Obbligo POS anche per il regime forfettario, cosa è cambiato dal 1° luglio

L'obbligo di possedere un POS è in vigore da qualche giorno, ma cosa succede per chi rientra nel regime forfettario? Scopriamolo assieme.

Il Pnrr, ovvero il piano nazionale di ripresa e resilienza, ha portato diverse modifiche all’interno della legislatura del nostro paese. Molti di queste sono andate ad influenzare i possessori di partita IVA con regime forfettario, ovvero i liberi professionisti che hanno un reddito inferiore rispetto a coloro che rientrano nel regime ordinario. 

Tra le varie novità troviamo l’obbligo di fatturazione elettronica per tutti coloro che fanno parte di questo regime e anche l’obbligo di accettare pagamenti con il POS.

La novità che riguarda i pagamenti elettronici ha fatto si che tutti i commercianti hanno si sono dovuti adeguare per poter accettare i pagamenti con POS.

Questa normativa riguarda anche coloro che fanno parte del forfettario, in mancanza del rispetto nelle norme sono previste delle sanzioni. Vediamo quali adempimenti rispettare per rispettare la nuova normativa. 

Obbligo di POS anche per i forfettari 

Una importante novità che riguarda coloro che rientrano nel regime forfettario per il 2022 fa riferimento all’obbligo di accettare pagamenti elettronici senza alcun limite. 

È all’interno dell’articolo 18 del decreto Pnrr che si regolamenta quest’obbligo, viene specificato che per tutti coloro che non accettano, a partire dal 30 giugno 2022, un pagamento effettuato con modalità di pagamento elettronico tramite POS sono soggetti a sanzioni.

Le sanzioni per gli esercenti che rifiutano il Pos valgono anche per i forfetari, sono pari a 30 euro alla quale va sommato il 4% del valore della transazione per la quale è stato rifiutato il pagamento elettronico, 

La normativa prevede che non esistono dei limiti di ricavi per cui si possa essere esenti dall’applicazione di tali sanzioni. 

Questo significa che anche tutti i commercianti che rientrano nel forfettario dovranno rispettare le regole imposte dal decreto. 

Per quali professionisti esiste l’obbligo 

La normativa del decreto Pnrr stabilisce che tutti coloro che lavorano a contatto con il pubblico, in settori non solo legati al mondo della ristorazione, devono accettare qualsiasi cifra sotto forma di pagamento elettronico

La manovra nasce dall’esigenza del governo Draghi di lavorare molto sull’aspetto evasione fiscale, e sta creando diverse misure per contrastare questo fenomeno nel nostro paese. 

Proprio per questo motivo la normativa non prevede che ci siano delle categorie esente, ne dal punto di vista merceologico ne dal punto di vista economico. 

Gli esercenti che sono quindi tenuti a possedere un POS e ad accettare un qualsiasi pagamento elettronico sono:

  • gli artigiani e tutti i commercianti;
  • tabaccai, ricevitorie e tassisti;
  • tutte le attività che prevedono un rapporto diretto col pubblico, per esempio avvocati, medici, fino agli idraulici;
  • i venditori ambulanti;
  • alberghi, ristoranti e tutte le altre strutture ricettive.

Come funziona il regime forfettario

Questa tipologia fa parte di un regime fiscale che va a sostituire IRPEF, la sua particolarità consiste nel fatto che viene applicata una tassazione agevolata. Per legge vi si applica la tassazione del 15% che si abbassa fino al 5% per chi apre una nuova attività.

Esistono dei requisiti per poter aprire partita IVA con il regime sostitutivo agevolato, è infatti obbligatorio rimanere all’interno dei 65.000 euro annui di ricavi.

Per chi intende aprire la partita IVA agevolata nel 2022 dovrà tenere presente anche che esistono dei limiti su spese per i collaboratori e i propri dipendenti. 

Le novità principali che riguardano questa tipologia sono legate all’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica, che a partire dal 1° luglio 2022 è diventato ufficiale. 

Quali sono i requisiti per farne parte

Con la legge di bilancio 2021 e la legge di bilancio 2022 sono state introdotte diverse novità rispetto ai requisiti che bisogna possedere per rientrare in un regime fiscale ordinario piuttosto che agevolato. 

Le partite IVA che vogliono farne parte dovranno rispettare queste caratteristiche:

  • non superare la soglia dei 65.000 euro annui di ricavi complessivi;
  • aver sostenuto un importo non superiore ai 20.000 euro annui per quanto riguarda le spese per i collaboratori, anche occasionali, ed i dipendenti.

Esiste anche un ulteriore limite che riguarda coloro che percepiscono anche un reddito come dipendenti o una pensione, in questi casi per continuare ad agevolare dei benefici del regime in questione bisogna che non abbiano superato i 30.000 euro dai lavori non autonomi. 

Novità rispetto alla fatturazione elettronica

Abbiamo anticipato nel corso dei precedenti paragrafi che dal 1° luglio è diventato obbligatorio produrre fatture elettroniche, anche per coloro che fanno parte del regime forfettario. 

La decisione è stata approvata con il decreto ufficiale pubblicato in Gazzetta il 30 aprile 2022, le decisioni che sono state prese in materia prevedono dei casi particolare e delle regole alla quale fare riferimento. 

Il decreto legge numero 36 stabilisce che sono obbligati tutti coloro che fanno parte del cosiddetto “ regime di vantaggio” ad utilizzare la fatturazione elettronica; l’obbligo risulta essere in vigore per tutti tranne che per coloro che nell’anno precedente hanno percepito dei ricavi non superiori a 25.000 euro. 

Per tutti questi soggetti l’obbligo scatterà a partire dal 1° gennaio del 2024, fino ad allora risultano essere ancora esonerati. 

Un altro punto importante del decreto riguarda le sanzioni, queste non verranno subito applicate, esiste un periodo di margine, che consiste nel primo trimestre, ovvero da luglio a settembre. 

Per tutti questi mesi coloro che hanno appena ricevuto l’imposizione della fattura elettronica potranno usufruire della possibilità di emettere la fattura elettronica entro il mese successivo rispetto a quello di fatturazione. 

Ricordiamo che per poter emettere la fattura elettronica occorre avere un software che può codificare il linguaggio XML, tra questi ne esiste uno creato direttamente dall’Agenzia delle Entrate. 

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