Italia a rischio stagflazione? Quali rischi e le soluzioni?

L'Italia potrebbe vedere la stagflazione, ovvero il verificarsi dell'inflazione e della stagnazione. Quali sarebbero i rischi per le nostre tasche?

L’aumento del prezzo della benzina ha causato un escalation dell’aumento generalizzato dei prezzi che sta bloccando un paese intero. Proprio in un mio precedente articolo sul caro benzina abbiamo anticipato un aumento generalizzato dei prezzi, sia dei prodotti alimentari sia dei servizi. 

Tuttavia, proprio nella giornata di ieri, il leader del partito Forza Italia ha presentato al Governo una proposta che chiede il taglio immediato delle tasse sulla benzina, sulle accise, che sono diventate ormai intollerabili.

Ma veniamo al succo di questo articolo. C’è uno scenario ancora più spaventoso in agguato. Uno scenario che si verifica solamente in periodi difficili come questo, ovvero la stagflazione. L’ultima volta che abbiamo avuto a che fare con questo evento erano gli anni 70’. Proprio in quegli anni si verificò lo shock petrolifero.

Ma di cosa si tratta? Perché tutto ad un tratto si parla così assiduamente di questo scenario economico?

Come abbiamo avuto modo di notare, al momento i prezzi e le tasse continuano a salire, mentre il livello di occupazione (e di disoccupazione) rimane invariato. Come conseguenza di ciò avremo una mancata crescita economica. In questo articolo esamineremo tutti i rischi della stagflazione.

Cos’è la stagflazione? 

Prima di addentrarci nel clou di questo articolo, dovremmo fare una piccola introduzione e spiegare cosa si intende con il termine stagflazione.

Il termine stagflazione è una parola composta da due termini, ovvero inflazione e stagnazione.

Con il termine inflazione, secondo l’enciclopedia Treccani, si intende un “Aumento progressivo del livello medio generale dei prezzi, o anche diminuzione progressiva del potere di acquisto (cioè del valore) della moneta.

Mentre, con il termine stagnazione si intende, sempre secondo Treccani, una “condizione in cui produzione e reddito nazionale restano immobili, senza aumentare né diminuire.”

In poche parole, in questo caso, si parla di ristagno economico, ovvero un’economia reale che non cresce e rimane ferma (o di una crescita minima).

Quindi, con il termine stagflazione si intende un aumento generalizzato e progressivo dei prezzi, delle tasse, e di una crescita bassa o nulla del prodotto.

Il teorizzatore della stagflazione è Milton Friedman, il quale riuscì a prevedere questo evento economico particolare in due momenti storici: con il crollo del sistema di Bretton Woods, nel 1971, e con la seconda crisi petrolifera, nel 1979.

Entrambi i momenti storici furono caratterizzati da una combinazione di recessione e inflazioni, chiamata appunto stagflazione. Ma ritorniamo al nostro momento storico. È possibile che a causa della guerra in Ucraina e delle continue sanzioni alla Russia il nostro paese possa ritornare in quel circolo vizioso? 

Quali sono i rischi della stagflazione sui consumatori?

Ma quali sono i rischi della stagflazione? Certamente, come anche molti economisti hanno più volte detto, le sanzioni inferte alla Russia non possono non avere un effetto positivo sull’economia dei paesi che ancora oggi sono dipendenti da questa.

Tuttavia, proprio lo scorso 10 marzo 2022, la Presidente della Commissione europea, Ursula von Der Leyen ha firmato a Versailles la bozza del piano REPowerUE che prevede la fine della dipendenza energetica dalla Russia entro il 2027.

Questo, però, riuscirà a evitare la stagflazione?

Con un aumento continuo del prezzo della benzina e dopo che anche la Russia ha annunciato l’introduzione di sanzioni contro l’Occidente, lo scenario sembra preoccupante.

Inoltre, proprio in queste ore la Commissione di Garanzia ha annunciato l’inammissibilità dello sciopero del 14 marzo per “mancato rispetto del termine di preavviso di 25 giorni”. Tuttavia, questo non impedirà ai privati di stoppare l’uscita dei mezzi.

Ad ogni modo, la stagflazione comporta una mancata crescita economica, una bassa produzione e da un minore potere d’acquisto delle famiglie. Tutto ciò è dovuto soprattutto dalla disoccupazione e dagli stipendi bassi che determinano sicuramente minor guadagno per le famiglie.

L’aumento generale dei prezzi, in questo caso specifico, da cosa è dovuto? Da un rincaro delle materie energetiche, in particolare, dall’aumento del prezzo del petrolio e del gas in arrivo dalla Russia.

L’aumento del prezzo della benzina si riversa automaticamente sull’intera filiera dei trasporti.

Come dice anche Qui Finanza, questo porta inevitabilmente ad un circolo vizioso dove “i consumatori non riescono dunque a sostenere le spese a causa degli stipendi troppo bassi. La domanda rallenta, le famiglie ricorrono ai pochi risparmi e li sperperano, e la produzione arranca”.

Siamo a rischio stagflazione?

Ma davvero siamo a rischio stagflazione? Dopo aver spiegato nel paragrafo precedente quali siano gli effetti della stagflazione, siamo costretti ad esaminare lo stato dell’economia reale attuale e vedere se davvero stiamo andando incontro a quel circolo vizioso di cui abbiamo parlato ampiamente poco sopra.

Ed ebbene, sì. Al momento ci stiamo avvicinando pericolosamente al fenomeno della stagflazione.

La crescita dei prezzi non è associata ad una crescita della domanda, dei salari, ma anzi, si verifica l’effetto opposto, ovvero una decrescita della domanda, dell’occupazione e dei salari.

Secondo un articolo della CGIL, il livello dell’occupazione in Italia è in decrescita, ovvero ancora ai livelli pre-pandemia. In particolare, è stata registrata una diminuzione del livello occupazione nell’ottobre 2021 rispetto a febbraio 2020.

Lo studio rileva che, se grazie ai contratti a termine il livello occupazionale sia apparentemente in aumento, in realtà i contratti a tempo indeterminato sono in diminuzione. 

“L’aumento tendenziale del numero di occupati registrato nel terzo trimestre 2021 (+374 mila) è il risultato di un incremento degli occupati dipendenti (+470 mila, di cui il 75,7% è a termine) e di un’ulteriore diminuzione degli occupati indipendenti (-96 mila).”

Per ulteriori chiarimenti, vi invito alla lettura di questo documento intitolato “La precarietà occupazionale e il disagio salariale in Italia. Le conseguenze della pandemia sull’occupazione e sui salari

Cosa fare contro la stagflazione?

L’Italia, essendo completamente dipendente dal punto di vista energetico dalla Russia, è in sostanza a rischio stagflazione. Tuttavia, se riuscissimo ad intervenire in maniera tempestiva arriveremmo ad evitare un vero e proprio disastro economico che ricadrebbe non solo sulle imprese, ma anche sulle famiglie.

Attenzione, però: ci preme chiarire che il nostro paese NON è attualmente in stagflazione, ma che esiste un rischio concreto che possa verificarsi. Infatti, secondo gli economisti, ci sono diverse strade che i governi potrebbero intraprendere per riuscire ad evitare la stagflazione. Quali? 

Le possibili strade da intraprendere sono due: 

  • aumentare il PIL;
  • ridurre l’inflazione;
  • non fare nulla.

In questo caso specifico, il Governo potrebbe intervenire abbassando e controllando i prezzi della benzina, riducendo le tasse.

Tuttavia, l’alternativa alla stagflazione potrebbe essere molto impopolare perché consiste nel non fare nulla. Anche così, secondo molto economisti, la stagflazione potrebbe risolversi da sola. Anche negli anni 70’, durante la crisi dello shock petrolifero, si verificò la stessa cosa e il prezzo del petrolio tornò col tempo ai livelli normali.

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