 lire). Nel 1956 gli automobilisti hanno dovuto pagare 14 lire in più per la crisi internazionale del canale di Suez. Altre 9,6 lire per le alluvioni di Venezia e Firenze. 10,07 lire per il terremoto del Belice nel 1968 e 99,8 lire per il terremoto del Friuli nel maggio del 1976.

Benzina e diesel, le ipotesi per ridurre i prezzi!

Il Governo, guidato da Mario Draghi, starebbe valutando alcune ipotesi per cercare di contenere il prezzo di benzina e diesel. I gestori delle pompe hanno richiesto di abbassare l’Iva dal 22% al 5%. Le forze di maggioranza starebbero pensando, invece, di sterilizzare l’Iva sui rincari.

La Lega sta insistendo nel chiedere di tagliare molte delle accise che pesano sui carburanti e che, come abbiamo visto, fanno lievitare il prezzo di benzina e gasolio. Come molti ben ricorderanno questo è un vecchio cavallo di battaglia del Carroccio e di Matteo Salvini, che nella campagna elettorale del 2018 aveva promesso sarebbe stato tra i suoi primi provvedimenti al governo.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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