Paypal guardata con sospetto durante la pandemia. Perchè?

Paypal è una realtà leader del settore fintech sin dalla sua nascita nel 1998, ma adesso sta perdendo velocemente terreno dopo l'exploit pandemico del 2021.

Sin dalla sua nascita nel 1998 ad opera di Max Levchin, Ken Howery, Luke Nosek e Peter Thiel, che la portò alla fusione, e all’espansione per come oggi la conosciamo, con X.com di Elon Musk, Paypal è stata leader nel settore dei pagamenti online.

Il suo titolo è quotato in Borsa dal 2015 e non ha fatto altro che crescere negli ultimi cinque anni in maniera sostenuta.

Tutti conosciamo ormai più o meno le sue funzioni e anche chi non è cliente, riconosce la sua esistenza in un modo o nell’altro.

Bisogna riconoscere però immediatamente come il titolo sia cresciuto in maniera molto timida in questi anni, esplodendo letteralmente tra il 2020 e il 2021, a causa senza dubbio della pandemia globale dovuta al COVID-19.

Già all’inizio della sua apparizione nei mercati azionari, il suo valore era destinato a salire.

Un vecchio articolo proprio del 2015 del IctBusiness diceva:

“PayPal cresce a doppia cifra, anche se per gli analisti potrebbe fare di più. In un mondo sempre più digitale e digitalizzato, i pagamenti via Web e via app hanno fruttato all’azienda 2,26 miliardi di dollari in tre mesi ovvero il 15% in più rispetto al terzo quarter del 2014, mancando di poco la stima di 2,27 miliardi fatta dagli analisti.”

Insomma niente male come ingresso nei mercati, non credete?

La verità è che l’avvento degli smartphone di nuova generazione aveva favorito non poco i pagamenti digitali, creando un aumento esponenziale degli utenti Paypal che erano già 173 milioni.

Il futuro dell’azienda era florido e nessuno può dire che non lo sia stato. In fondo le quotazioni oggi valgono circa 173,44 euro, partite da soli 34,30.

In particolare, solo nel 2020, la compagnia ha aggiunto 70 milioni di utenti in più tra le sue fila, con una crescita del 116% e Siliconrepublic ha riportato una delle interviste della compagnia in cui si sottolineava la grande performance ottenuta:

“La più grande performance nella storia di PayPal.”

Purtroppo però si dice spesso che “più sono grandi e più fanno rumore quando cadono”.

Infatti nel 2021, con l’attenuarsi della pandemia, in molti hanno creduto che la compagnia fintech potesse aver visto il suo massimo momento di gloria, sospettosi di una caduta che di qui a breve avrebbe potuto segnare la fine della gloriosa PayPal.

Analisi grafica di Paypal

Dall’inizio delle quotazioni del 2015, PayPal ha visto una crescita molto lenta, guadagnando il 100% nell’arco di 3 lunghi anni, inoltrandosi ben oltre l’inizio del 2019 e chiudendo le quotazioni appena sotto il tetto dei 100,00 euro.

Tuttavia quello che vediamo all’inizio del 2020 ha dell’incredibile: una curva rialzista spinge il titolo ben oltre le performance ordinarie, subito dopo aver ritracciato nell’area raggiunta tra 82,42 e 85,19 infatti, ci si ritrova a fine anno a sfiorare i 200 euro per azione.

La corsa si crede ormai al termine,  ma il 2021 permette il raggiungimento del valore 243,05 poco prima di una flessione negativa che comincia a far vacillare gli azionisti.

Molti si chiedono se ci sia ancora spazio per una crescita ingente dopo che il titolo ricade a 189,60, con una flessione negativa che gli fa perdere crica il 25% in poche settimane.

I più ottimisti hanno ragione e il titolo subisce una spinta improvvisa, ma non decisa come in precedenza, che in quattro mesi spinge il titolo a rialzo fino al tetto di resistenza di 262,05. Ma è solo un momento.

Da lì in poi, infatti, c’è stato un movimento che ha visto Paypal nuovamente crollare, come suggerivano gli ultimi andamenti non proprio armonici, e toccare il minimo più basso del 2021 a 160,05 euro.

Adesso ci troviamo ad un prezzo di 173,50 euro. Per chiunque volesse tenersi aggiornato in tempo reale, si può consultare il grafico su Tradingview, piattaforma leader nel settore.

Cosa ha scatenato la crescita esplosiva delle quotazioni Paypal?

Durante la pandemia, moltissimi Paesi sono stati costretti a restare in casa, a causa dei lockdown generali che si sono diffusi in tutto il mondo.

La gente rimasta a casa non ha avuto ragione, e molto spesso modo, di utilizzare i contanti, favorendo così l’utilizzo di pagamenti online con diverse piattaforme, prima fra tutte Paypal.

Chi infatti non era abituato a comprare su e-commerce o altre piattaforme, si è visto costretto a farlo e questo ha creato un esplosione di nuovi utenti e crescita del valore di tutte le società coinvolte nei pagamenti elettronici.

Investopro indica la crescita della società culminata nel terzo trimestre del 2021, coincisa con l’acme mondiale della curva batteriologica, scrivendo:

“Nel corso del trimestre, la società ha registrato 13,3 milioni di nuovi account attivi, arrivando ad un totale complessivo di 416 milioni. Sul fronte della redditività, il cash flow operativo si è attestato a $1,51 miliardi (+15%), mentre il free cash flow è cresciuto del 20% a $1,29 miliardi.”

Stiamo parlando di numeri enormi, risultati mai raggiunti dalla società, che ovviamente hanno aumentato fortemente le stime e l’ottimismo già alle stelle per l’anno precedente nei confronti di Paypal.

Infatti, in una classifica delle cento compagnie con le performance in crescita grazie alla pandemia di gennaio 2021, il Financial Times elegge al 60esimo posto la compagnia per un +116%.

“La mossa ha portato le azioni di PayPal al massimo storico e ha dato anche a bitcoin un enorme impulso, dato che la valuta volatile potrebbe ora essere utilizzata per acquistare cose direttamente dai quasi 30 milioni di commercianti di PayPal.”

Cosa ha potuto scatenare la caduta del titolo dopo tanto successo?

Una delle abitudini più comune in ambito finanziario è vendere ai massimi e comprare ai minimi.

Questa sorta di tradizionale norma del mercato sembra essersi applicata ancora una volta e molti sono convinti, a causa dei dati ovvi e facilmente reperibili che abbiamo anche qui illustrato, che la crescita di PayPal sia stata dovuta quasi esclusivamente al COVID-19.

Ergo, gli investitori, anche quelli di lunga data che detenevano il titolo da anni, hanno preferito sfruttare il valore record raggiunto per realizzare ottime vendite.

Inoltre dalla nascita di PayPal sono ormai molte le alternative a disposizione e i concorrenti offrono spesso servizi innovativi che la piattaforma non può vantare o che tarda ad acquisire.

Questo ha fatto in modo di creare una sorta di pessimismo attorno alla compagnia che ha spinto molti a giudicare il 2022, ritenuto una possibile ripresa post-pandemica, ad essere un anno in cui l’azienda vedrà il fatturato e gli utenti scendere di parecchio.

Come se non bastasse, lo scetticismo del 2021 è stato giustificato da una nuova notizia che su Diventerò milionario recita così:

“Dopo diversi mesi di annunci, purtroppo è arrivato il momento. Ebay abbandona PayPal per integrare un suo metodo di pagamento interno basato su Adyen.”

Questa primavera infatti la storica partnership tra il colosso eBay e Paypal è giunta al termine, divenendo un fattore a sostegno della caduta del titolo in Borsa.

Paypal è prossima alla fine, oppure…?

La paura dilagante ha visto il mercato fare su e giù di continuo, specialmente nel 2021, e Paypal non fa differenza.

Oggi ci troviamo in una situazione scettica riguardo un’altra possibile esplosione al rialzo della compagnia americana, ma ci sono alcuni dati che, nonostante la preoccupazione di Wall Street e altri investitori, possono ancora evitare l’idea di un possibile collasso.

Innanzitutto PayPal è partecipe del progresso tecnologico/finanziario che stiamo osservando in questi anni e lo testimonia il fatto che stiamo parlando di una compagnia aperta al mondo dell’innovazione, mai obsoleta.

Quifinanza informa bene, comunicando:

“A ottobre, la società ha annunciato che avrebbe consentito agli utenti di acquistare, detenere e vendere criptovalute, tra cui bitcoin, ethereum, bitcoin cash e litecoin. Gli utenti possono anche acquistare con le monete digitali nella rete di vendita al dettaglio di PayPal.”

Questo dimostra l’accettazione del futuro in chiave criptovalute, dimostrando che l’azienda è favorevole al cambiamento e mai obsoleta come alcuni potrebbero pensare.

Ancora più importante, è stato annunciato che ci sarà una partnership senza precedenti tra Amazon e PayPal, che vedrà come protagonista l’applicazione per i pagamenti elettronici Venmo, proprietà della vecchia azienda di Musk, già nel 2022.

The Motley fool, sito di investimenti e finanza, annuncia alla fine del 2021:

“A novembre, PayPal ha annunciato che le due società avrebbero lanciato una partnership nel 2022 che avrebbe consentito ai clienti di effettuare il check-out su Amazon utilizzando l’app Venmo.”

Per chi non sapesse cos’è Venmo, essa è una startup acquisita da Paypal nel 2013 e nata nel 2009, orientata verso la semplificazione e l’immediatezza di pagamenti a privati, amici e familiari in chiave social.

Questo fa pensare a tutto tranne che alla fine della compagnia, non credete?

Considerazioni finali sul clamore di Paypal

Abbiamo avuto modo di vedere come il 2021 abbia preoccupato i sostenitori di Paypal a ragion veduta di alcuni dati che ne facevano parlare fin troppo.

Tuttavia, alla luce di tutto questo, si può davvero affermare che il colosso fintech meriti tutto lo stress dei sospettosi investitori, preoccupati da una quotazione eccessiva della compagnia?

Forse non è una cattiva notizia la rottura con eBay se ci ritroviamo una nuova stretta di mano con Amazon di Jeff Bezos e la caduta spedita del titolo potrebbe preannunciare solo una nuova fase di rialzo. Chi può dirlo?

Una cosa è certa: la disinformazione non fa mai bene e nemmeno la paura per le compagnie più datate.

Troppi credono che Paypal sia ormai circondata da avversari che tentano di prendere una parte dell’enorme fetta di mercato che da sempre detiene in modo crescente.

Tuttavia, nonostante il periodo d’incertezza e le difficoltà del momento, non ci sono informazioni che possano decretare la caduta dell’azienda, anzi ci si può solo sedere e aspettare di vedere quali migliorie apporterà il management per spingere la società ad andare avanti.

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